Fotovoltaico, autoconsumo e scambio sul posto: quale sistema è più conveniente?

Luca Servadei

7 Ottobre 2022 - 18:40

Analizziamo le varie strategie esistenti e proviamo a capire quali sono quelle maggiormente adatte in base alle esigenze individuali

Fotovoltaico, autoconsumo e scambio sul posto: quale sistema è più conveniente?

Esistono vari modi per sfruttare l’energia prodotta grazie al fotovoltaico. Per esempio, è possibile attrezzarsi per il suo autoconsumo, come avviene nelle comunità energetiche rinnovabili e nei gruppi di autoconsumo collettivo. In alternativa, esiste la possibilità di affidarsi allo scambio sul posto, un servizio che prevede una compensazione tra l’energia immessa nella rete e quella prelevata. Andiamo ad analizzare in maniera approfondita queste possibili soluzioni e a provare a capire assieme quale può essere la più conveniente.

Due tipologie di autoconsumo

Quando si parla di autoconsumo è importante distinguere quello istantaneo da quello basato sull’utilizzo di un sistema di accumulo. Il primo prevede l’utilizzo immediato dell’energia generata per sostenere la propria abitazione, il proprio immobile commerciale o il proprio stabilimento produttivo. Un impianto abbastanza potente può coprire l’intero fabbisogno energetico o parte di esso, quantomeno nei periodi dell’anno più soleggiati e durante il giorno. Per gli immobili attivi solo durante le ore diurne è un’ottima soluzione, perché permette un effettivo risparmio sulla bolletta, nonché una riduzione della propria impronta di carbonio.

Il consumo differito è basato su un sistema di accumulo nel quale viene immagazzinata l’energia autoprodotta per usarla in un secondo momento. Può trattarsi, per esempio, di una batteria collegata all’impianto fotovoltaico, utile per l’utilizzo di energia rinnovabile anche durante le ore notturne e i periodi dell’anno meno soleggiati. Si tratta di una soluzione molto vantaggiosa per chi passa la maggior parte delle giornate lontano da casa o vive in zone poco servite dalla rete elettrica nazionale, come in alta montagna o nelle isole di dimensioni più piccole.

L’immissione in rete dell’energia autoprodotta

Il gestore della rete offre a chi ha un impianto fotovoltaico la possibilità di collegarsi alla rete nazionale per immettere l’energia in eccesso. Esistono due meccanismi che consentono di ottenere questo risultato: lo scambio sul posto e il ritiro dedicato.

Il primo prevede la creazione di una batteria virtuale di energia. Si tratta, in poche parole, di una compensazione tra l’energia immessa nella rete e quella prelevata. Quest’ultima, come di consueto, viene pagata in bolletta, ma in un secondo momento l’utente riceve un rimborso pari a circa al 70% dell’importo. Ciò si verifica perché vengono esclusi gli oneri di sistema e le imposte. Inoltre, al rimborso si aggiunge un corrispettivo per il quantitativo di energia immessa e non prelevata. Il contributo in conto scambio ha base semestrale e viene erogato tramite acconto e conguaglio.

Questo sistema consente ai consumatori di attingere all’energia quando ne hanno bisogno, pagando un prezzo piuttosto inferiore a quello tradizionale. Lo svantaggio è che non prevede la gestione autonoma della produzione energetica e implica l’obbligo di pagare la bolletta ogni due mesi. Inoltre, l’energia effettivamente consumata tramite il prelievo dalla rete non proviene da fonti rinnovabili.

L’alternativa: il ritiro dedicato

L’alternativa allo scambio sul posto è il ritiro dedicato. Quest’ultimo consiste nella vendita dei kW non autoconsumati al Gestore nazionale. È un servizio a cui può accedere solo chi non ha aderito allo scambio sul posto e gode di incentivi che prevedono una tariffa omnicomprensiva, ossia che comprende anche il ricavo della vendita dell’energia (oltre all’incentivo in sé).

Tramite questa opzione è possibile scegliere quanta energia destinare all’autoconsumo e quanta alla vendita. Il gestore garantisce dei prezzi minimi garantiti, che variano in base alla fascia oraria e alla zona dell’impianto. Si tratta del compromesso ideale per chi tende a produrre più energia di quella necessaria per soddisfare il fabbisogno del suo immobile.

La soluzione migliore? Dipende dalle esigenze

Come abbiamo visto, ognuna di queste soluzioni può essere la migliore per una determinata categoria di utenti. La scelta, quindi, dipende molto dalle proprie abitudini, dalla zona in cui si vive e dalle necessità energetiche dell’immobile che si desidera alimentare. In generale, l’autoconsumo con accumulo è ottimo per abbattere i costi delle bollette e sfruttare dell’energia pulita, però da solo non basta per garantire l’autosufficienza energetica. Il problema è però aggirabile formando delle comunità energetiche rinnovabili o dei gruppi di autoconsumo collettivo, che prevedono la condivisione di energia tra più utenti.

Iscriviti a Money.it