La fusione tra FCA e Renault ci sarà solo se al Governo francese verranno fatte alcune concessioni
Sulla maxi fusione tra FCA e Renault è tornato ad esprimersi il Governo francese che ha subordinato il sì all’operazione ad alcune condizioni specifiche.
La richiesta avanzata qualche tempo fa dalla quotata italoamericana ha sorpreso il mercato intero: a Milano, solo per fare un esempio, le azioni FCA hanno registrato progressioni superiori ai 7 punti percentuali grazie alla proposta fusione con Renault.
Il Governo francese ha sin da subito manifestato interesse nei confronti della proposta, limitandosi però a confermare l’intenzione di esaminarla. In seguito, invece, sono arrivate le specifiche di Parigi che ha chiarito la propria posizione sulla fusione.
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Fusione FCA-Renault: le condizioni della Francia
Ad esprimersi inizialmente sulla fusione tra FCA e Renault è stato il Ministro delle Finanze Bruno Le Maire, secondo cui la Francia dovrà comunque cercare di proteggere i propri interessi in un’operazione di questo tipo.
Tra le iniziali richieste avanzate per concedere l’atteso sì al merger:
- la tutela dei posti di lavoro e degli stabilimenti;
- una buona rappresentanza della Francia nel nuovo Cda;
- la propensione di FCA/Renault allo sviluppo delle batterie elettriche.
“Posti di lavoro industriali e stabilimenti. Ho detto al presidente di Renault molto chiaramente che è la prima delle garanzie che voglio da lui all’avvio di queste trattative”,
ha affermato il Ministro qualche tempo fa calcando altresì sulla necessità di ottenere rassicurazioni sulla governance.
La fusione, ha continuato Le Maire, dovrà realizzarsi nell’ambito dell’alleanza con Nissan. Non è chiaro però in che direzione andranno i diversi rapporti tra i soggetti coinvolti.
Qualche giorno dopo queste prime esternazioni il Governo di Francia è tornato sull’argomento. Stando a quanto emerso nelle ultime ore Le Maire avrebbe domandato qualche garanzia aggiuntiva sul mandato di Senard, già identificato come uno dei papabili ad in seguito alla fusione.
Tra le richieste fino ad ora emerse anche quelle relative alla nascita di un quartier generale a Parigi e alla distribuzione di un dividendo straordinario per gli azionisti francesi.
Se la fusione tra FCA e Renault andrà a buon fine, la quota del Governo parigino verrà diluita e scenderà dal 15,01% al 7,5%. La giornata di domani, martedì 4 giugno, sarà decisiva: il Cda della francese deciderà se rispondere affermativamente o meno alla proposta dell’italoamericana.
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