Facebook non riesce a bloccare suprematisti bianchi di Kenosha

Marco Ciotola

05/09/2020

La piattaforma non ha provveduto a chiudere la pagina del gruppo di una sedicente “Milizia di Kenosha”, malgrado centinaia di segnalazioni

Facebook non riesce a bloccare suprematisti bianchi di Kenosha

Facebook non ha chiuso la pagina “Kenosha Guard”, che promuove l’operato di una sedicente milizia di Kenosha, con riferimenti alla violenza e al razzismo nemmeno troppo nascosti.

O meglio, non è riuscito a chiuderla in tempo, visto che il gruppo ha utilizzato la piattaforma per promuovere l’evento “Cittadini armati per proteggere le nostre vite e proprietà”, incoraggiando chiunque avesse un’arma a scendere nelle strade di Kenosha, nel Wisconsin.

La pagina è rimasta attiva fino al giorno successivo all’evento, che ha attirato la partecipazione di più di 2.600 persone e che coincide temporalmente con la sparatoria che ha visto il 17enne Kyle Rittenhouse uccidere due manifestanti.

Eppure - fa notare la CNN - erano state centinaia le segnalazioni relative a quel gruppo nei giorni precedenti, come rilevato in primis anche dalla testata di settore The Verge.

Facebook non riesce a bloccare suprematisti bianchi di Kenosha

Anche se è impossibile e scorretto collegare la sparatoria all’invito alla partecipazione armata portato avanti tramite Facebook, non è sbagliato evidenziare come la piattaforma di Zuckerberg abbia mostrato poca rapidità nel contrasto a una diffusione di azioni e idee che corrispondono certamente a una violazione di numerose normative del social.

Più utenti avevano segnalato l’account per incitamento alla violenza, ma una prima replica del social segnalava un’effettiva mancanza di violazioni delle regole.

La compagnia ha poi riferito alla CNN di aver chiuso gli account Facebook e Instagram di Rittenhouse, e di essere a lavoro con le forze dell’ordine federali e locali, anche se non esiste nessuna prova che Rittenhouse abbia seguito la pagina Kenosha Guard o sia stato invitato all’evento che aveva promosso.

Solo mercoledì è stata chiusa la pagina, ufficialmente per aver “infranto le normative che vietano organizzazioni di milizie.”
Ma a quel punto - fa notare The Verge - l’evento aveva ricevuto almeno 2.600 risposte e aveva attirato l’attenzione di un noto sito web di estrema destra.

Facebook ha riconosciuto di aver rimosso in tempo la pagina della milizia, ma di non essere riuscito a rimuovere l’evento promosso dal gruppo:

«Quando siamo stati interpellati dalle autorità in relazione agli eventi di Kenosha, credevamo di aver rimosso la pagina dell’evento per violazione delle nostre politiche. Ma una nostra indagine interna ha rilevato che mentre rimuovevamo la pagina Kenosha Guard, l’organizzatore sospendeva temporaneamente l’evento. Ci scusiamo per l’errore»,

si legge nella nota rilasciata dalla compagnia a commento della vicenda.

La circostanza non ha fatto altro che inasprire e amplificare le polemiche relative all’attività di moderazione della piattaforma, sulla quale molti continuano ad esprimere seri dubbi ritenendola scarsa e inadeguata.

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