Utilizzando gli incentivi pubblici per l’acquisto, alcuni concessionari tedeschi hanno comprato e rivenduto migliaia di auto elettriche ottenendo rilevanti guadagni a discapito dell’erario.
«Fatta la legge trovato l’inganno»: questo vecchio detto latino sembra essere stato preso alla lettera anche in Germania dove una recente analisi delle immatricolazioni di auto elettriche ha rivelato una falla nel sistema di incentivazione all’acquisto.
«Per ogni nuova legge ci sarà sempre qualcuno pronto ad aggirarla»: il sistema individuato da alcuni concessionari tedeschi era molto semplice e soprattutto assolutamente legale. Sfruttando gli incentivi statali disponibili in Germania, alcuni rivenditori hanno acquistato migliaia di veicoli accedendo ai bonus previsti, rivendendoli - alla scadenza del periodo minimo previsto per legge (6 mesi) - nei paesi dove le agevolazioni sono inferiori o non sono previste.
Si tratta di un modus operandi che - sebbene non sia illegale - ha generato guadagni non indifferenti per alcune società private a discapito della collettività e delle casse statali tedesche, che hanno assorbito costi per centinaia di milioni di euro.
Secondo l’analisi del Center of Automotive Management, centro ricerche dell’Università di Scienze Applicate di Bergisch Gladbach, il 16,2% delle auto elettriche immatricolate in Germania nel 2022 - circa 76.000 veicoli - è stato rivenduto all’estero dopo sei mesi, causando un danno all’erario pari a 9.000 euro per ciascuna vettura per una falla della normativa.
Per fare luce sul fenomeno è stato sufficiente analizzare i dati di immatricolazione degli ultimi anni: nel 2022 in Germania sono stati immatricolati 470.000 veicoli elettrici ma il parco circolante nel mese di dicembre era aumentato di soli 400.000, allo stesso modo nel 2021 erano stati immatricolati 356.000 veicoli a emissioni zero ma il circolante a fine anno segnava un incremento di sole 309.000 unità.
Stefan Bratzel, direttore del centro ricerche e autore del report, ha sottolineato: «promozioni e agevolazioni fiscali per l’elettromobilità si traducono spesso in effetti collaterali indesiderati o in significative distorsioni del mercato».
Il Center of Automotive Management ha identificato anche i principali mercati per la rivendita delle auto che hanno visto in prima fila Olanda, Danimarca, Svezia, Norvegia e Svizzera.
La differenza tra immatricolato e parco circolante ha permesso poi di stilare una classifica delle marche che sono state maggiormente interessate da questa redditizia attività:
Casa costruttrice | immatricolato/parco circolante 2022 | immatricolato/parco circolante 2021 |
---|---|---|
Tesla | -31,3% | -18,5% |
Audi | -27,5% | -23,5% |
Bmw | -21,2% | -20,6% |
Mercedes-Benz | -19,4% | -12,8% |
Hyundai | -14,9% | -11,9% |
Volkswagen | -13,9% | -11% |
Renault | -9,1% | -7% |
Per contrastare il fenomeno - insieme alla riduzione degli incentivi - di recente è stato aumentato il periodo minimo di possesso che adesso è pari a 12 mesi rispetto ai precedenti sei.
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