Quali previsioni per l’euro dollaro nel 2023? La moneta unica ha riguadagnato la parità in un 2022 non semplice per il cambio con il biglietto verde: i fattori da osservare per l’anno prossimo.
La coppia EUR/USD è entrata in una fase di consolidamento intorno a 1,0500 nella giornata di martedì 5 dicembre.
Il finale di questo complesso 2022 anche per il Forex dovrebbe dare indicazioni importanti per le due valute. Le attesissime riunioni della Fed e della Bce nei giorni 14 e 15 dicembre offriranno nuovi indizi sulla lotta all’inflazione e, soprattutto, sul percorso di rialzo dei tassi. Proprio quest’ultimo elemento muoverà il tasso di cambio, con uno sguardo attento anche sulle previsioni di recessione negli Usa e nell’Eurozona, con tutte le conseguenze che possono avere su azioni, obbligazioni e sulle valute, con il dollaro che può rafforzare o indebolire il suo ruolo di moneta rifugio.
In questo contesto di incertezza e attesa, cosa prevedere sull’euro dollaro per il 2023? Tutti i fattori da osservare.
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EUR/USD: quale direzione nel 2023?
L’anno che volge al termine non è stato positivo per la moneta unica. Se si considera il valore massimo dell’euro dollaro nel 2022, ovvero 1,14 di fine gennaio e il picco minimo del 18 settembre, 0,96, il cambio EUR/USD ha perso il 15%. Dall’inizio del 2022 a oggi, la coppia è scesa di circa il 7%.
Per capire cosa accadrà nel 2023, è necessario innanzitutto sottolineare, come fatto agli analisti ING, che l’anno prossimo vedrà come driver anche per il mercato valutario diversi elementi: le mosse della Federal Reserve e della Bce, la guerra in Ucraina, la Cina e il contesto generale degli investimenti.
In generale, la visione interna di ING prevede che la Fed porterà i tassi al 5,00% all’inizio del 2023; ci saranno quattro trimestri di recessione in Germania tra prezzi dell’energia più elevati; la crescita cinese sarà relativamente debole e il contesto azionario vedrà ancora un clima difficile. Tradotto: i livelli EUR/USD sono stimati più deboli.
Il tutto, però, in una volatilità che sarà probabilmente la vera protagonista anche per i movimento delle valute. Gli analisti ING, infatti, hanno così inquadrato il prossimo anno: “non sembrano esserci le condizioni per un trend netto del dollaro – nessun declino del dollaro “a favore del rischio” né un rally del dollaro “avverso dal rischio”. E le banche centrali che inaspriscono le condizioni di liquidità attraverso tassi ufficiali più elevati e bilanci in calo non faranno che esacerbare i problemi di liquidità già presenti nei mercati finanziari.”
L’indebolimento dell’attività globale e la crescita del volume degli scambi a meno del 2% limiteranno probabilmente i guadagni delle valute procicliche nel 2023. EUR/USD potrebbe chiudere l’anno vicino a 1,00 secondo gli esperti.
Stando alle valutazioni di UniCredit, invece, potrebbe palesarsi la rinascita dell’euro fino al 2023, in particolare rispetto al dollaro e al franco svizzero. Lo stratega dei cambi della banca milanese ha annunciato:
“Prevediamo che l’USD allenterà ulteriormente la sua presa nei prossimi due anni poiché la Fed taglierà i tassi nel 2024 a un ritmo più intenso rispetto alla Bce. Prevediamo quindi una riduzione del differenziale tra il tasso sui fondi Fed statunitensi e il Tasso di deposito della Bce, che sarà coerente con un tasso di cambio EUR-USD più elevato.”
Gli economisti della Bank of America Global Research prevedono che il dollaro Usa rimarrà su una base solida all’inizio del 2023, ma si ridurrà man mano durante l’anno: “Prevediamo EUR/USD alla parità entro il 1° trimestre 23. Tuttavia, nella nostra linea di base l’USD si indebolisce gradualmente a partire dal secondo trimestre, a 1,10 per EUR/USD entro la fine del 2023, con la nostra previsione EUR/USD al di sopra del consenso.”
Il fattore dollaro: biglietto verde ancora in corsa?
La performance del dollaro sarà di certo la più osservata. In un anno instabile per l’economia globale, il biglietto verde ha toccato il massimo degli ultimi 20 anni.
Una serie di fattori, sia nazionali che internazionali, hanno contribuito alla forza dell’USD. Ora la domanda degli investitori è: il 2023 sarà ancora segnato dal super-dollaro?
“Il motivo principale per cui il dollaro è diventato così forte è che è ancora considerato la valuta rifugio e si rafforzerà durante i periodi in cui i mercati sono in uno stato di paura”, spiega Eric Donovan, capo di Institutional FX presso StoneX in una analisi di Forbes.
Dave Schabes, assistente professore alla Harris School of Public Policy dell’Università di Chicago, aggiunge che la guerra in Ucraina è un fattore specifico che contribuisce.
Nel frattempo, la situazione Ucraina minaccia di rallentare la crescita economica in tutta Europa e trascinare la crisi energetica del continente fino al 2023 e forse al 2024.
In questo contesto, una serie di fattori mutevoli potrebbe influenzare il valore del dollaro nel prossimo anno. Non è chiaro se la Federal Reserve continuerà ad aggiustare i tassi di interesse. Ulteriori aumenti, potrebbero stimolare la recessione globale e danneggiare i Paesi in via di sviluppo che sono già stati duramente colpiti dall’aumento del costo delle merci statunitensi. Inoltre, altre nazioni hanno iniziato a istituire i propri aumenti dei tassi e potrebbero continuare, il che potrebbe bilanciare la posizione del dollaro forte.
Si prevede che anche il conflitto in corso in Ucraina avrà un ruolo nel valore dell’USD nel 2023. La previsione è che il dollaro rimarrà forte rispetto alle valute europee finché la guerra persisterà.
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