L’Europa pone un limite alla corrente degli elettrodomestici

Maria Paola Pizzonia

08/10/2024

L’Europa ha deciso di porre un limiti all’uso della corrente per gli elettrodomestici. Vediamo tutti i dettagli.

L’Europa pone un limite alla corrente degli elettrodomestici

Dal maggio 2025, l’Unione Europea implementerà nuove norme per ridurre il consumo di elettricità degli elettrodomestici. Il Regolamento 2023/826 della Commissione Europea introduce requisiti specifici per il consumo energetico in modalità «spento» e «standby», con l’obiettivo di risparmiare energia e diminuire l’impronta di carbonio dei dispositivi domestici e da ufficio.

Queste nuove disposizioni si applicano a una vasta gamma di apparecchiature, inclusi tostapane, caffettiere, forni e sistemi di intrattenimento, e si inseriscono in un contesto più ampio di regolamentazione che mira a promuovere l’efficienza energetica.

Normative aggiornate e obiettivi di risparmio energetico

Recentemente, la Commissione ha adottato norme rivedute che modificano il regolamento sulla progettazione ecocompatibile del 2008, aggiornato l’ultima volta nel 2013. Queste modifiche riguardano il consumo di energia elettrica dei dispositivi in modalità «standby» e «spento» e tengono conto degli sviluppi tecnologici e del mercato avvenuti negli ultimi anni.

A partire dal 2025, gli elettrodomestici non dovranno superare un consumo di 0,50 watt in modalità «spento» e 0,30 watt entro il 2027. Secondo le stime della Commissione, queste nuove regole potrebbero generare un risparmio energetico annuale di 4 TWh entro il 2030, equivalente a una riduzione di 1,36 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.

Le nuove norme ampliano il campo di applicazione della normativa, includendo ora anche prodotti dotati di alimentatori esterni a bassa tensione, come i router Wi-Fi, i modem e gli altoparlanti senza fili. Questo cambiamento è il risultato di una consultazione pubblica e dell’esame del Parlamento europeo e del Consiglio, e rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione del consumo energetico dei dispositivi di uso quotidiano. Le aziende produttrici hanno un periodo di transizione di due anni per adeguarsi alle nuove normative prima che diventino obbligatorie.

Impatti su produttori e consumatori

Le nuove disposizioni avranno un impatto notevole sui produttori, che dovranno investire in innovazioni per garantire che i loro prodotti soddisfino i requisiti di efficienza energetica. Sebbene non si preveda un cambiamento immediato significativo per i consumatori, nel lungo termine si potranno osservare riduzioni delle bollette elettriche grazie a elettrodomestici più efficienti. La trasparenza delle informazioni sul consumo energetico sarà un altro vantaggio importante per i consumatori, poiché i manuali d’uso e i siti web dei produttori dovranno includere dettagli sul consumo in watt e sul tempo necessario affinché l’apparecchio entri in modalità standby o «spento».

Le nuove normative stabiliscono tolleranze di circa 0,10 W per il consumo energetico in modalità «spento» e «standby». Inoltre, il tempo necessario affinché il dispositivo raggiunga lo stato di basso consumo non potrà superare del 10% quanto dichiarato nel manuale d’uso. Per i dispositivi con funzionalità di rete avanzata (HiNA), come router e modem, il consumo in modalità standby di rete non dovrà superare 8 W nel 2025, riducendosi a 7 W entro il 2027.

Verso un futuro sostenibile

L’obiettivo delle nuove regole è quello di ridurre il consumo energetico degli elettrodomestici su larga scala, contribuendo così alla sostenibilità ambientale.

Questo fa parte di uno sforzo più ampio dell’UE per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’efficienza energetica dei prodotti sul mercato. Se implementate correttamente, le nuove disposizioni potrebbero portare a un risparmio significativo per i consumatori e a una riduzione complessiva delle risorse energetiche utilizzate dagli apparecchi domestici in tutta Europa. La Commissione prevede che, grazie a queste normative, si potrà realizzare un risparmio totale stimato di 530 milioni di euro all’anno entro il 2030.

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