Nel discorso alla Camera del 25 ottobre la premier Meloni ha anticipato le novità in arrivo: dalla flat tax alla tregua fiscale, passando per la lotta all’evasione. Ecco il piano del nuovo governo.
Flat tax, pace fiscale (anzi, tregua fiscale) e lotta all’evasione. Sono questi i pilastri su cui si baserà la rivoluzione del fisco che Giorgia Meloni, alla guida del nuovo governo, ha in mente. Ad annunciarlo la premier stessa, in occasione del suo primo discorso alla Camera tenutosi il 25 ottobre, a un mese esatto dalle elezioni politiche.
Un discorso lungo quello che ha fatto la prima donna presidente del Consiglio, col quale ha chiesto la fiducia alla Camera dei deputati. Il motto del suo governo sarà “non disturbare chi vuole fare”, riferendosi a chi oggi ha volontà di fare impresa, e al fatto che l’esecutivo debba agevolare e sostenere questi soggetti, «perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto».
La riforma fiscale del governo Meloni, dalla flat tax alle tasse per le famiglie
Il primo pilastro su cui la presidente del Consiglio Meloni ha intenzione di incentrare la sua riforma fiscale è la riduzione delle tasse e delle imposte per imprese e famiglie. Per farlo, le idee sono due:
- la riforma dell’Irpef, con la progressiva introduzione del quoziente familiare;
- l’estensione della flat tax per le partite Iva dagli attuali 65mila euro a 100mila euro di fatturato.
Andiamo con ordine. Il quoziente familiare prevede che i redditi del nucleo familiare siano sommati e poi divisi per un numero di parti risultante dall’attribuzione di un coefficiente a ciascun componente. È evidente, quindi, che a essere avvantaggiate da un simile sistema di tassazione sono le famiglie con più figli.
La flat tax, invece, è un’imposta fissa al 15%, applicata alle partite Iva in sostituzione delle aliquote e degli scaglioni Irpef. Oggi possono applicarla solo le partite Iva con ricavi e compensi fino al 65mila euro. La proposta di Meloni è quella di allargare la platea di beneficiari della tassa piatta alle partite Iva fino a 100mila euro di fatturato.
Sulla flat tax le novità però non sono finite, perché Meloni vuole mantenere le promesse elettorali e introdurre la tassa piatta incrementale, valida solo sull’aumento dei redditi dichiarati. Vuol dire che la flat tax si applicherebbe al 15% solo all’aumento del reddito. Rispetto a quanto promesso in campagna elettorale, però, l’aumento del reddito preso in considerazione è quello del triennio precedente. Ha dichiarato Meloni che si tratta di “una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita.”
La tregua fiscale di Meloni: stralcio delle cartelle e lotta all’evasione
Il secondo pilastro della riforma fiscale di Meloni riguarda una nuova pace fiscale, che la nuova presidente del Consiglio chiama «tregua» fiscale. I beneficiari, secondo quanto anticipato dalla premier stessa, saranno cittadini e imprese, in particolare le pmi. L’obiettivo, sottolinea Meloni, è di consentire a questi soggetti in difficoltà economica di regolarizzare la propria posizione con il fisco.
Allo studio c’è la possibilità di cancellare le cartelle con debiti fino a 2mila euro. In un primo momento si pensava di stralciare le cartelle con importi fino a 3mila euro, ma le risorse a disposizione non lo consentono. A essere cancellati, secondo le ultime anticipazioni, sarebbero i carichi affidati alla Riscossione fino al 30 giugno 2022.
Infine, l’ultimo pilastro su cui si basa la riforma della presidente del Consiglio è una serrata lotta all’evasione fiscale, «a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora». Quindi, non solo lotta all’evasione, ma anche una riforma dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione.
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