Con gli stoccaggi di gas pieni all’84%, su livelli più alti dello stesso periodo dello scorso anno, l’Italia può davvero allontanare lo spettro dei razionamenti e delle limitazioni ai consumi?
Buone notizie per le scorte di gas in Italia: gli stoccaggi sono pieni all’84% e la prima parte della stagione autunnale-invernale non ha intaccato più di tanto i magazzini. Le temperature più alte del solito e la riduzione dei consumi hanno quindi portato i loro effetti.
In Italia nei magazzini ci sono ora 9,3 miliardi di metri cubi di gas, a cui aggiungere i 4,5 miliardi delle riserve strategiche che, però, non andrebbero toccati se non in caso di emergenza. Il gas oggi stoccato è superiore di 2,6 miliardi rispetto allo stesso giorno dello scorso anno: a fine dicembre 2021, infatti, si attestava a 6,7 miliardi di metri cubi.
Al 31 dicembre del 2022, invece, il riempimento degli stoccaggi si attesta a circa l’84%, contro il 68% dello scorso anno. Oltre il 70% del volume di gas è conservato negli stoccaggi della Pianura Padana, il 30% nel giacimento di Fiume Treste, in Abruzzo. Mantenere alti livelli di riempimento dei magazzini è fondamentale per il prossimo inverno, quello 2023/2024, quando saranno più a rischio le forniture. Ma questa buona notizia sugli stoccaggi è sufficiente ad allontanare lo spettro di razionamenti e limitazione forzata dei consumi?
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Perché gli stoccaggi di gas sono quasi pieni
Questo riempimento degli stoccaggi viene ritenuto da Snam, che ha comunicato i dati, come molto positivo. Ed è stato reso possibile in gran parte anche per le favorevoli condizioni meteorologiche, con temperature al di sopra della media invernale. A influire c’è anche il contenimento dei consumi previsto dal piano nazionale. Inoltre si è registrato, nell’ultimo trimestre del 2022, sia un calo della domanda industriale che un maggiore passaggio ai combustibili alternativi.
I consumi di gas nell’inverno 2022/2023
I dati di dicembre sul consumo di gas nel quarto trimestre del 2022 fanno registrare un livello pari a circa 16,9 miliardi di metri cubi. Con un risparmio di 5,6 miliardi rispetto ai 22,5 registrati nello stesso trimestre del 2021.
Le scorte di gas a fine inverno
Secondo Snam se non si dovessero verificare eventi al momento imprevedibili, la stagione invernale si chiuderebbe - a fine marzo 2023 - con almeno 3 milioni di metri cubi di gas residui negli stoccaggi, contro gli 0,69 miliardi dell’anno precedente. Se il dato dovesse essere confermato, l’operazione di riempimento durante l’estate sarebbe molto più semplice e l’obiettivo decisamente più raggiungibile di quanto previsto a inizio autunno.
Gas, gli stoccaggi pieni allontanano i razionamenti?
Ma questi dati sono sufficienti per far dormire all’Italia sonni tranquilli in vista dell’inverno 2023/2024? Intanto bisogna partire da alcuni dati: la riduzione dei consumi c’è stata, con quelli industriali calati di oltre il 20% e quelli privati ridotti di più del 10% anche a parità di temperature, come segnalato dall’analista dell’Ispi Matteo Villa.
Per sapere cosa succederà in futuro bisogna però capire come cambieranno le forniture di gas all’Italia. A partire da quelle russe che, in realtà, potrebbero persino aumentare a febbraio (anche se di poco), stando alle intenzioni annunciate dal Cremlino. Ma sulle importazioni molto dipenderà anche dalle richieste degli altri Paesi e da quanto chi, come la Germania, cercherà di ottenere più gas a scapito dell’Italia.
Il problema principale, per l’Italia, resta legato al prossimo inverno, perché anche le forniture di gas russo nel 2023 scenderanno rispetto al 2022 (a inizio anno erano regolari, ricordiamo). Ovviamente più è alto il livello degli stoccaggi più è possibile evitare o quantomeno rimandare i razionamenti nel 2024.
Se alla fine dell’inverno 2023 gli stoccaggi italiani dovessero essere pieni, il rischio di una riduzione forzata dei consumi a gennaio o febbraio 2024 sarebbe ovviamente più vicino. Stando alle previsioni di Snam, però, questo rischio inizia ad allontanarsi. Questo non vuol dire che la situazione attuale garantisce all’Italia di evitare i razionamenti, ma di certo il rischio è molto più lontano.
Riuscire a contenere ulteriormente i consumi oggi, soprattutto se le temperature miti lo permetteranno, può allontanare ancora di più questo rischio in vista del prossimo inverno. Come sottolinea Villa, per esempio, è sufficiente tenere in casa temperature intorno ai 19 gradi invece che a 22 (come avveniva, in media, prima della crisi energetica) per avere un risparmio tale da garantire all’Italia un maggiore margine in vista del 2024 e la possibilità di evitare i razionamenti.
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