Il PIL tedesco cala per due trimestri consecutivi e la Germania non può più ergersi a ’prima della classe’. L’opportunità va sfruttata per ridiscutere la riforma del Patto di Stabilità e del MES.
La Germania è finita in recessione. Ma le cose sono andate addirittura peggio del previsto: gli analisti si aspettavano una leggera contrazione di appena lo 0,1% del PIL, invece il PIL tedesco nel primo trimestre è calato dello 0,3% rispetto a quello precedente. E siccome questo è il secondo trimestre a crescita negativa (quello precedente aveva segnato -0,5%) la recessione è ormai conclamata.
Il Fondo Monetario Internazionale Monetario internazionale aveva già previsto, nello scorso bollettino di aprile, che la crescita economica tedesca potesse risultare a fine anno la peggiore di tutta l’Eurozona e a quanto pare ci aveva azzeccato. Ma allora perché troviamo il ministro dell’economia Lidner in prima fila per rendere il Patto di Stabilità e Crescita ancor più stringente per la politica fiscale? E perché Joachim Nagel, il Presidente della Bundesbank, in seno al consiglio direttivo della BCE risulta ancora tra i ‘falchi’ che vogliono spingere per un ulteriore aumento dei tassi?
Dopotutto, la politica fiscale e monetaria restrittiva non solo sta facendo rallentare tutta l’Europa ma, come abbiamo visto, in particolare proprio la Germania che ha sofferto e continua a soffrire pesantemente della fine dei rapporti commerciali con la Russia e soprattutto per la fine dell’approvvigionamento di gas a basso prezzo. [...]
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