Evasione fiscale: le regioni in cui è più alta e i mezzi per contrastarla

Rosaria Imparato

2 Agosto 2021 - 16:23

Quali sono le regioni in cui l’evasione fiscale è più alta e quali sono i mezzi dell’Agenzia delle Entrate per contrastarla? I dettagli nell’analisi della CGIA di Mestre del 31 luglio.

Evasione fiscale: le regioni in cui è più alta e i mezzi per contrastarla

L’evasione fiscale continua a essere uno dei grandi problemi da risolvere in Italia. Il report della CGIA di Mestre fotografa l’attuale situazione, con ben 110 miliardi di euro sottratti al Fisco (secondo gli ultimi dati disponibili al 2018).

L’analisi, pubblicata lo scorso 31 luglio, scende nel dettaglio e fa classifica delle regioni italiane che evadono di più, e di conseguenza anche di quelle che invece ottemperano maggiormente ai propri obblighi fiscali.

In attesa della legge delega per la riforma fiscale (slittata a settembre ormai) che dovrebbe provare ad arginare il problema dell’evasione in modo concreto, vediamo quali sono i mezzi nelle mani dell’Agenzia delle Entrate per contrastarla.

Evasione fiscale: le regioni dove è più alta

L’analisi firmata dalla CGIA di Mestre mette nero su bianco come il primato per l’evasione fiscale spetti al sud Italia.

Le tre regioni sul (triste) podio sono infatti Campania, Calabria e Sicilia. I dati sono stati elaborati includendo le attività economiche che, per qualsiasi motivo, sfuggono all’osservazione statistica diretta. Le principali componenti sono rappresentate:

  • dall’economia sommersa, cioè la sottodichiarazione di valore aggiunto (per esempio, fatturato nascosto oppure costi fittizi), da valore aggiunto generato da lavoro irregolare e introiti in nero, come mance e affitti;
  • dall’economia illegale.

Vediamo un po’ di dati: in Campania, con un’economia sommersa pari al 19,8% e 10,2 miliardi di imposte non versate, l’evasione ha toccato il 22,7%.

In Sicilia, con un’economia in nero del 19,3%, c’è un’evasione di 8,1 miliardi, pari al 22,2%.

In Calabria ci sono 3,3 miliardi di imposta evasa, una percentuale di economia non osservata del 21,3%: in pratica, su ogni 100 euro versati tra tasse e imposte, al Fisco ne sfuggono 24,5 euro.

Il podio degli onesti, invece, è costituito da:

  • Provincia Autonoma di Bolzano (evasione al 9,7%);
  • Lombardia (11%);
  • Provincia Autonoma di Trento (11,3%).

Di seguito, la tabella con i dati di tutte le regioni:

RegioniEconomia non osservata in % del valore aggiunto regionaleImposte evase (in milioni €)Euro evasi ogni 100€ di gettito incassato
Calabria 21,3 3.363 24,5
Campania 19,8 10.232 22,7
Sicilia 19,3 8.115 22,2
Puglia 19,1 6.927 22,0
Molise 17,0 520 19,6
Umbria 16,2 1.758 18,6
Sardegna 15,6 2.572 18,0
Abruzzo 15,6 2.439 17,9
Marche 15,2 3.050 17,5
Basilicata 14,7 910 16,9
Toscana 14,0 7.800 16,1
Liguria 13,3 3.116 15,3
Lazio 13,0 12.301 15,0
Valle d’Aosta 11,5 264 13,3
Piemonte 11,5 7.471 13,2
Veneto 11,2 8.644 12,9
Emilia Romagna 11,2 8.551 12,9
Friuli Venezia Giulia 10,9 1.980 12,5
Prov. Aut. Trento 9,8 974 11,3
Lombardia 9,6 17.823 11,0
Prov. Aut. Bolzano 8,4 997 9,7

Evasione fiscale: i mezzi di contrasto dell’Agenzia delle Entrate

Negli ultimi 10 anni, con l’avanzare della tecnologia, l’Agenzia delle Entrate ha messo a punto una serie di strumenti per il contrasto all’evasione fiscale. La CGIA li ha elencati nell’analisi del 31 luglio:

  • abolizione del segreto bancario;
  • anagrafe dei rapporti finanziari;
  • Serpico, l’algoritmo che usa le varie informazioni raccolte sui contribuenti;
  • obbligo di comunicare mensilmente all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) le movimentazioni di denaro contante di importo pari o superiore a 5.000 euro;
  • Indici Sintetici di affidabilità fiscale;
  • redditometro;
  • trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate;
  • fattura elettronica;
  • split payment nel caso di fatturazione verso le Pubbliche Amministrazioni;
  • reverse charge;
  • limite all’uso del contante (attualmente pari a 1.999 euro);
  • obbligo di pagamento con strumenti tracciabili degli oneri detraibili ai fini IRPEF (ad eccezione delle spese sanitarie);
  • controllo automatizzato delle dichiarazioni fiscali e del corretto assolvimento dell’imposta di bollo;
  • ritenuta d’acconto operata sui bonifici per il pagamento delle spese relative a interventi sul patrimonio edilizio e risparmio energetico;
  • obbligo di certificazione dei crediti superiori a 5.000 euro da parte di un professionista;
  • esterometro: invio telematico (trimestrale) all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle operazioni economiche con soggetti non residenti;
  • comunicazione trimestrale all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle LIPE.

Lasciamo in allegato l’analisi della CGIA di Mestre.

EVASIONE AL 15%. SOTTRATTI AL FISCO 110 MILIARDI. CRITICA LA SITUAZIONE AL SUD
Clicca qui per scaricare l’analisi della CGIA di Mestre del 31 luglio 2021.

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