Fondo perduto, ristoranti e mense vogliono più risorse e aiuti: le richieste delle associazioni

Rosaria Imparato

24 Marzo 2021 - 13:11

Contributi a fondo perduto, la situazione di ristoranti e mense è al limite: per questo motivo chiedono più risorse allo Stato, considerando che il bonus filiera ancora non è arrivato il DL Sostegni non prevede aiuti specifici per il settore. Vediamo quali sono le richieste delle associazioni di categoria.

Fondo perduto, ristoranti e mense vogliono più risorse e aiuti: le richieste delle associazioni

Contributi a fondo perduto, ristoranti e mense sono tra i settori più colpiti dalla crisi economica e chiedono maggiori risorse al Governo.

Moltissime attività infatti stanno ancora aspettando il bonus filiera, e allo stesso tempo i nuovi parametri del fondo perduto riscritti dal DL Sostegni non garantiscono importi di particolare portata, soprattutto considerando le difficoltà dei settori.

Vediamo quali sono le richieste delle associazioni di categoria.

Fondo perduto, la situazione dei ristoranti: ancora in attesa del bonus filiera

Il DL Sostegni non prevede dei contributi a fondo perduto dedicati in modo specifico alla categoria dei ristoranti, nonostante ormai da mesi (a voler essere precisi da ottobre scorso) la loro attività sia a singhiozzo.

Da mesi ormai il servizio si alterna tra aperture, chiusure e solo asporto, in linea con le nuove regole in base ai colori delle Regioni.

Per le associazioni di categoria il fondo perduto del DL Sostegni non è sufficiente: troppo limitato in rapporto alle perdite registrate.

Il decreto però mette a budget anche altri 250 milioni per il Fondo per il sostegno e lo sviluppo delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, che va a rimpinguare le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio 2021 (150 milioni).

E il bonus filiera del decreto Agosto? Delle 40.000 domande arrivate solo in 12.700 hanno ricevuto il contributo. Lo conferma Matteo Musacci, vicepresidente di FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) sulle pagine del Sole 24 Ore:

“La misura di per sé non ha avuto grande successo, sia per la complessità della documentazione da produrre sia perché le richieste per ottenere il contributo sono state aperte tardi, quando ormai molti ristoranti erano chiusi, ma la cosa più importante è che la maggior parte dei richiedenti non ha ancora ricevuto l’anticipo in un momento in cui la liquidità scarseggia. C’è chi ha acquistato prodotti made in Italy per supportare la filiera contando sul contributo, e ora si trova in difficoltà a saldare le fatture ai fornitori.”

Fondo perduto, ristoranti e mense chiedono più risorse: le richieste delle associazioni

Il DL Sostegni non ha in effetti contribuito in modo decisivo. Nel comunicato stampa di FIPE del 20 marzo si leggono le parole del presidente della Federazione Lino Enrico Stoppani:

“[...] ci si lamenta del nanismo delle imprese italiane e poi si mette un limite di 10 milioni di fatturato per accedere ai sostegni; e ancora :si dichiara che i contributi sono calcolati sulla perdita di fatturato annuo, ma in realtà si indennizza una sola mensilità media. C’è la spiacevole sensazione di voler aggirare il problema. Il punto è che bisogna uscire immediatamente dall’ottica di breve periodo e mettere in piedi un piano di ripartenza che garantisca il diritto al lavoro e non sottoscriva semplicemente il dovere di stare chiusi. Serve un progetto che dia una prospettiva di futuro reale alle imprese e non solo un sostegno temporaneo, che appare oggi una fragile stampella.”

CS FIPE del 20 marzo 2021
Clicca qui per scaricare il file.

Anche il settore della ristorazione collettiva, ovvero delle mense, è in ginocchio: il problema è che le aziende hanno continuato a lavorare in questi mesi, pur non guadagnando, e quindi sono escluse dal fondo perduto del DL Sostegni.

Il presidente di Anir Confindustria (Associazione nazionale delle imprese della ristorazione collettiva) avverte:

“A fine pandemia ci troveremo con almeno 60mila licenziamenti, riguardanti all’85% dei casi personale femminile perché le scelte del Governo in tema di smart working nella Pa stravolgeranno per sempre le nostre imprese.”

L’associazione propone un “pacchetto mense” con interventi per sanare i conti delle aziende e mettere in sicurezza migliaia di posti di lavoro, con tanto di indennizzi, sostegno dei costi fissi e forme di decontribuzione del costo del lavoro.

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