Il politologo e storico Aldo Giannuli sottolinea che il Mes formalmente non è un trattato dell’Ue, ma legalmente un’organizzazione distinta. Il nodo è tutto politico.
“Sul Meccanismo Europeo di Stabilità e la sua riforma Giorgia Meloni arriva a un nuovo appuntamento della verità al crocevia tra proclami e realtà”: il professor Aldo Giannuli, politologo e storico a lungo docente all’Università degli Studi di Milano, commenta con Money.it la partita europea che attende il governo di centrodestra. Chiamato nelle prossime settimane a decidere se ratificare o meno la riforma del Mes, trattato istituito nel 2012 per gestire le crisi debitorie ai tempi del rigore e dell’austerità e che nel 2021 si era deciso di riformare includendovi una garanzia contro le crisi bancarie.
Giannuli invita, in quest’ottica, a distinguere tra aspettative e realtà: da un lato dichiara di non apprezzare il Mes come trattato, in quanto “simbolo di una stagione dell’austerità che si è rivelata disastrosa per l’Europa”, dall’altro ammonisce: “non drammatizziamo la partita sulla ratifica della riforma”.
Professore, perché invita a non drammatizzare? [...]
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