Festività patronali, come sono retribuite in busta paga?

Violetta Silvestri

25 Novembre 2024 - 15:28

Qual è il trattamento della festa patronale in busta paga? La domanda è utile per i lavoratori che vogliono sapere se hanno diritto alla retribuzione nelle festività patronali.

Festività patronali, come sono retribuite in busta paga?

Come sono trattate in busta paga le festività patronali? Spesso i lavoratori si pongono questa domanda, considerando che le principali città italiane - e quasi tutti i paesi anche più piccoli - festeggiano il Santo patrono.

Questa ricorrenza è considerata una festività, che esenta dal lavoro chi svolge il suo impiego nella città dove si festeggia il patrono.

Per esempio, San Pietro e Paolo a Roma, sant’Ambrogio a Milano, sant’Oronzo a Lecce, san Gennaro a Napoli sono alcune delle feste patronali in Italia e, come tali, vengono retribuite come le altre festività.

Sul finire del 2024, chi lavora a Milano è pronto a fermarsi il giorno 7 dicembre, quando la città onora il suo patrono. Tuttavia, controllando il calendario ci si rende conto che questa giornata cade di sabato. Cosa succede in busta paga?

Per rispondere a tutti i dubbi sulle feste del patrono in busta paga spieghiamo di seguito ogni caso che può presentarsi e come viene trattato.

Quanto e quando è retribuita la festa patronale

Le feste patronali sono equiparate alle festività rosse sul calendario in tutto e per tutto, quindi sono retribuite come un normale giorno lavorativo.

L’importo esatto della retribuzione è indicato nel CCNL della categoria di riferimento.

Se nel giorno del patrono il dipendente è assente dal lavoro per malattia, maternità o ferie ha comunque diritto al pagamento in busta paga, al pari degli altri colleghi.

Se la festa del patrono cade di sabato o di domenica, giorni di riposo per il lavoratore, essa è considerata una festività non goduta e quindi conteggiata in busta paga.

Il dipendente che, per scelta o necessità aziendali, lavora nel giorno del patrono riceverà una retribuzione maggiorata per il lavoro festivo (come avviene a chi lavora a Natale o a Pasqua).

L’importo della maggiorazione è stabilito dal CCNL di appartenenza; ad esempio per gli impiegati nel settore turistico all’importo giornaliero bisogna aggiungere il 20%.

Che succede se dipendente e azienda si trovano in città differenti

La festa patronale è legata alle tradizioni di una determinata città, ma può capitare che uno o più dipendenti lavorino da casa in un luogo diverso da quello in cui è collocata l’azienda.

In tal caso, al fine del pagamento in busta paga, conta il Comune in cui l’azienda è situata e non quello di domicilio/residenza del dipendente.

Quindi, se un lavoratore vive e lavora a Milano per un’azienda che ha sede a Roma non avrà diritto a percepire la retribuzione per il giorno di Sant’Ambrogio (patrono del capoluogo lombardo).

Se l’azienda ha più filiali in diverse zone d’Italia conta la sede abituale del dipendente, ovvero quella in cui lavora ogni giorno o per la maggior parte dell’anno.

Festa del patrono a Scuola

Per quanto riguarda gli insegnati e il personale non docente, il CCNL Scuola prevede 4 giornate di riposo ai sensi della legge 937/1977 tra cui si considera giorno festivo la ricorrenza del Santo patrono della località in cui si presta servizio, purché cada in un giorno lavorativo.

La festa patronale è comunque retribuita come una normale giornata lavorativa, senza variazioni in busta paga.

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