L’ammissione dell’Ue: l’Italia e l’Europa rischiano di passare i prossimi inverni al freddo per mancanza di gas, ma il Covid paradossalmente potrebbe darci una mano.
Cosa può accomunare il gas e il Covid? A primo acchito soltanto il fatto di essere, insieme alla guerra, due dei principali temi degli ultimi travagliati anni, ma in realtà il destino energetico anche dell’Italia potrebbe dipendere dallo sviluppo della pandemia in estremo Oriente.
Associare il gas al Covid potrebbe essere necessario viste le parole usate da Ursula von der Leyen una volta ricevuto l’ultimo report dell’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia, dove non sono state elencate buone notizie per l’Europa e in particolar modo per l’Italia.
Secondo l’Aie nel 2023 il Vecchio Continente potrebbe ritrovarsi con 30 miliardi di metri cubi di gas in meno, un rischio questo ammesso anche da von der Leyen tanto che la presidente della Commissione europea ha sottolineato che sul tema del gas “molto di più deve essere fatto”.
In sostanza se quest’anno il pericolo sembrerebbe essere scampato, l’Italia starebbe rischiando seriamente di passare il prossimo inverno al freddo se dovessero verificarsi alcune combinazioni di eventi che, in questo momento, appaiono abbastanza probabili.
Ed è qui che entra in ballo il Covid, visto che un prosieguo dei lockdown in Cina potrebbe salvare dal punto di vista dell’approvvigionamento di gas anche il nostro prossimo inverno.
Il gas, il Covid e l’inverno in Italia
Stando alle parole di Ursula von der Leyen, quest’inverno l’Europa può dirsi al sicuro visto il riempimento record dei siti di stoccaggio del gas; una operazione che sembrava essere proibitiva ma che alla fine è riuscita per una serie di fattori.
Per prima cosa c’è stato l’autunno finora più che mite, non solo in Italia ma anche nel resto del Continente, ma soprattutto è stato determinante l’aumento delle forniture di gnl da parte degli Stati Uniti che ha permesso all’Europa di sopperire al minor gas russo arrivato.
Ma perché nonostante dei problemi in alcuni siti d’Oltreoceano, gli Usa hanno potuto venderci, a peso d’oro, più gnl rispetto al passato? Semplice, perché la Cina ne ha importato di meno anche a causa della strategia di Pechino nei confronti del Covid.
Ursula von der Leyen così ha parlato di “rischi possibili che la Russia tagli il resto delle forniture dai gasdotti, che la Cina rimuova le restrizioni del Covid e che questo riporti la domanda di energia sui mercati globali ai livelli pre-Covid e il fatto che quest’anno abbiamo beneficiato di un inverno estremamente caldo e che il prossimo possa essere diverso”.
Egoisticamente parlando, l’Italia nel 2023 dovrebbe fare il tifo che il Covid continui a dare pensieri alla Cina, così da poter continuare ad avere dagli Usa scorte di gnl che altrimenti sarebbero dirottate verso l’Asia.
Per l’Aie potremmo evitare di passare i prossimi inverno al freddo se l’Ue svolgerà i propri compiti: miglioramento dell’efficienza energetica, aumento delle rinnovabili e delle forniture alternative di gas, diffusione delle pompe di calore e infine promozione del risparmio energetico.
Visti i cronici ritardi dell’Italia, il prossimo inverno potrebbe essere particolarmente difficile per il Belpaese.
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