Perché i farmaci acquistati di notte costano di più?

Simone Micocci

13/12/2017

È aumentato l’importo dell’addizionale di chiamata notturna: ecco perché chi acquista un medicinale da una farmacia aperta di notte pagherà di più.

Perché i farmaci acquistati di notte costano di più?

A chi non è mai capitato di acquistare un farmaco nelle ore notturne? Se sì vi sarete certamente accorti che il prezzo del farmaco è maggiore rispetto a quando si acquista normalmente durante l’orario diurno.

Se vi siete chiesti perché qui trovate la risposta alla vostra domanda: di seguito infatti vi daremo le spiegazioni utili per capire cosa sono gli “addizionali di chiamata notturna”, ossi quegli importi che le farmacie di turno di notte scaricano sul cliente applicandoli al costo del farmaco acquistato.

Quello dell’addizionale di chiamata notturna d’altronde è un tema di stretta attualità, visto che le tariffe applicate ai farmaci sono state aumentate dal 9 novembre 2017 con l’entrata in vigore del decreto del Ministero della Salute del 22 settembre.

Cos’è l’addizionale di chiamata notturna

Il servizio offerto dalle farmacie notturne è molto importante per i cittadini, i quali in questo modo hanno a costante disposizione uno sportello per acquistare un farmaco di cui hanno urgente bisogno.

Questo servizio però non è “gentilmente” offerto dallo Stato, poiché i costi per remunerare l’atto professionale reso dal farmacista incaricato durante le ore notturne grava sui cittadini.

Sull’acquisto dei farmaci, infatti, viene applicata un’addizionale di chiamata notturna; sono i clienti quindi a dover pagare per tenere la farmacia aperta.

L’addizionale si applica solamente quando la farmacia lavora a battenti chiusi, ossia quando il farmacista di guardia è all’interno dell’edificio (per motivi di sicurezza) ed interagisce con i clienti solamente da uno sportello.

Secondo la normativa vigente, le farmacie che effettuano il turno di notte sono obbligate a lavorare a battenti aperti fino alle 22:00; di conseguenza a partire da quest’ora sul costo dei farmaci viene applicata l’addizionale di chiamata notturna. L’addizionale smette di essere applicata con la riapertura della farmacia, nell’orario mattutino prestabilito.

Inoltre, è bene precisare che il sovrapprezzo non si applica per tutti i medicinali; nel caso di urgente necessità, ossia quando il farmaco è prescritto in regime di SSN dalla Guardia Medica oppure dal medico su ricetta SSN (indicando però il carattere di urgenza), l’addizionale è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e di conseguenza non grava sul cittadino.

Questo non vale quando invece si ha necessità di acquistare un farmaco ma non c’è il carattere dell’urgenza; in tal caso bisogna pagare un sovrapprezzo che con l’introduzione della nuova Tariffa nazionale dei medicinali prevista dal decreto del Ministero della Salute approvato il 22 settembre scorso è stato persino aumentato.

Importi dell’addizionale di chiamata notturna

È da circa 25 anni che chi acquista un farmaco nelle ore notturne paga un sovrapprezzo di 3,50€.

Questa addizionale però non era più sufficiente per coprire i costi ed è per questo che il Ministero della Salute ne ha stabilito l’aumento. Nel dettaglio, dal 9 novembre 2017 l’importo dell’addizionale di chiamata notturna è di 7,50€ per le farmacie urbane e per le rurali non sussidiate.

Per le farmacie rurali sussidiate, ossia quelle situate in frazioni o centri abitati con popolazione inferiore ai 3.300 abitanti, l’importo dell’addizionale è maggiorato a 10,00€ per farmaco.

Un aumento che non è piaciuto al Codacons, il quale l’ha definito una “ignobile speculazione sullo stato di necessità dei cittadini”, i quali non dovrebbero pagare neppure un euro per l’acquisto di farmaci in situazioni di particolare bisogno.

Secondo Federfarma però la decisione del Ministero della Salute non deve essere vista in maniera negativa poiché dopo 25 anni era necessario procedere con l’aggiornamento di questa tariffa.

In realtà la norma che riconosce il diritto di applicare l’addizionale di chiamata notturna stabilisce che questa debba essere aggiornata ogni 2 anni; in tal caso l’aumento sarebbe stato dilazionato nel tempo e probabilmente i consumatori non se ne sarebbero neppure accorti.

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