Fondi pensione: cosa sono e come funzionano? Cosa c’è da sapere su tutte le caratteristiche e tipologie di questi strumenti di investimento.
I fondi pensione sono strumenti di investimento e risparmio che permettono di accumulare una rendita o un capitale da utilizzare al momento del pensionamento.
Essi sono parte della previdenza complementare e si affiancano alla pensione pubblica (INPS) per garantire una maggiore sicurezza economica dopo il ritiro dal lavoro. Proprio per questo, dinanzi a crescenti incertezze finanziarie e a continui cambiamenti nelle normative pensionistiche, i fondi pensione riscuotono un certo successo tra gli italiani e sapere come funzionano è una necessità per molti lavoratori che stanno progettando il loro futuro.
Nel 2024 si è registrata una forte crescita per i fondi pensione negoziali, una specifica tipologia di questi strumenti, che con un +5,7% di adesione hanno confermato la loro diffusione.
Per chi vuole pianificare al meglio il proprio benessere finanziario è quindi molto utile conoscere nel dettaglio cosa sono, come funzionano e le diverse tipologie di fondi pensione.
Cos’è un fondo pensione e a cosa serve
In termini semplici si può affermare che un fondo pensione è una cassa che raccoglie e investe in modo sicuro gli importi di denaro che il lavoratore decide autonomamente di versare durante gli anni di servizio per un determinato periodo di tempo, fino comunque al raggiungimento della pensione.
L’adesione a un fondo pensione è una scelta libera del lavoratore e la contribuzione versata durante l’attività lavorativa viene erogata solo una volta che sono maturati i requisiti per la pensione. In sostanza, Aderire ad un fondo pensione non vuol dire rinunciare all’altro tipo di pensione, ma semplicemente avere due contributi differenti, uno per l’Inps e uno per il fondo pensione, per poi ottenere una doppia contribuzione a fine lavoro.
A cosa serve un fondo pensione? Gli scopi sono diversi e così riassunti:
- integrare la pensione pubblica: con le riforme pensionistiche, l’importo della pensione pubblica tende a essere inferiore rispetto all’ultimo stipendio percepito; cumulare risparmi con agevolazioni fiscali: i versamenti al fondo sono deducibili dal reddito imponibile fino a un certo limite annuo;
- investire il capitale nel tempo: i contributi vengono investiti in strumenti finanziari per far crescere il capitale;
- offrire flessibilità: al momento della pensione, il capitale può essere riscosso in parte come somma unica e in parte sotto forma di rendita mensile
Questo tipo di investimento è solitamente scelto per avere una stabilità finanziaria anche quando si sarà terminata l’attività lavorativa.
Come funzionano i fondi pensione nel dettaglio
Un fondo pensione è un sistema di risparmio a lungo termine che permette di accumulare un capitale destinato a integrare la pensione pubblica.
Il suo funzionamento - e quindi la sua attivazione - si basa su tre fasi principali: adesione e versamenti, investimento dei contributi ed erogazione della pensione.
Nel dettaglio, un lavoratore può decidere in maniera volontaria se aderire a un fondo pensione aperto o a un piano individuale pensionistico (PIP). Per i lavoratori dipendenti c’è l’opzione del fondo negoziale previsto per la loro categoria professionale. Una volta scelto il tipo di strumento, i versamenti di denaro al fondo possono essere eseguiti in vario modo:
- il lavoratore stesso con contribuzione volontaria;
- il datore di lavoro se previsto dal contratto collettivo;
- il TFR (Trattamento di Fine Rapporto), che può essere destinato al fondo pensione invece di lasciarlo in azienda
A questo punto i soldi versati nel fondo pensione vengono investiti per far crescere il capitale. Il lavoratore può scegliere tra diverse linee di investimento, con livelli di rischio e rendimento variabili:
- Linea garantita, con investimenti più sicuri (obbligazioni, titoli di Stato) e con un rendimento contenuto;
- Linea bilanciata, con un mix di obbligazioni e azioni di rischio moderato;
- Linea azionaria, con maggiore esposizione in azioni, più rischiosa ma potenzialmente a rendimento più alto
Quando sono raggiunti i requisiti pensionistici, il capitale accumulato può essere prelevato in due modalità:
- rendita mensile che si aggiunge alla pensione pubblica;
- ritiro del capitale, fino al 50% del montante in un’unica soluzione (o tutto se l’importo è basso)
In caso di necessità, è possibile chiedere anticipazioni sui contributi versati. In che modo? L’anticipazione del fondo pensione permette di prelevare una parte del capitale accumulato prima del pensionamento, in determinate situazioni previste dalla legge:
- spese sanitarie (fino al 75% del capitale);
- acquisto o ristrutturazione della prima casa (fino al 75% del capitale), ma non prima di 8 anni dall’adesione al fondo;
- altri motivi personali (fino al 30% del capitale)
La richiesta va presentata direttamente all’ente che gestisce il fondo pensione. Diverso dall’anticipazione è il riscatto del fondo pensione. In cosa consiste? Si tratta di un prelievo totale o parziale del capitale accumulato prima del pensionamento, in alcune situazioni specifiche. È diverso dall’anticipazione, che permette solo un prelievo parziale per determinati motivi.
Il riscatto può essere richiesto in questi casi:
- perdita del lavoro: riscatto del 50% del capitale accumulato se si resta disoccupati per almeno 12 mesi ma meno di 48 mesi, riscatto del 100% se la disoccupazione dura oltre 48 mesi;
- invalidità permanente: se l’aderente al fondo pensione subisce un’invalidità che riduce almeno al 66% la capacità lavorativa, può riscattare il 100% del capitale.
- morte dell’iscritto;
- riscatto totale per altre cause
Se il fondo pensione chiude o non può più operare, è possibile prelevare il 100% del capitale.
Le tipologie di fondo pensione più importanti
Esistono diverse tipologie di fondi pensione che si differenziano tra loro per la gestione e la destinazione dei fondi.
Le tipologie esistenti sono le seguenti:
TIPOLOGIA | DEFINIZIONE |
---|---|
Fondi di pensione chiusi | fondi riservati solo ad alcune categorie di lavoratori, per i quali le sigle sindacali e organizzazioni imprenditoriali di settore |
Fondi aperti | fondi gestiti da banche, assicurazioni o altri enti che sono appunto aperti a tutte le tipologie di lavoratori, siano essi dipendenti pubblici, privati o autonomi |
PIP o piani individuali pensionistici | piani di pensione complementare istituiti esclusivamente da imprese assicurative. L’adesione a questi piani è individuale |
Queste tipologie di fondi possono essere create da differenti istituti, che poi effettueranno anche la gestione del fondo. In Italia sono autorizzati a creare un fondo pensione i seguenti istituti:
- Banche;
- Società di gestione del risparmio;
- SIM;
- Società fiduciarie autorizzate;
- Compagnie di Assicurazione;
- Imprese di investimento comunitarie.
Per tutte le tipologie di fondo pensione vi sono poi degli organi di vigilanza che effettuano controlli e controllano che non vi siano problemi.
I soggetti che hanno strutturato il fondo investono le risorse del fondo in strumenti finanziari, quali azioni, titoli di Stato, obbligazioni, certificati di deposito, secondo il piano di investimento fissato nel Regolamento del fondo stesso. Alcuni fondi pensione prevedono la garanzia di restituzione del capitale, ovvero il riconoscimento di un rendimento minimo.
I soggetti sopra elencati, che gestiscono i fondi pensionistici, sono oggetto di controllo da parte delle proprie autorità di vigilanza interne. Inoltre, è stata istituita la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP) al fine di perseguire la trasparenza nell’amministrazione dei fondi e la loro corretta gestione.
Fondi pensione chiusi
I fondi pensione chiusi nascono da accordi collettivi tra lavoratori e datori di lavoro e garantiscono una forma di pensione integrativa a determinate categorie di lavoratori.
Potranno usufruire dei fondi pensione chiusi i lavoratori di una determinata categoria contrattuale, i lavoratori di un’ impresa o di un gruppo di imprese di un determinato territorio, in cui gli organi di amministrazione e controllo sono gestiti dal 50% dei rappresentanti dei lavoratori iscritti e per il restante 50% dai datori di lavoro.
I fondi pensione chiusi vengono detti anche fondi negoziali e sono regolati dalla Covip (Commissione di Vigilanza per i fondi pensione). La gestione dei fondi pensione chiusi è affidata agli istituti bancari e alle compagnie assicurative che depositano le somme versate presso l’istituto di credito scelto. La pensione integrativa verrà poi erogata dalle compagnie di assicurazione.
Se l’adesione avviene con conferimento tacito del TFR o nella forma contrattuale, è opportuno che il lavoratore valuti di integrare le somme versate con il proprio
contributo. In tal caso, il datore di lavoro ha l’obbligo di effettuare l’ulteriore versamento secondo quanto previsto dagli accordi.
Fondi pensione aperti
I fondi pensione aperti sono i fondi istituiti da istituti bancari, società di gestione risparmio e compagnie di assicurazione: i lavoratori interessati possono sottoscrivere il fondo pensione scelto sia in forma individuale sia in forma collettiva.
Nei fondi pensione aperti il capitale versato dai lavoratori viene separato dall’attività dell’istituto bancario o dell’ente che li gestisce.
Precisiamo nuovamente che il capitale che i lavoratori versano nei fondi pensione aperti rimane separato dall’attività dell’istituto bancario o dell’ente che li gestisce.
Ogni fondo pensione aperto è disciplinato da un Regolamento che definisce la denominazione, l’istituzione e lo scopo dello stesso, le caratteristiche, i profili organizzativi e i rapporti con gli aderenti.
Per quanto riguarda la contribuzione, il lavoratore dipendente privato e il lavoratore autonomo possono scegliere al momento dell’adesione l’importo e la periodicità del versamento. Il lavoratore privato può anche decidere di versare il flusso Tfr. Il lavoratore dipendente pubblico, invece, può versare solo il contributo individuale e non il flusso Tfr.
Nel caso di adesione collettiva le regole della contribuzione e, in particolare il contributo minimo da versare, vengono stabilite da contratti e accordi collettivi anche aziendali.
Nel momento in cui un lavoratore decide di aderire a un fondo pensione aperto può scegliere uno o più comparti di investimento: la scelta non sarà comunque definitiva, ma potrà essere modificata successivamente in base a quanto previsto dal Regolamento del fondo.
A vigilare sul rispetto della normativa dei fondi pensione aperti è la COVIP (Commissione di Vigilanza per i fondi pensione).
Piani Individuali Pensionistici (PIP)
I Piani Individuali Pensionistici (PIP) sono un’altra tipologia di fondo pensione. In questo caso il lavoratore decide di sottoscrivere un’assicurazione sulla vita, finanziata versando una quota fissa mensile oppure facendovi confluire il TFR.
Anche in questo caso il capitale versato dal lavoratore è separato dall’attività dell’ente che gestisce il fondo, e a vigilare è la Covip.
I PIP sono istituiti da compagnie assicurative attraverso due sistemi:
- contratti assicurativi di ramo I, come per esempio le assicurazioni sulla vita;
- contratti assicurativi di ramo III, come per esempio le polizze di tipo unit linked. In questo caso, il rendimento non è garantito, ma è collegato alle forme di investimento attuate dalla compagnia assicurativa e, per questo, più rischiose.
Infine ci sono le forme pensionistiche preesistenti ossia i fondi pensione presenti precedentemente all’entrata in vigore del Decreto Legislativo 252 del 2005 sui fondi pensione. Anche questa forma di fondi pensione è controllata dalla Covip.
A chi è rivolto? Cosa può essere investito nel fondo?
Chi può aderire a un fondo pensione? La risposta a questa domanda è semplice: lavoratori dipendenti sia pubblici che privati, lavoratori autonomi, professionisti e lavoratori o soci di cooperative per i quali non siano previsti fondi aziendali o di categoria o di settore possono tutti optare per questo investimento.
Possono aderire ad un fondo pensione anche i titolari di pensione che vogliono avere una seconda entrata in futuro. Questa tipologia di pensione è infatti pensata per tutti e può essere stipulata da chiunque voglia versare parte dello stipendio per avere una seconda pensione.
Non ci sono quindi vincoli di alcun genere e non viene richiesto di avere delle specifiche caratteristiche o di rispondere a dei parametri minimi di reddito.
Semplicemente si versano dei contributi e al raggiungimento della quota stabilita si avrà la pensione.
Precisiamo nuovamente che non vi è nessun tipo di contribuzione statale in questi casi e che è solo il lavoratore (o in alcuni casi specifici l’azienda) a versare dei soldi e a effettuare questo investimento.
Cosa si può investire nel fondo? Un fondo pensione investe il capitale versato dagli aderenti in strumenti finanziari diversificati, per far crescere il risparmio nel tempo e garantire una rendita alla pensione.
Quanto costa un fondo pensione?
Il costo di un fondo pensione varia a seconda del tipo di gestione, della strategia di investimento e dell’ente che lo offre.
I costi principali si dividono in commissioni di gestione, costi di adesione e oneri fiscali.
Nel dettaglio, le commissioni di gestione sono i costi principali e vengono applicati ogni anno per la gestione del fondo e possono gravare sui contributi versati, sul patrimonio gestito o sui rendimenti.
Alcuni fondi, inoltre, applicano una commissione di ingresso (ma molti negoziali la azzerano), alla quale aggiungere spese di amministrazione per la gestione della posizione individuale.
Se vuoi trasferire il fondo a un’altra compagnia, potresti dover pagare una penale, soprattutto nei primi anni. In caso di riscatto anticipato, possono esserci costi aggiuntivi.
Infine, i rendimenti finanziari dei fondi pensione sono tassati al 20%e il TFR lasciato nel fondo ha una tassazione agevolata che può scendere fino al 9%.
La tassazione prevista
I fondi pensione godono di un regime fiscale agevolato, con vantaggi rispetto ad altri strumenti di risparmio. La tassazione si applica in tre fasi: versamento, rendimento e prestazione finale.
I contributi versati nel fondo pensione sono deducibili dal reddito imponibile fino a un massimo di 5.164,57€ all’anno. I rendimenti generati dagli investimenti del fondo pensione sono tassati con un’aliquota del 20%. Infine, la parte del capitale derivante dai contributi dedotti è tassata al 15%, riducibile fino al 9% per chi ha almeno 35 anni di partecipazione al fondo.
Conviene un fondo pensione nel 2025?
Un fondo pensione nel 2025 continua a essere una delle soluzioni più consigliate per integrare la pensione pubblica, grazie ai vantaggi fiscali, alla gestione professionale e alla possibilità di ottenere una rendita aggiuntiva al momento del pensionamento.
La convenienza, ovviamente, dipende da età, reddito, capacità di risparmio e obiettivi personali. Tra i vantaggi del fondo pensione si annoverano:
- benefici fiscali;
- possibilità di ottenere rendimenti nel tempo;
- sicurezza di una pensione integrativa per compensare la probabile riduzione della pensione pubblica;
- flessibilità nella gestione con possibilità di anticipazione;
- accumulo di capitale e sfruttamento della crescita del mercato se si decide in età più giovane (per esempio dai 40 anni)
Un fondo pensione è pensato per chi desidera integrare la pensione pubblica e garantirsi un reddito aggiuntivo in vista della pensione. È uno strumento ideale per chi ha un orizzonte di investimento a lungo termine e vuole risparmiare in modo strutturato.
Alternative attuali al fondo pensione
Le alternative attuali al fondo pensione comprendono tutti gli strumenti di risparmio e investimento che permettono di accumulare capitale per il futuro, ma con caratteristiche diverse rispetto ai fondi pensione.
Ognuna di queste opzioni ha vantaggi e svantaggi a seconda delle esigenze di liquidità, rischio e rendimenti.
Per esempio, ci sono gli ETF e i fondi comuni che permettono di diversificare il portafoglio investendo in azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari. Queste le caratteristiche:
Vantaggi
- Liquidità: Puoi vendere e acquistare ETF o fondi in qualsiasi momento;
- Diversificazione: Gli ETF e i fondi comuni permettono di investire in un ampio portafoglio di titoli;
- Costi di gestione bassi rispetto ai fondi attivi
Svantaggi - Tassazione sui rendimenti (26% su plusvalenze e dividendi);
- Rischio di mercato: I rendimenti non sono garantiti e i mercati finanziari possono essere volatili
I conti deposito e i piani di risparmio sono altre alternative, con queste peculiarità:
Vantaggi:
- Basso rischio: I conti deposito sono sicuri, specialmente se sono garantiti dal Fondo di Garanzia dei Depositi bancari (fino a 100.000€ per ogni depositante);
- Interessi garantiti: Guadagni un interesse fisso sul tuo capitale;
- Flessibilità: In alcuni casi puoi ritirare il denaro prima della scadenza, anche se potrebbero esserci penali
Svantaggi: - Rendimenti bassi: In un ambiente di tassi di interesse bassi, i rendimenti sui conti deposito sono generalmente molto contenuti;
- Tassazione sui rendimenti (26%)
Investire in immobili è una forma tradizionale di investimento che consente di guadagnare tramite l’apprezzamento del valore e/o l’affitto. Da sapere:
Vantaggi:
- Reddito passivo: Affittando l’immobile, puoi ottenere una rendita mensile;
- Apprezzamento del valore: Gli immobili tendono ad aumentare di valore nel lungo periodo;
- Diversificazione: Aggiungi un altro tipo di asset al tuo portafoglio
Svantaggi: - Alto capitale iniziale: L’acquisto di immobili richiede un investimento consistente;
- Bassa liquidità: Vendere un immobile può richiedere molto tempo e non è sempre facile;
- Costi di gestione: Devi considerare manutenzione, tasse e gestione degli affitti
Infine ci sono le assicurazioni sulla vita, che offrono un’opzione di accumulo di capitale (con componenti di investimento), oltre alla protezione contro imprevisti. Queste le caratteristiche:
Vantaggi:
- Copertura assicurativa: Oltre a risparmiare, hai una polizza vita che ti protegge e proteggi la tua famiglia in caso di decesso;
- Benefici fiscali: In alcuni casi, puoi dedurre i premi versati;
- Rendimento sul capitale accumulato: Le polizze vita con accumulo di capitale offrono anche un ritorno economico
Svantaggi: - Costi elevati: Le polizze vita possono avere costi di gestione elevati, che riducono il rendimento;
- Rendimento non sempre competitivo rispetto ad altri investimenti;
- Vincoli: La liquidità non è immediata e spesso la polizza ha scadenze specifiche
In generale, se si desiderano liquidità e flessibilità gli investimenti in ETF, fondi comuni sono preferibili. Per chi cerca un reddito passivo nel lungo periodo, l’immobiliare e le assicurazioni con accumulo di capitale potrebbero essere più adatte.
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