Il gas russo arriva ancora in Europa: senza Mosca, sarà crisi?

Violetta Silvestri

20/04/2023

L’Europa sta ancora utilizzando gas russo: lo dicono i numeri. Senza l’apporto di Mosca, il vecchio continente sarà davvero in grado di evitare una crisi energetica? Un’analisi.

Il gas russo arriva ancora in Europa: senza Mosca, sarà crisi?

L’Europa ce la farà senza il gas russo? La risposta positiva potrebbe non essere così scontata come sembra.

Non c’è dubbio che il vecchio continente, e con esso l’Italia, abbiano superato l’inverno, evitando carenze di combustibile e ottenendo risultati importanti sul fronte della diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Innegabile, inoltre, è stato l’impegno Ue nel diminuire il consumo di gas, dando vita a una rivoluzione su come e da chi ottenere le forniture energetiche, sulle modalità di utilizzo e sulla capacità di stoccaggio. La politica di rinforzo delle fonti rinnovabili ha trovato inoltre un nuovo - e necessario - impulso, spingendo l’Europa verso obiettivi molto ambiziosi in ambito ambientale.

Non può nemmeno essere trascurato il fatto che, numeri alla mano, la Russia abbia quasi completamente perso il suo ruolo primario di venditore di gas, a tutto vantaggio di partner ora più che strategici come gli Usa e le monarchie del Golfo.

Tuttavia, gli analisti tengono d’occhio un particolare non trascurabile: il gas russo arriva ancora in Ue. Cosa significa e si può davvero parlare di indipendenza da Mosca? L’Europa non è fuori da potenziali crisi energetiche.

Quanto gas russo arriva ancora in Ue?

C’è una interessante osservazione da considerare quando si parla, con toni piuttosto ottimistici, del tema energia in Europa.

Lo ha ricordato una sintetica, ma efficace, analisi di Ispi: nel 2000 l’Europa ha ricevuto 83 miliardi di metri cubi annui – Gmc/a dalla Russia e nel 2023 i flussi russi in entrata si aggirano 50 Gmc/a.

La considerazione chiave è la seguente: “Sebbene ormai scese a un terzo rispetto al periodo pre-crisi, le importazioni di gas russo nel 2023 rimangono il 14% di quelle totali. Volumi fondamentali sia per Mosca (che non può più contare sugli extra-profitti della crisi), sia per l’Ue”.

In effetti, gli ultimi dati di Bruegel, aggiornati al 19 aprile, mostrano che le rotte russe verso l’Europa non sono chiuse, seppure mostrino flussi davvero limitati:

Importazioni Paesi Ue di gas russo Importazioni Paesi Ue di gas russo flussi gas russo in Europa, linea blu relativa al 2023

In blu c’è l’andamento dei flussi di gas russo in entrata in Ue nell’anno 2023: il calo rispetto a 2021, 2022 eai livelli massimi e minimi è più che evidente. Tuttavia, l’import non è sparito dle tutto.

Così come per il Gnl russo, che continua ad arrivare nel vecchio continente, come mostrato in un altro grafico Bruegel aggiornato a marzo 2023. In rosso scuro è indicata la provenienza russa di gas naturale liquefatto in Europa:

Gnl importato in Europa Gnl importato in Europa le diverse provenienze degli acquisti

Stati Uniti e Africa risultano ovviamente come i maggiori fornitori dell’Ue, ma Mosca ha comunque contribuito con 1,487 milioni di metri cubi a marzo 2023.

La Commissaria Ue dell’energia Kadri Simson ha sottolineato che l’Ue tutta riuscirà ad affrancarsi completamente dal gas russo grazie alla spinta di rinnovabili e di nuovi fornitori.

Tuttavia, fanno notare gli esperti, “per riempire gli stoccaggi al 90% entro il 30 settembre l’Ue avrà ancora bisogno del gas russo e, soprattutto, non potrà permettersi ulteriori crisi con i suoi fornitori”.

Tradotto: la crisi energetica in Europa sarà davvero evitata il prossimo inverno grazie anche
- e ancora - al gas russo e scongiurando problemi con l’Algeria e con l’Azerbaigian. La prima dimostra di avere carenze tecniche per fornire il gas promesse, la seconda ha reticenze politiche, poiché il governo di Baku non vuole che l’Europa si inserisca nella crisi con la vicina Armenia.

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