Non considerare più i finanziamenti per la formazione come aiuti di Stato: è questa la richiesta avanzata da Fondimpresa, in occasione della due giorni ’Il lavoro al centro’, per aiutare le aziende.
Innovazione e competenze non possono esistere senza un’adeguata formazione. Questo è il concetto alla base della due giorni di Fondimpresa ‘Il lavoro al centro’ che si tiene a Roma e che ha l’obiettivo di porre l’accento sulla questione della formazione nell’anno europeo delle competenze.
Il concetto da cui si parte è che l’innovazione tecnologica può produrre crescita e nuovo lavoro, come sottolinea la vicepresidente di Fondimpresa, Annamaria Trovò, aprendo i lavori. Oggi non sappiamo ancora quali saranno le nuove professioni del futuro, ma “sappiamo che tutti i lavori si trasformeranno”.
E proprio di fronte a questo scenario bisogna farsi trovare pronti, sapendo che alcuni lavori spariranno, altri cambieranno e altri ancora, che oggi non esistono, verranno creati. La sfida bisogna affrontarla partendo dall’acquisizione di nuove competenze, che può avvenire solamente attraverso la formazione.
La formazione al centro delle nuove competenze
Come spiega Trovò, la formazione continua è necessaria e già oggi esistono molti contratti che “hanno investito su questo principio: la formazione sempre più spesso viene considerata un diritto e un dovere”. Le imprese, su questo fronte, hanno bisogno di sostegno, tentando di integrare la formazione continua all’interno della cultura aziendale.
Formazione non rientri in aiuti di Stato: la richiesta di Fondimpresa
La richiesta avanzata da Fondimipresa è quella di non considerare più il finanziamento della formazione come aiuti di Stato. Trovò, intervistata da Money.it, si auspica che proprio questa due giorni possa essere l’occasione per porre il tema al governo, con i ministri competenti, e ai parlamentari europei che saranno presenti all’evento. La normativa sugli aiuti di Stato, infatti, è europea.
Trovò sottolinea come la formazione sia fondamentale per le aziende e i lavoratori: “Noi vogliamo rendere disponibili tutte le risorse alle imprese che hanno voglia di fare la formazione. Questo serve alle imprese stesse, ai lavoratori, all’economia, al Paese, serve a rendere le imprese più competitive e i lavoratori più occupabili”.
Il ruolo della formazione nel futuro delle aziende
La formazione, assicura Trovò, non viene trascurata dalle aziende e, anzi, molte imprese investono tanto su di essa. “Non a caso sono proprio le imprese con maggior successo sui mercati internazionali”, sottolinea la vicepresidente di Fondimpresa.
A suo avviso è necessario “fare della formazione un qualcosa di permanente, a disposizione di tutti, perché l’investimento formativo è un vero investimento. Dal punto di vista normativo bisogna aiutare chi investe in formazione ancora più di quanto si fa oggi e rendere disponibili tutte le risorse che sono gravate da un prelievo forzoso, perché con più risorse si riesce a fare di più”.
Questo non vuol dire che il governo debba imporre alle aziende la formazione, tema su cui è difficile trovare una risposta univoca. Le trasformazioni, spiega invece Trovò, devono essere “accompagnate ogni volta che serve e, a mio parere, serve sempre”.
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