Almeno 13 milioni sono le cartelle esattoriali che dovranno essere notificate tra il 2022-2023. Questo l’allarme di Federcontribuenti. Una percentuale di queste cartelle conterrà anche degli errori.
Con l’aumento dei prezzi e l’inflazione, sempre più persone si trovano in gravi difficoltà economiche. Eppure la macchina del Fisco non può essere fermata ed è imminente l’invio di delle cartelle esattoriali. Questo l’allarme lanciato da Federcontribuenti.
L’invio delle cartelle dovrebbe avvenire tra gli ultimi mesi del 2022 e i primi del 2023, l’associazione si è detta fortemente preoccupata per il prossimo futuro per numerose famiglie in difficoltà. Stando all’associazione saranno almeno 13 milioni le cartelle che dovranno essere notificate. Tra queste però è possibile incappare in cartelle “pazze”, ovverosia cartelle che presentano degli errori. Ecco tutto quello che c’è da sapere e cosa fare quando la cartella è (purtroppo) corretta.
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Fisco, l’allare di Federcontribuenti: “13 milioni di cartelle da notificare”
L’invio delle cartelle esattoriali è ormai vicino e Federcontribuenti mette in guardia i consumatori: già dalla prossima settimana potrebbero essere recapitare le prime cartelle. 13 milioni di cartelle sono già pronte. Come spiegato infatti dall’associazione, durante il periodo di sospensione Covid e fino al 31 dicembre 2021 si sono accumulate ben 26 milioni di cartelle esattoriali «di cui 13 milioni già preparate e 7 milioni inviate alla notifica entro il 31 luglio 2022».
Con la ripresa delle notifiche, quindi, ci saranno 13 milioni di cartelle esattoriali da notificare entro la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Ma non finisce qui. Come spiegato dall’associazione, a queste cartelle dovranno esserne aggiunte altre che l’Agenzia delle Entrate e altri Enti affideranno all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 2022. Si stima che queste cartelle saranno all’incirca 2,5-3 milioni. Cartelle che saranno recapitate anche a famiglie che al momento, a causa della crisi, si trovano in gravi difficoltà economiche.
Benché le cartelle siano recapitate dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, è bene ricordare che le eventuali proteste contro i tributi, sia per l’annullamento totale, sia per poter ottenere uno sgravio parziale, devono essere indirizzate direttamente all’ente impositore e non alla società di riscossione.
Fisco, errori nelle cartelle esattoriali: le percentuali
Se si torna a parlare di cartelle esattoriali non si può non tornare a parlare di cartelle “pazze” e quindi contenenti degli errori. Proprio su questo punto, il Presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella ha sostenuto che per il momento non ci sono dati di previsione, ma si potrebbe fare riferimento alle statistiche degli ultimi 5 anni.
Stando infatti agli ultimi dati le cartelle esattoriali errate sono circa il 56% delle emissioni. Gli errori possono essere vari e molteplice, i principali sono:
- decadenza e prescrizione del tributo e/o emissione di cartelle per tributi già pagati, pari a circa il 30% degli errori;
- imposte annullate da decisioni dei giudici tributari, pari a circa il 12%;
- tasse automobilistiche annullate dai Giudici di Pace, pari circa all’8%;
- tassa dei rifiuti su immobili locati richiesta al proprietario invece che al conduttore, pari al 4%;
- tassazione separata calcolata però in modo non corretto. Errore piuttosto raro rispetto i precedenti e pari a circa il 2%.
Fisco, quali sono le soluzioni per le cartelle corrette?
Davanti all’inflazione e all’aumento dei prezzi, che ormai pesano sempre di più nei portafogli delle famiglie, Federcontribuenti si è detta preoccupata per l’invio delle nuove cartelle esattoriali. E se in molti sperano di poter riscontrare un errore nella cartella, ci si domanda spesso cosa fare quando invece la cartella è “non pazza” e quindi corretta.
Come spiegato sempre dal presidente dell’associazione Paccagnella, l’unica vera soluzione a queste cartelle sarebbe l’utilizzo delle cosiddette «composizioni del sovraindebitamento effettuate per tempo e non quando ormai le case sono all’asta e ci sono i pignoramenti sugli stipendi». Come ricorda il direttore «quando si può agire per tempo si ottengono risultati ottimi».
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