Germania, il ministro della Difesa Pistorius ha annunciato una riforma delle forze armate per essere “pronti per la guerra”. In Europa è corsa a sistemare gli eserciti, e l’Italia?
La Germania vuole essere pronta alla guerra e ha annunciato una riforma della Bundeswehr, l’insieme delle forze armate tedesche. No, non è una notizia vecchia di un secolo o la reazione alla provocazione degli elefanti fatta dal Botswana, ma la risposta di Berlino al sempre più probabile scontro militare diretto tra Occidente e Russia.
Nella giornata di ieri il ministro della Difesa Boris Pistorius ha illustrato la riforma delle forze armate tedesche, pensieri quella della Germania simili a quelli di Polonia, Danimarca e Svezia, tutti Paesi che negli tempi si stanno interrogando su come rendere i propri eserciti pronti a un’eventuale guerra.
“L’obiettivo è quello di ricostruire la Bundeswehr nelle sue strutture in modo che sia preparata al meglio anche per il caso più grave, in caso di guerra - ha spiegato Pistorius ai giornalisti -. Dobbiamo fare in modo che la Nato possa svolgere il suo ruolo. Questo significa anche preparare la Bundeswehr a una nuova, vecchia sfida, quella della difesa nazionale e dell’alleanza”.
La riforma illustrata dal ministro Pistorius si basa sulla necessità di semplificare la catena decisionale, con i tre centri di comando che saranno riuniti in uno solo. In più ci sarà l’introduzione di una quarta forza armata, ovvero il dipartimento informatico e cibernetico che si aggiungerà a marina, aeronautica ed esercito.
“Abbiamo elevato il settore informatico a sottoforza, in modo che sia chiaro il valore che gli attribuiamo - ha specificato il ministro tedesco -. La Germania ha una responsabilità speciale essendo il più grande membro europeo della Nato e la più grande economia europea in Europa”.
La Germania si prepara alla guerra, e l’Italia?
La Germania si prepara alla guerra e le parole di Boris Pistorius si sommano a quelle simili del presidente francese Emmanuel Macron, del premier polacco Donald Tusk e di Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo.
Difficile di conseguenza non preoccuparsi di fronte a questa rinnovata retorica bellica che serpeggia nel Vecchio Continente, come se una guerra con la Russia fosse inevitabile e ormai solo una questione di tempo.
Se anche la Germania sembrerebbe avere fretta di sistemare le proprie forze armate, cosa sta facendo l’Italia che, in caso di un coinvolgimento della Nato nel conflitto, non potrebbe tirarsi indietro dal fare la propria parte?
Tra i nostri militari l’ultima discussione è quella riguardante il ricorso o meno a una sorta di Legione Straniera, ovvero di rinfoltire le fila del nostro Esercito con ragazzi stranieri ma nati in Italia o da tempo nel nostro Paese.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto invece vorrebbe 10.000 riservisti pronti a essere schierati in caso di guerra, un modo questo per non farsi trovare impreparati se mai dovesse verificarsi la tanto temuta escalation.
Il governo poi ha aumentato la spesa militare anche se siamo ancora lontani dal raggiungimento del 2% del Pil richiesto dalla Nato, ma le difficoltà iniziali della Russia hanno insegnato che, come vuole fare ora la Germania, sarà importante semplificare e rendere più efficiente la complessa catena di comando delle nostre forze armate.
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