Meglio un Piano di Accumulo (PAC) o un fondo pensione? Ecco come aumentare l’importo della propria pensione.
Fondo pensione o Piano di Accumulo Capitale (PAC)? È la domanda che sempre più italiani si pongono per garantirsi una pensione stabile e un futuro finanziario sicuro. Il dibattito è acceso e la decisione non è semplice.
Entrambe le opzioni offrono la possibilità di risparmiare per la pensione e per altri obiettivi finanziari, ma quale conviene davvero?
In questa guida, esploreremo le caratteristiche di entrambe le soluzioni, aiutandoti a capire quando è preferibile optare per un PAC e quando invece il fondo pensione potrebbe essere la scelta migliore.
Cos’è un fondo pensione?
I fondi pensione sono strumenti finanziari creati per gestire e accumulare risorse durante gli anni di lavoro del sottoscrittore, al fine di fornire una pensione complementare alla pensione statale al momento del ritiro dal mondo del lavoro. Questi fondi raccolgono i contributi versati sia dai lavoratori che, in alcuni casi, dai datori di lavoro, investendoli in diverse tipologie di asset (azioni, obbligazioni, immobili, etc.) per farli crescere nel tempo.
Le tipologie di fondo pensione sono:
- Fondi pensione aperti: accessibili a chiunque desideri aderire, indipendentemente dal tipo di lavoro svolto.
- Fondi pensione chiusi: riservati a categorie specifiche di lavoratori, come dipendenti di una determinata azienda o membri di certe categorie professionali.
- Piani Individuali Pensionistici (PIP): Sono forme di risparmio previdenziale individuale gestite da compagnie di assicurazione.
I vantaggi del fondo pensione
I vantaggi di investire in un fondo pensione sono molteplici e fondamentali per garantire una sicurezza finanziaria nel lungo periodo. Questi includono:
Deducibilità fiscale: i versamenti effettuati al fondo pensione sono deducibili fino a un massimo di 5.164,47 euro all’anno. Questo significa che l’importo versato può essere sottratto dal reddito imponibile, riducendo così l’imposta sul reddito da pagare. Il beneficio fiscale ottenuto dipende dall’aliquota IRPEF applicata, offrendo un notevole vantaggio fiscale nel corso degli anni.
Aliquote IRPEF | 23% | 35% | 43% |
---|---|---|---|
Fasce di reddito | 0-28.000€ | 28.001-50.000€ | >50.001€ |
Versamento massimo deducibile | 5.164,57€ | 5.164,57€ | 5.164,57€ |
Risparmio fiscale | 1.187,85€ | 1.807,60€ | 2.220,77€ |
Costo di uscita (riscatto) massimo | 15% | 15% | 15% |
Costo di uscita minimo(>35 anni di permanenza) | 9% | 9% | 9% |
Tassazione agevolata sulle plusvalenze: le plusvalenze generate all’interno del fondo pensione sono soggette a una tassazione agevolata del 20%. L’aliquota scende al 12,5% per la quota che deriva dal possesso di titoli di Stato. Ciò significa che i rendimenti ottenuti sui investimenti all’interno del fondo sono tassati a un’aliquota inferiore rispetto ai normali redditi da lavoro o da investimenti, consentendo una maggiore crescita del capitale nel tempo. Inoltre, il capitale versato nel fondo pensione è totalmente esente dal pagamento dell’imposta di bollo dello 0,20% annuo.
Disciplina nell’investimento: investire in un fondo pensione richiede disciplina finanziaria, poiché non è possibile cedere alle emozioni e disinvestire improvvisamente. Questo aiuta gli investitori a mantenere una strategia a lungo termine, evitando decisioni impulsive che potrebbero compromettere gli obiettivi pensionistici.
Impignorabilità ed insequestrabilità: i fondi pensione offrono una protezione legale aggiuntiva poiché sono inaccessibili a creditori e non possono essere soggetti a pignoramenti. Questo garantisce la sicurezza dei risparmi accumulati nel fondo, proteggendo così il patrimonio dell’investitore da eventuali situazioni di crisi finanziaria.
Gli svantaggi del fondo pensione
Gli svantaggi associati al fondo pensione possono influenzare le decisioni degli investitori e includono diversi aspetti:
Elevati costi gestionali: i costi associati alla gestione di un fondo pensione possono essere significativi e ridurre notevolmente il rendimento complessivo dell’investimento nel lungo periodo. È essenziale comprendere appieno i costi di ogni comparto del fondo pensione e confrontarli con la media di settore per valutare l’effettiva convenienza dell’investimento.
Rendimento potenzialmente inferiore: il rendimento dei fondi pensione tende spesso ad essere inferiore rispetto a quello che potrebbe essere ottenuto attraverso un Piano di Accumulo Capitale (PAC) o altri strumenti di investimento. Questo può ridurre l’efficacia nel raggiungere gli obiettivi finanziari nel lungo periodo.
Immobilità del capitale: investire in un fondo pensione implica spesso immobilizzare il proprio capitale per un lungo periodo di tempo, a meno che non si verifichino determinate circostanze che consentano l’accesso anticipato ai fondi. Questa immobilizzazione può limitare la flessibilità finanziaria dell’investitore e rendere difficile rispondere a esigenze finanziarie impreviste.
Cos’è un piano di accumulo del capitale (PAC)?
Il Piano di Accumulo Capitale (PAC) è un’opzione di investimento e gestione del risparmio che offre l’opportunità di incrementare in modo graduale e costante il capitale accumulato nel tempo. Grazie ai versamenti periodici, il PAC consente di adattarsi alle varie esigenze dei risparmiatori e di coloro che mirano a investire a lungo termine, offrendo una soluzione flessibile e adatta a diverse situazioni finanziarie. A differenza del fondo pensione, il PAC non è vincolato alla previdenza complementare e può essere sottoscritto da chiunque desideri investire nel lungo periodo, indipendentemente dallo status lavorativo.
Una delle sue principali attrattive risiede nella sua adattabilità. Questo strumento di investimento permette di incrementare gradualmente il capitale nel tempo, consentendo ai risparmiatori di diversificare il proprio portafoglio e mitigare i rischi.
A differenza del fondo pensione, il PAC non impone vincoli temporali rigidi prima di poter accedere al capitale accumulato, offrendo una maggiore flessibilità. Inoltre, non è soggetto a restrizioni specifiche, consentendo ai sottoscrittori di gestire il proprio investimento in modo più libero e personalizzato.
I vantaggi del PAC
I vantaggi del Piano di Accumulo Capitale (PAC) sono molteplici e includono:
Risparmio regolare e costante: attraverso il PAC, è possibile risparmiare una quota fissa del proprio stipendio con regolarità e costanza. Questo comporta una disciplina finanziaria che può contribuire a evitare decisioni emotive impulsiva legate agli investimenti.
Riduzione dell’effetto emotivo negativo: grazie alla pianificazione degli investimenti periodici, il PAC aiuta a evitare la cosiddetta “trappola emotiva”, ossia l’impulso a investire quando i mercati sono al massimo e disinvestire quando sono al minimo.
Creazione di un patrimonio: il PAC offre la possibilità a qualsiasi investitore di costruire gradualmente un proprio patrimonio nel tempo, indipendentemente dalle disponibilità finanziarie iniziali.
Diversificazione temporale per mitigare il rischio: una delle peculiarità del PAC è la sua capacità di diversificare gli investimenti nel tempo. Questo approccio permette di ridurre il rischio legato a eventuali fluttuazioni di mercato, distribuendo gli acquisti su periodi diversi.
Gli svantaggi del PAC
Per quanto riguarda gli svantaggi, bisogna considerare i costi associati al PAC. Non tutti i piani di accumulo sono uguali e i costi possono variare a seconda degli strumenti scelti. Ad esempio, i PAC su fondi a gestione attiva o su ETF possono comportare costi diversi che incidono sul rendimento complessivo. È importante valutare attentamente i costi e cercare soluzioni che offrano un rapporto costo-rendimento equilibrato per massimizzare il rendimento finale del proprio investimento.
Differenze tra PAC e fondi pensione. Quale conviene?
Il confronto tra il Piano di Accumulo Capitale (PAC) e i fondi pensione rivela differenze significative che possono influenzare le decisioni di investimento degli individui. Di seguito esaminiamo le caratteristiche di entrambe le opzioni attraverso un esempio pratico:
Caratteristiche | PAC su ETF | Fondo Pensione |
---|---|---|
Flessibilità degli investimenti | Elevata: l’investitore ha il controllo diretto sulle scelte di investimento e può adattare il proprio portafoglio in base alle proprie esigenze e obiettivi finanziari. | Limitata: l’investitore delega la gestione del proprio capitale a un ente previdenziale, con minor controllo diretto sulle decisioni di investimento. |
Trattamento fiscale | Tassazione ordinaria al 26% sulle plusvalenze. | Deducibilità fiscale dei contributi versati fino a un massimo di 5.165 euro all’anno, con una tassazione agevolata sulla rendita del 20%. |
Accesso al capitale accumulato | Flessibile: l’investitore può disinvestire in qualsiasi momento senza restrizioni particolari. | Limitato: l’accesso al capitale accumulato è soggetto a vincoli e restrizioni imposti dal regolamento del fondo pensione, con possibilità di accesso anticipato solo in determinate circostanze. |
Ecco un esempio, per comprendere il potenziale impatto di queste differenze: consideriamo il caso di Sofia, una libera professionista di 45 anni con un reddito annuo lordo di 36.000 euro, disposta a versare 300 euro al mese.
Sofia deve decidere se sottoscrivere un fondo pensione azionario o un PAC su ETF.
Se sceglie il fondo pensione e versa 300 euro al mese, Sofia risparmia circa 1.260 euro all’anno grazie alla deduzione fiscale. Con un rendimento medio annuo del 4,20% (dati Convip) dopo 20 anni avrà accumulato circa 122.700 euro, consentendo di ottenere una pensione integrativa di 323 euro al mese.
Rendimenti medi annui Piani individuali pensionistici, fonte Covip (giugno 2023):
Comparto | 1 anno (2022) | 5 anni (2018-2022) | 10 anni (2013-2022) |
---|---|---|---|
Gestioni separate | 1,2% | 1,4% | 2,0% |
Obbligazionari | -5,2% | -0,9% | -0,2% |
Bilanciati | -12,3% | -0,4% | 1,7% |
Azionari | -13,2% | 2,0% | 4,7% |
In alternativa, se opta per un PAC su ETF, investendo la stessa somma mensile e ottenendo un rendimento medio annuo del 7%, dopo 20 anni avrà accumulato circa 185.800 euro.
Considerando l’impatto della tassazione, con la rendita del fondo pensione tassata al 20% e il PAC su ETF soggetto a una tassazione del 26%, la soluzione con il PAC su ETF risulta ancora la più conveniente, con un capitale netto di circa 137.500 euro, a fronte di un capitale accumulato di 98.160 euro con il fondo pensione.
Confronto | Fondo Pensione | PAC su ETF |
---|---|---|
Rendimento Atteso | 4,2% (medio annuo) | 7% (medio annuo) |
Contributo mensile | 300 euro | 300 euro |
Contributo annuale | 3.600 euro | 3.600 euro |
Deducibilità | Sì (fino a 5.165 euro) | No |
Risparmio fiscale annuo | circa 1.260 euro | - |
Capitale dopo 20 anni | circa 122.700 euro | circa 185.800 euro |
Tassazione plusvalenze | 20% | 26% |
Capitale netto dopo tassazione | circa 98.160 euro | circa 137.500 euro |
La scelta tra PAC e fondo pensione dipende dalle proprie esigenze finanziarie, dal profilo di rischio e dagli obiettivi a lungo termine. La decisione migliore dipenderà dalla propria situazione individuale e da esigenze specifiche. Inoltre le simulazioni cambiano notevolmente in base all’età, agli anni mancanti alla pensione e al profilo di rischio considerato. È consigliabile consultare un esperto finanziario per valutare le opzioni disponibili e prendere una decisione informata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA