Fotovoltaico, addio ai rimborsi? Ecco perché bisogna pensarci bene prima di investire

Simone Micocci

22 Agosto 2024 - 18:17

Investire in un impianto fotovoltaico è ancora conveniente? Non se l’unica ragione dell’acquisto è la prospettiva di ottenere rimborsi per l’energia immessa.

Fotovoltaico, addio ai rimborsi? Ecco perché bisogna pensarci bene prima di investire

Investire nell’acquisto di un impianto fotovoltaico conviene ancora solamente se l’acquisto è ragionato. Se non nell’immediato, infatti, ci sono scenari che rischiano di rendere meno conveniente l’acquisto di pannelli solari, specialmente per coloro che confidano nella possibilità di ottenere rimborsi per l’energia immessa.

D’altronde, quanto successo negli ultimi anni ne è la dimostrazione, fornendo un chiaro segnale su qual è la direzione intrapresa. Siamo partiti infatti dall’incentivo del conto energia, cessato nel 2013, che possiamo definirlo come il più conveniente in quanto ha riconosciuto ai proprietari di un impianto fotovoltaico il diritto a ricevere un compenso per l’energia elettrica prodotta nei 20 anni successivi all’avvio, a un prezzo tra l’altro molto conveniente. Siamo poi arrivati allo scambio sul posto, dove viene pagata tanta energia immessa quanto quella acquistata (nelle ore in cui la produzione dell’impianto è minima o nulla). Anche questo è però destinato all’addio, sostituito da misure che invece favoriscono l’autoconsumo, come nel caso delle comunità energetiche.

La tendenza è quindi quella di limitare le immissioni nella rete, diminuendo la misura dei rimborsi, favorendo invece le forme di aggregazione che favoriscono il consumo di tutta l’energia prodotta.

È bene esserne consapevoli prima di acquistare un impianto fotovoltaico. Nel valutare i pro e i contro dell’investimento, infatti, è importante considerare che il periodo dei rimborsi è destinato alla conclusione, come tra l’altro dimostrato da quanto sta succedendo in altri Paesi.

Ci sono in particolare due elementi che accomunano tutti quei Paesi che negli ultimi anni hanno investito in incentivi utili a favorire la transizione green. Da una parte la riduzione dei costi dell’energia, in parte è motivata proprio dalla crescita del numero di impianti di produzione di energia green presenti sul territorio, e dall’altra il fatto che ci si sta avvicinando, e in alcuni casi superando, il limite oltre cui l’energia prodotta è sufficiente per colmare il fabbisogno.

Una limite che se superato potrebbe portare all’adozione di contromisure che rischiano di rendere il fotovoltaico non più conveniente come si potrebbe pensare.

Ecco perché prima di acquistare bisogna capire bene cosa può succedere nel medio-lungo periodo, così da poter pianificare al meglio la rivoluzione green del proprio appartamento.

Fotovoltaico, la situazione in Italia e in Europa

Come anticipato, ci stiamo avvicinando sensibilmente alla soglia entro cui l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici presenti sul territorio (come pure dalle altre fonti di energia rinnovabile) è sufficiente per colmare il fabbisogno.

Anzi, in molti Paesi europei è già così, in particolare Germania, Olanda e Danimarca dove sono in aumento le situazioni in cui il prezzo dell’energia è sceso persino sotto lo zero. Questo succede perché appunto c’è energia in surplus e alle compagnie energetiche conviene incentivare un maggior consumo piuttosto che spegnere gli impianti.

L’Italia non è ancora arrivata a segnare dei prezzi negativi dell’energia, ma sembra che siamo vicini.

Ad esempio, lo scorso 7 aprile per la prima volta è stata raggiunta la soglia dei 10 centesimi al megawattora, il più basso degli ultimi 4 anni. Merito di questo ribasso è stato il notevole incremento di produzione di energia elettrica da parte di impianti fotovoltaici registrata nella prima settimana di aprile: una crescita del 76% rispetto a quella precedente, con un valore di 119 gigawattora (il più elevato di sempre).

Non bisogna quindi cadere nel tranello per cui più energia viene prodotta da fonti rinnovabili e meglio è. Non è così laddove l’infrastruttura non sia capace di smistare l’energia a disposizione verso le zone limitrofe al fine di poterla utilizzare tutta per coprire il fabbisogno. Oggi non è così ed è per questo che c’è dell’energia che viene immessa nel sistema che non viene utilizzata e neppure immagazzinata.

Una situazione che se non risolta potrebbe portare a una soluzione drastica e inversa rispetto a oggi. Attualmente, infatti, lo Stato italiano paga per immettere energia attraverso il meccanismo dello scambio sul posto. Ma laddove l’energia immessa non solo dovesse essere sufficiente ma persino superiore al fabbisogno, allora ecco che potrebbe essere presa una decisione come quella dell’Australia, dove viene fatto pagare chi immette energia.

Quando conviene ancora acquistare un impianto fotovoltaico

Oggi quando si ha intenzione di acquistare un impianto fotovoltaico bisognerebbe pianificare al meglio l’acquisto, dotandosi di un impianto sufficiente a colmare le proprie esigenze. È inutile, ad esempio, comprare un impianto superiore a 6kw per un’unità domestica: anche utilizzando l’elettricità per riscaldarsi, ad esempio acquistando una pompa di calore, difficilmente sarà necessario un quantitativo maggiore di energia.

Così come consigliamo di dotarsi di un sistema di accumulo, quindi di una batteria, in modo da minimizzare le immissioni di energia. D’altronde lo scambio sul posto che oggi non rende così conveniente l’acquisto di un sistema di accumulo non resisterà ancora per tanto, con il governo che nel frattempo sta spingendo sulle alternative come le comunità energetiche.

Il tutto facendo in modo che l’acquisto di un fotovoltaico rappresenti davvero un passaggio fondamentale della transizione energetica. Bisogna essere consapevoli infatti che un tale investimento ha senso solamente nel caso in cui si abbia in programma di essere autosufficienti lato energetico, dotandosi quindi di soli apparecchi che utilizzano l’elettricità come fonte di energia. Pompe di calore quindi, ma anche piano a induzione.

Solo così installare un fotovoltaico è conveniente, e non un acquisto fatto tanto per sfruttare gli incentivi a disposizione.

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