5 giorni di vacanza in più: le festività soppresse potrebbero tornare

Simone Micocci

18 Aprile 2018 - 17:02

Depositata al Senato una proposta di legge che punta a reintrodurre alcune ex festività non più riconosciute dal nostro ordinamento. Per lavoratori e studenti in arrivo qualche giorno di vacanza extra?

5 giorni di vacanza in più: le festività soppresse potrebbero tornare

Leggendo la vostra busta paga avrete sicuramente notato la voce “festività soppresse” vicino agli spazi dedicati a ferie e permessi. Dovete sapere che qui sono indicate le ore di permesso che spettano ai lavoratori per le festività soppresse, ovvero per quei giorni di festa nazionale riconosciuti dalla legge 260/1949 ma poi cancellati da successive disposizioni.

Molte festività ad esempio sono state soppresse con la legge 54/1977 con la quale sono state introdotte delle nuove disposizioni in materia di giorni festivi. Successivamente poi sono state applicate delle nuove modifiche fino ad arrivare al vigente elenco di festività nazionali riconosciute:

  • Capodanno (1° gennaio);
  • Pasqua (domenica successiva alla prima luna piena post equinozio di primavera);
  • Pasquetta o lunedì dell’Angelo (giorno successivo alla Pasqua);
  • Festa della Liberazione (25 aprile);
  • Festa dei lavoratori (1° maggio);
  • Festa della Repubblica (2 giugno)
  • Festa di Ognissanti del 1° novembre;
  • Immacolata concezione dell’’8 dicembre;
  • Natale (25 dicembre);
  • Santo Stefano (26 dicembre).

In questi giorni - segnati con il colore rosso sul calendario - scuole e uffici pubblici restano chiusi e a coloro che lavorano va corrisposta una retribuzione maggiorata.

Quali sono le festività soppresse?

Sono festività soppresse, invece, alcune feste della religione cristiana.

Ad esempio, lo è il giorno di San Giuseppe (19 marzo, nel quale si festeggia anche la Festa del Papà) così come alcune festività legate alla Pasqua cristiana, quali l’Ascensione (39° giorno dopo la domenica pasquale) e il Corpus Domini (60° giorno successivo alla Pasqua). Viene considerata festività soppressa anche l’onomastico dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno che oggigiorno si festeggia solamente a Roma.

Infine fa parte delle ex festività anche la Festa dell’Unità Nazionale del 4 novembre.

Come anticipato queste danno diritto ad un giorno di permesso retribuito, ma solo qualora queste cadano durante un giorno della settimana.

Tuttavia c’è la possibilità che alcune di queste tornino ad essere riconosciute a tutti gli effetti come festività nazionali e ad essere segnate in rosso sul calendario; al Senato, infatti, è stato presentato un disegno di legge che punta a reintrodurre le festività soppresse nel nostro ordinamento.

Le ex festività non saranno più “ex”?

La proposta di legge è stata presentata dal partito popolare sudtirolese, il Südtiroler Volkspartei e firmata da tre Senatori. La loro intenzione è quella di tornare al pre-1977, quando a studenti e lavoratori venivano garantiti più giorni di vacanza rispetto ad oggi.

In questo modo si fa un omaggio non solo ai cristiani praticanti che potrebbero così “celebrare le festività riconosciute dalla loro religione”, ma anche ai lavoratori non credenti che beneficerebbero di un po’ di tempo libero da dedicare alle attività ricreative.

Nel dettaglio, la proposta di legge vorrebbe far riconoscere le seguenti festività religiose:

  • San Giuseppe;
  • Ascensione;
  • Pentecoste (50 giorni dalla Pasqua);
  • Corpus Domini.

Inoltre verrebbe estesa su tutto il territorio nazionale la festa dei SS. Pietro e Paolo del 29 giugno, ricorrenza oggi riconosciuta solamente dal Comune di Roma.

Per capire la portata della proposta di legge basta vedere cosa sarebbe successo quest’anno qualora questa fosse già in vigore: lavoratori e studenti sarebbero stati a casa anche nelle giornate di lunedì 19 marzo, giovedì 10 maggio e venerdì 29 giugno. Per la Pentecoste (20 maggio) e il Corpus Domini (3 giugno), invece, non ci sarebbero stati cambiamenti perché entrambe cadono di domenica.

Ma quante possibilità ci sono che questo scenario si concretizzi? Poche, anche perché al momento tutto è fermo vista la mancanza di un Governo e anche in tal caso le priorità sarebbero altre. Comunque ne sapremo di più nelle prossime settimane; continuate a seguirci perché vi terremo aggiornati su qualsiasi novità.

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