Il più grande sviluppatore immobiliare cinese, Evergrande, potrebbe far precipitare il paese in una recessione lunga anni.
Il vacillante gigante immobiliare Cina Evergrande ha registrato perdite per 81 miliardi di dollari in due anni, sollevando crescenti preoccupazioni sulla sua stabilità finanziaria. Evergrande è lo sviluppatore immobiliare più indebitato al mondo.
Nel 2020, Evergrande era una delle società più importanti della Cina, detenendo la maggior parte delle attività estere del paese e rappresentando la quota di mercato immobiliare più ampia. Evergrande è stato determinante per l’enorme crescita economica della Cina negli ultimi due decenni, con un boom del mercato immobiliare che non ha eguali in nessun’altra parte del mondo.
Ma le fondamenta di questa crescita non erano così solide come sembravano.
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La città di Ordos, ad esempio, è una megalopoli stranamente vuota dispersa nella Mongolia Interna. Decine di grattacieli e ampie autostrade urbane sono state costruite per ospitare circa 10 milioni di persone, ma oggi meno di due milioni abitano la città.
Ordos è un esempio lampante di come il mercato immobiliare cinese sia stato costruito su una bolla speculativa. Gli investitori che vivevano sulla ricca costa del Pacifico hanno acquistato migliaia di case all’interno, sperando di rivenderle a prezzi più alti.
Evergrande è stato uno degli attori più importanti nel sistema immobiliare e, come spesso accade, alla fine la bolla è scoppiata.
Un collasso controllato
Quando, nel 2021, Evergrande è andata in default su tre obbligazioni offshore per un totale di 48 milioni di dollari, era chiaro che la società era destinata al fallimento.
Evergrande ha chiesto un bailout dal Partito Comunista Cinese, ma è stato respinto in quanto avrebbe creato un pericoloso precedente per altre società indebitate. Sebbene Evergrande fosse «troppo grande per fallire», il suo collasso dovrebbe essere sistematicamente controllato.
I 350 miliardi di utili della società dovevano rimborsare le restanti passività, che ammontavano a 340 miliardi nel 2023. Nei due anni successivi alla crisi, però, il debito di Evergrande è aumentato di 81 miliardi di dollari.
Secondo quanto riferito, è difficile trasformare gli utili rimanenti in liquidità, come mostra il rapporto annuale di Evergrande. Il rischio dell’imminente default dell’azienda è sempre presente.
Alla fine del 2022, Evergrande possedeva 256 miliardi di utili, molto meno rispetto all’anno precedente. Tuttavia ancora sufficiente per portare a una crisi nazionale se crollasse improvvisamente.
La crisi di Evergrande è emblematica della stagnazione economica generale in Cina. Il PIL e l’attività commerciale continuano a deludere le aspettative poiché il paese segue rigide politiche isolazioniste.
La guerra commerciale degli Stati Uniti sta mettendo la Cina all’angolo. Nel futuro prossimo, il conflitto finanziario tra le maggiori economie mondiali peggiorerà la posizione globale della Cina.
In sostanza, il 2023 sarà un anno da dimenticare per la Cina.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-07-18 16:30:00. Titolo originale: China’s Evergrande debt problem worsens, risking imminent default
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