Esenzione Imu prima casa 2024, cosa si intende per abitazione principale

Patrizia Del Pidio

28 Ottobre 2024 - 08:00

In quali casi per l’abitazione principale non si paga l’Imu? Vediamo la definizione dell’abitazione e in quali casi è prevista l’esenzione.

Esenzione Imu prima casa 2024, cosa si intende per abitazione principale

L’esenzione Imu prima casa è prevista solo nel caso che siano rispettate delle precise condizioni. Con l’avvicinarsi del termine ultimo per poter versare il saldo Imu, fissato al 16 dicembre 2024, vediamo cosa è necessario sapere per capire se si deve effettuare il pagamento oppure no, visto che non tutti sono tenuti a versare l’Imposta sull’abitazione principale.

In questo articolo andremo a spiegare innanzitutto cosa si intende per abitazione principale, visto che questo concetto è molto importante per comprendere quando l’Imu si paga e quando no e molto spesso viene confuso con quello di prima casa.

L’Imu non si paga per l’abitazione principale, a patto che non rientri nelle case definite di lusso sulla base della classificazione catastale.

Per capire chi non paga l’Imu e cosa si intende per prima casa è quindi necessario partire dalla definizione di abitazione principale in ambito tributario, per poi analizzare le ipotesi di esclusione dall’esenzione. Scendiamo nel dettaglio.

Esenzione Imu prima casa 2024

Sul portale del Mef troviamo come definizione:

L’abitazione principale è definita come l’unità immobiliare in cui il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente [art. 1, comma 741, lett. b), primo e secondo periodo, della legge n. 160 del 2019].

L’abitazione principale o assimilata non è assoggettata al pagamento dell’Imu. L’imposta è dovuta solo se l’immobile rientra nelle categorie catastali che lo classificano come di lusso, ovvero

  • A/1 (abitazioni signorili);
  • A/8 (ville);
  • A/9 (castelli, palazzi di pregi artistici e storici).

In tutti gli altri casi l’immobile non è soggetto al pagamento dell’Imu. Le categorie catastali dell’abitazione principale per cui l’Imu non è dovuta sono:

  • A/2 (abitazione civile);
  • A/3 (abitazione economica);
  • A/4 (abitazione popolare);
  • A/5 (abitazione ultra popolare);
  • A/6 (abitazione rurale);
  • A/7 (villini);
  • A/8 (alloggi tipici dei luoghi).

La differenza tra abitazione principale e prima casa, in ambito Imu, è fondamentale: il contribuente che possiede una sola casa potrebbe essere chiamato al versamento dell’Imu perché non basta che possieda un solo immobile per beneficiare dell’esenzione Imu sulla prima casa. Per capire quando l’Imu si paga sulla prima casa bisogna soffermarsi sul concetto di abitazione principale.

Cos’è l’abitazione principale ai fini esenzione Imu prima casa?

L’abitazione principale è rappresentata dall’immobile nel quale il possessore ha residenza anagrafica e dimora abituale.

La definizione è contenuta all’articolo 1, comma 741, lettera b) della legge di Bilancio 2020, la n. 160/2019, con la quale è stata istituita la nuova imposta unica sulla casa:

“per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e i componenti del suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente”

Il concetto di prima casa ai fini dell’esenzione Imu è quindi molto più ampio di quanto può sembrare a una prima lettura.

Per beneficiare dell’esenzione Imu per l’abitazione principale è quindi necessario che coesistano le seguenti condizioni:

  • l’immmobile deve essere la sede della residenza anagrafica del possessore e del suo nucleo familiare;
  • deve essere la dimora abituale, ossia il luogo in cui il possessore e il suo nucleo familiare vivono per la maggior parte dell’anno.

All’atto pratico, se ad esempio il proprietario di una casa nel Comune di Roma vive in affitto in un’altra città per motivi di lavoro, e ha quindi spostato la residenza e dimora abituale, non avrà diritto all’esenzione Imu sulla prima e unica casa di proprietà perché non si configura come abitazione principale (ovvero quella in cui ha residenza e dimora abituale).

Spetta esenzione Imu prima casa sulle pertinenze?

Oltre che per l’abitazione principale, l’esenzione Imu spetta anche per le pertinenze dell’abitazione principale, ovvero quelle classificate nelle categorie catastali

  • C/2 (magazzini e depositi);
  • C/6 (stalle, scuderie, autorimesse e rimesse);
  • C/7 (tettoie chiuse o aperte).

Per ogni abitazione principale spetta l’esenzione per una pertinenza per ognuna delle categorie catastali sopra elencate. Se si possiedono, quindi, due pertinenze di categorie C/6 e null’altra, spetterà l’esenzione per una sola delle pertinenze, ma se si possiede una pertinenza C/2, una C/6 e una C/7 spetterà l’esenzione per tutte e tre (perché sono una per ogni categorie catastale).

L’esenzione spetta sia se le unità in questione sono iscritte al catasto unitamente all’unità abitativa, sia che siano iscritte autonomamente.

Esenzione Imu prima casa doppia per coniugi con diversa residenza

Inizialmente per i coniugi con residenza in due diversi immobili, l’esenzione era contemplata solo nel caso che fossero residenti in immobili collocati in due Comuni differenti. La sentenza della Corte di Cassazione 209 del 2022, però, ha affermato che il diritto all’esenzione spetta anche qualora i coniugi abbiano differente residenza in due immobili situati nello stesso Comune.

La doppia esenzione, prevista per le coppie di fatto (visto che i due partner che vivono in residenze diverse possono godere dell’esenzione su entrambe) deve essere estesa anche a chi ha costituito unione civile e matrimonio per assicurare alle coppie sposate e a quelle conviventi lo stesso trattamento e, di fatto, le stesse esenzioni.

La Corte Costituzionale, infatti, nella sentenza considera illegittimo quanto previsto dall l’articolo 13, comma 2, quarto periodo, del decreto-legge n. 201/2011:

Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile.

Da prendere atto anche del fatto che la novità afferma anche che:

Due coniugi con residenza e dimora abituale in due Comuni diversi per ragioni di lavoro e che condividono un’unica abitazione nei giorni liberi dagli impegni professionali hanno diritto all’esenzione IMU per entrambi gli immobili.

La Corte Costituzionale, quindi, ripristina la doppia esenzione Imu per i coniugi con diversa residenza in quanto i coniugi hanno diritto all’esenzione su entrambi gli immobili in cui hanno residenza l’uno e l’altro.

Esenzione Imu prima casa per anziani ricoverati in strutture, come funziona?

Anche per l’anno 2024 è prevista l’esenzione Imu per gli anziani ospitati in strutture.

Per ottenere l’esenzione, devono verificarsi determinate condizioni, in particolare che l’anziano proprietario dell’immobile, si trovi ricoverato in modo permanente o in lunga degenza presso una casa di riposo.

Inoltre è condizione imprescindibile che l’immobile non sia stato concesso in locazione a terzi soggetti. In questo secondo caso l’immobile sarebbe produttivo di reddito e quindi non esente da Imu.

A questo proposito, bisogna comunque prestare attenzione: l’esenzione per gli anziani non è automatica, ma si tratta di una possibilità offerta dai Comuni. Spetta quindi a questi, con proprio regolamento, applicare o meno tale esenzione Imu 2024. La delibera deve essere presente sul sito del proprio Comune.

Tale esenzione viene estesa anche ai proprietari disabili di immobili che sono ricoverati in reparti di lunga degenza, oppure in modo permanente presso un centro di cura.

Le persone disabili che vogliono richiedere questa esenzione devono dimostrare che la loro residenza non si trova nell’immobile per il quale viene richiesta l’esenzione Imu. Anche in questo caso, l’immobile non deve risultare in locazione a terzi.

Le assimilazioni ad abitazione principale

Alla definizione di abitazione principale si aggiungono, ai fini Imu, le cosiddette assimilazioni, ossia dei casi in cui l’immobile posseduto si considera prima casa pur non essendo la sede della dimora abituale e residenza anagrafica del suo possessore.

Ci sono delle casistiche previste per legge su base nazionale e si considerano prima casa ai fini Imu:

  • le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari;
  • le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa destinate a studenti universitari soci assegnatari, anche in assenza di residenza anagrafica;
  • i fabbricati di civile abitazione destinati ad alloggi sociali come definiti dal decreto del ministro delle Infrastrutture 22 aprile 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24 giugno 2008, adibiti ad abitazione principale;
  • la casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli, a seguito di provvedimento del giudice che costituisce altresì, ai soli fini dell’applicazione dell’imposta, il diritto di abitazione in capo al genitore affidatario stesso;
  • un solo immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, posseduto e non concesso in locazione dal personale in servizio permanente appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia a ordinamento militare e da quello dipendente delle Forze di polizia ad ordinamento civile, nonché dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e, fatto salvo quanto previsto dall’art. 28, comma 1, del D. Lgs. 19 maggio 2000, n. 139, dal personale appartenente alla carriera prefettizia, per il quale non sono richieste le condizioni della dimora abituale e della residenza anagrafica.

Ogni Comune può poi deliberare se applicare l’assimilazione ad abitazione principale anche per una delle unità immobiliari possedute da anziani o disabili residenti, a seguito di ricovero permanente, in case di riposo o istituti di cura. In questo caso però l’esonero spetta solo se l’immobile in oggetto non è concesso in locazione.

Imu 2024, esenzione per pensionati esteri

Non è più prevista l’assimilazione a prima casa per l’unità immobiliare posseduta da cittadini italiani non residenti in Italia, iscritti all’Aire e pensionati nel Paese di residenza. L’agevolazione è stata cancellata e sostituita da una riduzione di portata ben più limitata che prevede una riduzione del 50%.

Per il 2024 è prevista un’esenzione parziale dell’imposta dovuta dai pensionati residenti all’estero.

L’agevolazione prevede la riduzione a metà dell’importo dovuto, misura che si applica ai soggetti non residenti, titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale:

  • sull’unica unità immobiliare posseduta in Italia;
  • non locata o data in comodato d’uso.

Imu prima casa: si paga anche sull’abitazione principale in questi casi

L’Imu si paga sulla prima casa qualora l’abitazione principale in cui il contribuente risiede e dimora con il proprio nucleo familiare sia considerata di lusso.

Per capire quando non si ha diritto all’esenzione è quindi necessario verificare la categoria catastale della propria abitazione.

L’Imu si paga anche sulla prima casa se rientra nelle seguenti categorie:

  • A/1: abitazioni di tipo signorile;
  • A/8: abitazioni in ville;
  • A/9: castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici.

In questo caso, l’Imu è dovuta nella misura dello 0,5%, aliquota che il Comune può incrementare fino a un massimo dello 0,6%. Per agevolare i possessori di abitazione principale di categoria catastale A/1, A/8 e A/9 è tuttavia riconosciuto il diritto a una detrazione di 200 euro dall’importo dovuto.

L’Imu prevede, inoltre, una riduzione nel caso si conceda l’immobile con comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta (genitori o figli). Per avere diritto alla riduzione del 50% dell’Imu è necessario rispettare determinate condizioni:

  • l’immobile deve essere abitazione principale del comodatario;
  • il comodante deve avere residenza nello stesso Comune dell’immobile concesso in comodato d’uso;
  • il comodante non deve possedere altre abitazioni nello stesso Comune.

Cosa succede se il contribuente ha due case? Una soltanto può essere esente dal pagamento dell’Imu. Il contribuente può scegliere quale delle due abitazioni destinare ad abitazione principale (deve avere lì la residenza) e su quell’immobile l’Imu non sarà dovuta.

Argomenti

# Tasse
# IMU

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO