Furto in azienda: il capo può far pagare i lavoratori?

Claudio Garau

5 Agosto 2022 - 12:31

Il furto in azienda è un evento che non si verifica raramente sul luogo di lavoro e che può costituire un grave danno. Come può tutelarsi il datore di lavoro contro questi comportamenti?

Furto in azienda: il capo può far pagare i lavoratori?

I rapporti di lavoro sono fatti di tante grandi e piccole questioni pratiche, che meritano chiarimenti e indicazioni su come comportarsi di volta in volta. Se tu sei un lavoratore alle dipendenze, lo saprai benissimo. Talvolta però le problematiche che possono emergere in azienda sono piuttosto delicate e vanno a toccare aspetti come il legame di fiducia, che deve sempre intercorrere tra il personale assunto e il datore di lavoro.

In particolare, che succede in caso di furto in azienda e come può il capo tutelarsi contro gli ammanchi di cassa? Ovvero se il capo si accorge che manca una certa quantità di denaro - e il ’buco’ è consistente - può scegliere la via di suddividere la perdita sui membri del personale che, tra le mansioni, hanno quelle di vigilare sulla cassa?

Si tratta dei quesiti a cui intendiamo dare una risposta nel corso di questo articolo, facendo dunque luce sulle effettive possibilità di tutela in tal senso da parte del tuo datore di lavoro. Egli può autonomamente detrarre un ammontare dalla tua busta paga del mese prossimo (o anche di quelli successivi) per compensare la perdita? E può farlo senza fare querela contro ignoti o senza agire per il risarcimento danni? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

Furto in azienda e rischio di essere licenziati

Sgomberiamo subito il campo da possibili dubbi: laddove si sia verificato un furto in azienda e il responsabile (o i responsabili) siano stati smascherati ed individuati, siamo innanzi ad una delle situazioni che portano al licenziamento per giusta causa del lavoratore. E comprenderai facilmente perché. Il furto in azienda rappresenta infatti un comportamento illecito, ma anche un grave inadempimento degli obblighi contrattuali del lavoratore subordinato.

Chiaro che una condotta del genere fa venir meno il vincolo fiduciario, che sta a fondamento del rapporto di lavoro tra il dipendente e il datore. Ciò impedisce la continuazione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro - costituendo anzi valido motivo per la scelta del licenziamento in tronco.

Tieni comunque presente che il furto in azienda o l’appropriazione illecita di beni dell’azienda, e presenti all’interno di essa, non è affatto un evento raro. Ma attenzione: anche laddove gli oggetti rubati siano di scarso valore e, dunque, la loro sottrazione non conduca a grossi danni economici, va da sé che un comportamento come questo può essere economicamente dannoso se continuato nel tempo.

Non solo. I furti in azienda ripetuti possono peraltro danneggiare l’immagine della società, che all’esterno potrebbe apparire ’debole’ o comunque non in grado di risolvere problematiche interne di un certo rilievo.

Alla luce di ciò, comprenderai che il datore di lavoro ha tutto il diritto di tutelarsi - anche nel caso in cui scopra che l’ammanco di cassa è di lieve entità. Lo potrà fare adottando un provvedimento disciplinare come il licenziamento per giusta causa, ovviamente avendo prima individuato il responsabile del furto in azienda. In altre parole, non conta quanto denaro è stato rubato: anche il furto di pochi euro può costituire rottura del rapporto di fiducia e portare al recesso da parte del datore di lavoro. Con ciò che ne consegue anche sul piano risarcitorio.

Ma qui, come accennato, il punto è un altro: come può agire e tutelarsi il datore di lavoro, laddove scopra un furto in azienda (o più furti), ma senza riuscire a capire chi sia stato? Approfondiamo questi aspetti.

Il datore di lavoro può auto-tutelarsi facendo pagare i lavoratori?

La situazione pratica che si potrebbe venir a creare non è di certo piacevole per nessun lavoratore, e specialmente per chi si è sempre comportato con estrema correttezza e diligenza. Ebbene, al termine della giornata lavorativa, nel fare il controllo degli incassi, il capo scopre un importante ammanco di denaro. Siccome non è un caso e non è la prima volta che questo si verifica, egli promette che la farà pagare ai dipendenti che, per contratto, debbono vigilare (con attenzione) la cassa.

Conseguentemente, l’auto-tutela del datore di lavoro determinerà la detrazione di un importo dalla busta paga successiva (o successive). E come accennato all’inizio, ciò accade senza che il datore faccia una querela contro ignoti.

Ricorda che quest’ultima è semplicemente una segnalazione fatta alle forze dell’ordine (carabinieri, polizia, guardia di finanza, ecc.) che ad oggetto un fatto di reato il cui autore, però, è sconosciuto. Ed è proprio il caso che qui ci interessa.

Saprai che quello al regolare versamento dello stipendio è un tuo diritto, perciò se il datore di lavoro decide di ’agire a monte’, ma senza seguire le regole della legge (segnalando l’accaduto e avviando i procedimenti previsti in caso di furto), sta compiendo un’azione di auto-tutela che non gli è consentita dalle regole vigenti. Anzi, essa costituisce un caso di abuso di potere.

Il risarcimento danni al lavoratore per furto d’azienda solo a specifiche condizioni

Alla luce di quanto abbiamo detto poco sopra, tieni però presente che l’azienda può comunque tutelarsi contro i lavoratori - ma lo può fare secondo un iter ben preciso. In ballo è il risarcimento danni a carico del dipendente (responsabile del furto in azienda), ma attenzione: affinché il datore possa conseguire un risarcimento da parte del lavoratore responsabile, deve esservi una di due specifiche condizioni. Quali sono? Eccole di seguito:

  • l’ammissione effettiva del lavoratore subordinato, il quale dichiari di essere l’autore del furto in azienda dei beni o del denaro non di sua proprietà;
  • oppure l’accertamento da parte di un magistrato del comportamento, che ha dato luogo al furto in azienda.

In altre parole, il datore di lavoro può ottenere i danni o tramite confessione espressa dell’autore del furto in azienda, o attraverso quanto emerge nel corso di un procedimento in tribunale. Infatti solo un giudice può indicare se davvero un certo lavoratore è colpevole, mentre il datore di lavoro non può adottare autonomi provvedimenti sulla scorta di ciò che gli sembra essere successo in azienda - ovvero secondo la sua autonoma ricostruzione dei fatti.

Egli - lo ribadiamo - non può dunque prelevare denaro dagli stipendi dei dipendenti per compensare gli ammanchi di cassa, ma se mai può chiedere il risarcimento danni, alle condizioni appena viste. Pertanto se nel corso di una causa sarà provato il mancato adempimento, da parte del lavoratore subordinato, dei propri obblighi di contratto - e in particolare quello relativo alla corretta gestione della cassa - il datore di lavoro potrà legittimamente rivalersi contro di lui e compensare la perdita di denaro con il risarcimento danni.

Si può trattenere soldi in busta paga a causa del furto in azienda?

Abbiamo detto che i poteri del datore di lavoro non sono ’illimitati’, in caso di furto di azienda. Egli infatti, prima di emettere una sanzione disciplinare, deve utilizzare un meccanismo ad hoc, stabilito dallo Statuto dei lavoratori, che prevede la cd. lettera di contestazione e la possibilità di difesa da parte del lavoratore. Ovvio che senza avere prove del furto in azienda, il capo non potrà legittimamente emettere una sanzione disciplinare, né tanto meno ottenere un risarcimento del danno dal lavoratore (che ritiene responsabile).

Perciò se l’azienda intende recuperare i soldi persi per il furto in azienda nel più breve tempo possibile, potrà farlo trattenendo i soldi rubati dalle buste paga dei dipendenti, ma a due precise condizioni:

  • avviando anzitutto il procedimento disciplinare, come previsto dalla legge;
  • avviando una causa civile con richiesta di risarcimento danni (ammesso che il datore di lavoro non intenda fare querela contro il responsabile).

Alle termine del procedimento in tribunale, il giudice valuterà se davvero c’è stata una negligenza dei lavoratori addetti al controllo della cassa. Se sì, l’autorità giudiziaria emetterà un provvedimento di condanna al pagamento di una somma di denaro, per compensare la perdita da furto in azienda. Grazie a questo, il capo potrà trattenere dalla prossima (o prossime) busta paga la somma, per controbilanciare il denaro mancante a causa del furto in azienda.

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