Lavoro notturno, ecco chi non può farlo, quali dipendenti hanno diritto all’esonero e come richiederlo, alla luce delle leggi in materia e delle recenti innovazioni della giurisprudenza.
Il lavoro notturno può essere faticoso e destabilizzante, talvolta risultando del tutto incompatibile con lo stato di salute del lavoratore o delle persone che hanno bisogno delle sue cure. Per questo motivo, la legge individua dei divieti al lavoro notturno e delle possibilità di esonero specifiche.
Si ricorda che come turno notturno la legge si riferisce agli orari in cui il dipendente lavora per almeno 7 ore consecutive tra le 24:00 e le 05:00, con eventuali specifiche e più favorevoli disposizioni dei contratti collettivi. Vediamo quindi quali dipendenti possono chiedere l’esonero e come.
Chi non può lavorare la notte
In alcuni casi, il lavoro notturno è completamente incompatibile con la tutela del lavoratore. Per questo motivo, le donne in stato di gravidanza e i minori non possono in nessun caso lavorare di notte, a prescindere dalla loro eventuale volontà (per contrastare ipotetiche pressioni dal datore di lavoro) perché compromettente per il diritto alla salute.
I lavoratori che hanno meno di 18 anni sono automaticamente esonerati dal turno di notte, per un periodo di almeno 12 ore comprese tra le 22:00 e le 06:00 oppure le 23:00 e le 07:00. Per esempio, questo è il motivo per cui nei programmi televisivi con partecipazione di minori, questi ultimi non partecipano oltre un certo orario.
Il divieto assoluto di lavoro notturno si applica anche alle donne incinte, indipendentemente dall’epoca gestazionale, dalle 24:00 alle 06:00, e si estende fino al compimento del 1° anno di vita del bambino. In entrambi questi casi (minori e lavoratrici incinte) la proibizione al turno notturno è perentoria, i lavoratori non devono infatti richiedere alcuna tutela specifica, ma possono opporsi in caso di diverse previsioni.
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Chi può chiedere l’esonero dal lavoro notturno
Al di fuori delle ipotesi citate, per le quali è riconosciuta la pericolosità del lavoro notturno, esistono diversi lavoratori che possono chiedere un esonero. Si tratta, infatti, di casi in cui non è previsto un automatico divieto, ma è riconosciuta al lavoratore con specifiche necessità di astenersi. In particolare, possono chiedere l’esonero dal lavoro notturno:
- Il genitore convivente con un figlio che ha meno di 3 anni (ovviamente soltanto uno dei due);
- il lavoratore che è unico affidatario di un minore di 12 anni;
- i lavoratori che hanno a carico un familiare disabile riconosciuto dalla legge n. 103/1992;
- lavoratori con patologie incompatibili con l’attività lavorativa di notte.
Approfondiamo questi casi.
Genitori con figli aventi meno di 3 anni
L’esonero dal lavoro notturno per i genitori con bambini piccoli riguarda in primo luogo la madre, che non può assolutamente lavorare dal periodo di accertamento della gravidanza fino al compimento del 1° anno del figlio, e per i seguenti 2 anni può invece scegliere se astenersi o meno. Non rileva, in proposito, il numero di figli.
Il diritto del padre all’esonero dal lavoro notturno è meramente alternativo, essendo esercitabile soltanto quando la madre vi abbia rinunciato e di fatto sia tenuta a lavorare di notte. Ulteriore condizione è che il genitore richiedente l’esonero sia convivente con il minore, poiché l’obiettivo della legge è tutelare l’interesse dei più piccoli e non direttamente quello del lavoratore.
Le contrattazioni collettive possono comunque prevedere condizioni migliori, ad esempio non richiedendo che la madre rinunci all’esonero (di cui invece potrebbe beneficiare).
Unici affidatari e genitori separati
L’esonero del lavoro notturno può essere chiesto anche dal genitore unico affidatario fino al compimento dei 12 anni del minore, mentre in caso di affido condiviso l’esonero può essere richiesto in modo parziale, limitatamente ai periodi in cui il genitore convive con il figlio minore.
Lavoratori con a carico familiari disabili
I lavoratori con a carico familiari disabili riconosciuti ai sensi della legge n. 104/1992 possono chiedere l’esonero dal lavoro notturno. Sul punto bisogna evidenziare che la giurisprudenza ha recentemente respinto il criterio della gravità dell’handicap, ritenendolo discriminatorio.
In particolare, l’ordinanza n. 12649/2023 della Corte di Cassazione si è pronunciata sul ricorso di una dipendente a cui era stato negato l’esonero dal turno notturno in virtù della “non gravità” della disabilità della madre a suo carico. La Corte ha invece ammesso il diritto all’esonero, basato su esigenze familiari e assistenziali, indipendentemente dalla gravità della disabilità, costituendo un precedente per il settore privato.
Il 2 marzo 2024 è poi arrivato anche un analogo precedente per il settore pubblico, con la sentenza del Tar Piemonte. In questo caso, il ricorso è stato promosso dall’Associazione sindacale professionisti militari (ASPMI), in tutela di un militare a cui era stato negato l’esonero per la mancanza di gravità, nonostante avesse a suo carico il coniuge con disabilità. Come riportato dal legale del ricorrente, l’avvocato Maria Immacolata Amoroso, si tratta di un importante passo verso l’eliminazione delle disparità di trattamento dei soggetti con disabilità.
Patologie incompatibili con il lavoro notturno
I lavoratori hanno diritto all’esonero dal turno notturno quando può comprometterne lo stato di salute, come può avvenire con l’insorgere di alcune patologie. Queste possono essere causate proprio dal lavoro di notte oppure peggiorare in queste condizioni. Per esempio, ciò può accadere con la depressione, l’ansia, l’ipertensione, l’insonnia, il diabete, i tumori.
La valutazione spetta al medico curante o aziendale ed è sottoposta comunque agli accertamenti clinici del caso. È poi il medico aziendale a certificare l’inidoneità al lavoro notturno per patologia, anche se l’azienda può chiedere controlli sullo stato di salute ogni 2 anni.
Come chiedere l’esonero
Per ottenere l’esonero dal lavoro notturno bisogna presentare l’apposita richiesta al datore di lavoro, specificando le motivazioni e allegando tutta la documentazione necessaria a provare le proprie condizioni di incompatibilità. Il rifiuto, se considerato illegittimo, può essere ovviamente contestato e finanche oggetto di ricorso nel tribunale competente. Il lavoratore con esonero deve essere impiegato in turno diurno, se possibile svolgendo le medesime mansioni.
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