Jp Morgan salva First Republic Bank acquisendo asset per 229 miliardi di dollari. L’inaspettato salvataggio del secondo fallimento bancario più grande della storia statunitense.
La First Republic Bank è salva grazie Jp Morgan, che con un’operazione da 229,1 miliardi di dollari acquisirà la maggior parte degli asset della banca. A farlo sapere è un comunicato dell’Authority di regolamentazione Usa, riportato dal Wall Street Journal. Si tratta del secondo fallimento bancario più grande nella storia statunitense dopo quello della Washington Mutual del 2008.
First Republic salva grazie a Jp Morgan, cosa è successo
Le autorità di controllo federali hanno comunicato la vendita della maggior parte delle attività a Jp Morgan Chase & Co, dopo aver messo la banca sotto amministrazione controllata. La First Republic Bank è stata fondata nel 1985 e rappresentava all’inizio di quest’anno la quattordicesima banca più grande degli Stati Uniti. La crisi che ha colpito gli istituti bancari statunitensi in questo ultimo periodo, con il crac della Silicon Valley Bank e della Signature Bank ha tuttavia compromesso radicalmente gli equilibri finanziari. Così, negli ultimi mesi le azioni della First Republic Bank hanno perso quasi interamente il loro valore.
Gli svariati tentativi di salvataggio non sono riusciti ad arginare la crisi e il colosso statunitense è salvo soltanto grazie all’accordo stipulato con Jp Morgan dalla Federal deposit insurance corporation. Quest’ultima, che fornisce garanzia sui conti correnti, ha infatti chiuso le attività della First Republic, che saranno acquistate per la maggior parte dalla multinazionale newyorkese per un totale di 229,1 miliardi di dollari di attività. Sarà sempre Jp Morgan ad assumere tutti i 103,9 miliardi di depositi della First Republic Bank.
Con la crisi iniziata ormai più di un mese fa e i fallimentari tentativi di recupero, il crollo delle azioni in Borsa della First Republic ha infatti continuato a proseguire, parallelamente al ritiro dei depositi da parte dei correntisti preoccupati per le eventuali perdite. A metà del mese di marzo, infatti, la banca ha ottenuto un deposito da 30 miliardi di dollari, grazie all’accorto raggiunto dalla Segretaria al tesoro statunitense Janet Yellen con le banche più importanti del paese, tra cui oltre a Jp Morgan, anche:
- Citigroup;
- Wells Fargo;
- Bank of America;
- Morgan Stanley;
- Goldman Sachs.
L’intervento repentino non è stato sufficiente a rassicurare gli investitori e dopo un breve stop dovuto alla manovra, il crollo in Borsa è ripreso, proprio come accaduto con gli altri istituti finanziari. Nei primi mesi del 2023, la banca di San Francisco ha registrato un calo del 97% del valore delle azioni, complici proprio i deflussi dei depositi e il riserbo degli investitori. Una settimana fa, in effetti, con precisione il 26 aprile, la First Republic Bank ha subito l’ennesimo calo della capitalizzazione, scendendo sotto 1 miliardo di dollari.
Fallimento della First Republic Bank, evitato il rischio di contagio
Così, la vigilanza statunitense ha lavorato duramente per risolvere la crisi in tempi ridotti, nel tentativo di anticipare l’apertura delle Borse asiatiche ed evitare l’effetto a catena sul sistema bancario. Così come avvenuto con il crollo della Silicon Valley Bank si temevano infatti le ripercussioni che il fallimento della First Repubblic avrebbe provocato. Le banche in questione hanno in effetti caratteristiche simili, tra cui diverse somiglianze nei fattori scatenanti della crisi.
Trattandosi di banche medie, in cui la maggior parte della clientela è aziendale, i conti correnti sono piuttosto consistenti e superano il limite (pari a 250 mila dollari) entro cui la legge statunitense garantisce il rimborso per fallimento. Di conseguenza, è naturale che ai primi segnali di allarme i correntisti abbiano spostato i propri depositi. Così, la banca ha perso circa 100 miliardi di dollari di capitali dall’inizio della crisi, quasi annullando la propria capacità di investimento.
La fragilità economica delle banche è stata poi favorita anche dal consistente aumento del tasso di interesse da parte della Federal Reserve – la banca centrale statunitense – rendendo i prestiti precedentemente concessi dagli istituti di credito decisamente poco convenienti per gli stessi. Comunque, con l’acquisizione da parte di Jp Morgan si compie il salvataggio in extremis della First Republic, mentre secondo gli analisti non ci sono per ora altre banche a rischio fallimento.
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