Fisco, il Governo prepara correttivi alla riforma

Nadia Pascale

17 Gennaio 2025 - 10:55

Maurizio Leo, viceministro del Ministero dell’Economia, traccia le linee guida per il prosieguo della riforma del Fisco. Taglio Irpef, accertamento fiscale, utilizzo dei crediti di imposta.

Fisco, il Governo prepara correttivi alla riforma

La riforma del Fisco è ormai nel pieno del suo svolgimento, ma potrebbero presto esservi dei correttivi alla riforma già in vigore, ad annunciarlo il viceministro, Maurizio Leo.

il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato che entro il 2025 la riforma fiscale sarà completata e che, sempre entro la fine dell’anno, ci sarà il nuovo codice tributario, ma il viceministro Maurizio Leo al Convegno dell’ANC (Associazione Nazionale Commercialisti) a Roma ha sottolineato che ci saranno dei ritocchi ai 14 decreti legislativi già emanati e in vigore.

Ricordiamo che diversi ritocchi in realtà già vi sono stati e in particolare hanno riguardato il concordato preventivo biennale disciplinato dal decreto legislativo 13 del 2024.

Ecco a cosa punta il Governo nei prossimi mesi per la riforma del Fisco.

Riforma del Fisco, a che punto siamo?

La riforma fiscale può essere considerata una svolta epocale, prende il via dalla legge di Delega 111 dell’agosto 2023. Tra i suoi punti principale ha:
riduzione scaglioni Irpef;
concordato preventivo biennale;
riduzione delle sanzioni tributarie;
riforma della riscossione;
Statuto del contribuente.

Naturalmente quando si opera su larga scala, al momento dell’attuazione dei provvedimenti possono emergere anomalie e può essere necessario effettuare delle modifiche e proprio queste sono state annunciate da Maurizio Leo, viceministro all’Economia.

Taglio Irpef per il ceto medio, quando arriva?

Tra in provvedimenti annunciati, ma per ora non vi sono risorse, vi è l’ulteriore taglio dell’Irpef, in questo caso i benefici dovrebbero andare ai contribuenti rientranti nello scaglione da 28.000 euro a 50.000 euro. In questo caso l’ostacolo principale sono i fondi che il Governo intendeva reperire attraverso il concordato preventivo biennale, misura che però non ha funzionato risultando poco attrattiva per i contribuenti e registrando esigue adesioni.
La priorità resta abbattere le tasse che ricadono sul ceto medio.

Risposte caute, invece, sulla revisione ulteriore del calendario fiscale che proprio ai commercialisti interessa molto per evitare incombenze che si accumulano in momenti strategici dell’anno fiscale. In questo caso la difficoltà è nella conciliazione tra le esigenze dei professionisti e la necessità di assicurare flussi finanziari alle Casse dello Stato.

Per quanto riguarda il budget per la riforma fiscale si ricorda che è basso in quanto si avvale di un risparmio di 4 miliardi di euro derivante dall’eliminazione dell’ACE, contributi allo sviluppo, e 350 milioni di euro che dovrebbero arrivare dalla Global Minimum Tax.

Nelle prossime tappe del lavoro ci sarà particolare attenzione al contrasto all’abuso dei crediti di imposta inesistenti, che di fatto provocano ammanchi alle Casse dello Stato. Nuove norme saranno dettate in materia di Iva, imposta di registro e accertamento fiscale.
Infine, Maurizio Leo torna sul concordato preventivo biennale affermando che crede ancora in questa riforma per le partite Iva, certo per ora i risultati non sono corrispondenti alle aspettative.

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