Fusione Stellantis-Renault, alleanza con BMW. Quale futuro per il comparto auto europeo?

Violetta Silvestri

30/09/2024

Ci sarà una fusione Stellantis-Renault e una alleanza strategica con BMW? Le indiscrezioni crescono sulla possibile nascita di un colosso auto europeo, mentre il settore è in crisi.

Fusione Stellantis-Renault, alleanza con BMW. Quale futuro per il comparto auto europeo?

Stellantis-Renault, arriva la fusione per creare un gigante dell’auto in Europa rafforzato anche da un’alleanza con BMW?

Nessuna notizia ufficiale sulla potenziale operazione, ma molte indiscrezioni trapelano su una probabile mossa a sorpresa che possa rianimare un settore, quello dell’automotive, che sta attraversando una vera e propria crisi in Europa.

Dinanzi a sfide epocali che stanno mettendo a dura prova la capacità del comparto auto europeo di rinnovarsi e fronteggiare soprattutto la concorrenza cinese sui veicoli elettrici, i grandi marchi del vecchio continente potrebbero decidere di stringere alleanze strategiche.

Stellantis-Renault, ci sarà la fusione e l’alleanza con BMW?

Mesi fa si erano già diffuse delle voci sulla possibile nascita di un colosso creato dalla fusione di Stellantis e Renault, con aperture di maggiore disponibilità all’operazione dei francesi e più scetticismo di Tavares e di Elkann.

Proprio nel giorno in cui Stellantis ha tagliato le sue previsioni di margine di profitto per l’anno, citando il peggioramento delle tendenze nel settore, i costi più elevati per riorganizzare le sue attività negli Stati Uniti e la concorrenza cinese sui veicoli elettrici, la stampa ha riacceso il dibattito sulla nascita di un gigante dell’automobile targato Stellantis-Renault.

Un gigante dell’automobile che ingloba ben 18 marchi potrebbe essere la soluzione a una crisi de settore in Europa che rischia di danneggiare case automobilistiche strategiche: è questo il ragionamento che emerge dalle insistenti voci di una fusione tra Stellantis e Renault.

La svolta sarebbe rilevante: il quarto gruppo auto mondiale, creato dall’alleanza PSA-Fiat Chrysler è già considerato di peso, con 14 brand al suo interno, tra i quali Fiat, Peugeot, Jeep e Citroën. Se Renault diventasse parte della società per creare un colosso ancora maggiore andrebbe ad aggiungere 4 ulteriori brand.

Il condizionale, per ora, è d’obbligo. A fronte, infatti, di una totale assenza di notizie ufficiali sulla questione si deve anche considerare che le due case interessate sembrano avere progetti diversi.

Se da una parte il CEO di Renault Luca De Meo ha esternato interesse a cooperare e a dare vita a un “Airbus dell’auto” europeo per unire gli sforzi e vincere le sfide su elettrificazione e concorrenza cinese, maggiore scetticismo è emerso dalla dirigenza Stellantis.

Secondo quanto riportato da Reuters, Elkann avrebbe già affermato tempo fa: “Non c’è alcun piano in fase di studio per quanto riguarda le operazioni di fusione con altri produttori.” Inoltre, Tavares si è detto preoccupato nei confronti della omogenizzazione dei marchi in caso di creazione di un unico gruppo automobilistico di grande entità. Il rischio, infatti, è di appiattire le proposte e le innovazioni e di perdere competitività e attrattiva tra i consumatori.

Inoltre, si teme che una fusione Stellantis-Renault possa svantaggiare l’Italia e rafforzare invece la quota francese nel comparto auto. Lo Stato di Francia detiene il 15% nella società nazionale. Un riassetto della produzione sarebbe, secondo le prime valutazioni degli analisti, svantaggiosa per gli stabilimenti italiani già in sofferenza.

Quale ruolo, infine, avrebbe BMW in una ipotetica alleanza con il nascente titano dell’auto europea? Senza dubbio una strategica e più forte cooperazione con il gruppo tedesco potrebbe fornire un supporto decisivo sui veicoli elettrici di alta gamma.

Qualche dettaglio in più sulle strategie delle case automobilistiche europee potrebbe arrivare dal Salone di Parigi che inizierà il 13 ottobre e da un probabile summit a tre, con Stellantis, Renault e BMW il 15 ottobre.

Crisi del settore auto in Europa, quale futuro?

La notizia della fusione tra Stellantis e Renault si inserisce in un contesto molto complesso per il settore auto in Europa.

Il gruppo del Ceo Tavares, per esempio, si è appena unito ai rivali BMW, Mercedes e Volkswagen nel lanciare un profit warning per quest’anno. Stellantis ha dichiarato di aver ridotto le aspettative di un flusso di cassa e di prevedere di bruciare rispettivamente 5 e 10 miliardi di euro (5,58-11,17 miliardi di dollari) in contanti quest’anno, dopo aver abbassato le sue previsioni sul margine di utile operativo.

Intanto, la casa automobilistica britannica di lusso Aston Martin ha pubblicato un’allerta sui profitti per l’intero anno, citando interruzioni della catena di approvvigionamento e debolezza in Cina come fattori negativi.

Le revisioni al ribasso delle previsioni sugli utili giungono mentre l’Unione Europea sta finalizzando i piani su possibili dazi sui veicoli elettrici cinesi. I produttori europei del settore stanno lottando contro il rallentamento della domanda e con l’incognita delle vendite dei veicoli elettrici nel vecchio continente.

Dinanzi a poche politiche di supporto per il nuovo mercato dell’elettrificazione, come ha lamentato l’associazione dei produttori europei, si sta proseguendo con tagli al personale e chiusure di fabbriche.

L’intensificarsi delle tensioni commerciali e la possibilità di miliardi di euro di multe da parte dell’Unione Europea legate a norme più severe sulla CO2 l’anno prossimo offuscano ancora di più il quadro.

Le case automobilistiche europee hanno bisogno di una svolta: la fusione Stellantis-Renault e una maggiore cooperazione con BMW sarà un passo verso il cambiamento?

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