L’euro si deprezza sempre di più e va sotto la parità con il dollaro. Sono diversi i fattori che svantaggiano la moneta unica. E gli analisti non sono ottimisti.
L’euro è sceso a un nuovo minimo da 20 anni, mentre la preoccupazione per le prospettive economiche per la regione continua a crescere.
La coppia EUR/USD ha recuperato modestamente verso 0,9950, ma non è riuscita a prendere slancio. I PMI compositi per l’Eurozona e la Germania sono risultati leggermente migliori del previsto, ma hanno fatto poco o nulla per aiutare la valuta condivisa a trovare domanda. Il settore servizi, per esempio, è peggiorato sia nella nazione tedesca che in quella francese.
Secondo alcuni analisti, il deprezzamento è destinato a continuare. Ci sono molteplici fattori in gioco che stanno danneggiando la valuta comunitaria, dal conflitto in corso in Ucraina all’aumento dell’inflazione.
I prezzi all’ingrosso del gas in Europa sono balzati lunedì 22 agosto, dopo che la Russia ha annunciato la manutenzione non programmata del suo gasdotto principale verso la Germania, il Nord Stream 1, mentre le ondate di calore hanno messo a dura prova le forniture di energia.
L’euro prezza 0,9922 dollari alle ore 12.42 circa.
Euro sotto la parità: cosa prevedono gli analisti
La valuta comunitaria sta suscitando l’attenzione degli analisti con il suo crollo record rispetto al biglietto verde.
Luis Costa, capo della strategia CEEMEA di Citibank ha dichiarato a Cnbc:
“Le nostre prospettive, le nostre operazioni e la nostra posizione sul lato stratega sono decisamente orientate verso un ulteriore deprezzamento dell’euro da dove siamo ora.”
C’è un mix di elementi che sta agendo a sfavore dell’Europa, con la guerra in Ucraina, le incertezze sul gas, i prezzi energetici irrefrenabili a spingere in basso le previsioni di crescita del continente. Questo clima, ovviamente, si rispecchia nel valore dell’euro, così indebolito nelle ultime settimane. Non solo, per gli esperti bisogna mettere in conto anche il fattore Cina, come ricordato da Costa:
“Non dimentichiamo che c’è un ulteriore livello di complessità qui dal rallentamento della Cina che ovviamente colpisce l’Europa con un’entità molto maggiore rispetto all’impatto negli Stati Uniti.”
La Cina ha mancato le aspettative sul Pil con una crescita di appena lo 0,4% nel secondo trimestre. La seconda economia più grande del mondo ha lottato con le conseguenze della peggiore epidemia di Covid-19 del Paese dall’inizio del 2020.
E poi, per quanto riguarda le mosse della Banca centrale europea, “è assolutamente lampante che lo spazio della Bce per aumentare i tassi sarà minimo”, ha affermato.
Roelof-Jan Van den Akker dell’istituto finanziario globale ING ha fatto previsioni simili la scorsa settimana, suggerendo un ampliamento del differenziale dei tassi di interesse tra il dollaro Usa e l’euro, nonché un ulteriore indebolimento della moneta unica.
Société Générale, gruppo francese, prima della lettura preliminare dei PMI odierna, aveva messo in allerta: “un pessimo PMI tedesco potrebbe essere sufficiente per cementare la coppia EUR/USD al di sotto della parità, anche se gli altri Paesi stanno facendo meglio.”
Secondo Commerzbank la forza ribassista porterà l’euro a $0,98 entro il 2022. Per Morgan Stanley la moneta unica può cadere fino a $0,97nell’attuale trimestre e Nomura stima la coppia EUR/USD a 0,975 entro settembre, con il livello di $0,95 ancora raggiungibile a causa della crisi energetica.
Sotto la parità anche Danske BanK: euro a $0,98 in tre mesi e a $0,95 in un anno.
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