Giovan Battista Cutolo “Giò Giò", chi era, chi lo ha ucciso e perché

Ilena D’Errico

06/02/2024

Trovato il presunto complice dell’omicidio di Giovanni Battista Cutolo, mentre il minore accusato è in attesa dell’udienza. Ecco chi lo ha ucciso, perché, ma soprattutto chi era Giò Giò.

Giovan Battista Cutolo “Giò Giò

Sono passati 5 mesi e poco più dalla tragica morte di Giovanni Battista Cutolo, più conosciuto come “Giò Giò”, il musicista napoletano che è stato ucciso a soli 24 anni apparentemente senza alcun motivo. Nulla giustifica un omicidio, certo, ma ciò che si dice spesso paragonando la morte a un fulmine a ciel sereno è più che mai vero per Giò Giò. Una vita tranquilla, la passione per la musica e l’impegno nell’orchestra, nessun legame discutibile, nessuna ombra.

D’altra parte, la tragedia non era del tutto imprevedibile, considerando i particolari pregressi del suo (presunto) assassino. Soltanto, non si poteva immaginare chi sarebbe stato a farne le spese. Si attende ancora la prima udienza, anche se il ragazzo imputato (ha appena 17 anni) parrebbe pronto ad ammettere le sue colpe e, stando alle dichiarazioni dei difensori, perfino a pentirsi. Intanto un coetaneo, accusato di concorso nell’omicidio di Giò Giò è stato da poco trovato in Spagna, dove è stato arrestato a inizio dell’anno per una rapina.

Ma perché hanno ucciso Giovan Battista Cutolo? Le circostanze sono state descritte abbastanza precisamente, ma i dubbi restano tanti. Ricordiamo intanto chi era Giò Giò.

Chi era Giovanni Battista Cutolo?

Giovanni Battista Cutolo era un ragazzo di 24 anni di Napoli, giovane promessa della musica e figlio d’arte. Il padre di Giò Giò, il regista teatrale Franco Cutolo, ha fondato la compagnia “Li Febi Armonici”. Giovanni Battista era studente al conservatorio di San Pietro a Majella e suonava il corno nell’orchestra Scarlatti Camera Young. Proprio questo strumento lo accompagna nelle poche foto sui social network, si immagina che fosse molto riservato o anche solo non apprezzasse particolarmente questo tipo di condivisioni.

Questo non significa che non si esponesse, tant’è che ha partecipato anche alla manifestazione “Napoli suona ancora” e una delle foto con cui lo si ricorda lo vede ritratto proprio in questa occasione, suonando il corno a fianco di un collega flautista. Talentuoso e determinato, Giovanni Battista aveva anche partecipato nel 2020 alla rassegna “Musica sotto le stelle” a Villa Pignatelli, nell’ambito del laboratorio musicale Scarlatti Winds.

Un ragazzo tranquillo, senza “compagnie sbagliate” o alcun legame con la criminalità organizzata, ma molto sicuro dei propri principi e del suo senso di giustizia. Il suo omicidio è avvenuto il 31 agosto 2023 in un pub di Piazza Municipio, nel centro di Napoli, proprio perché il musicista ha provato a difendere un amico da un’aggressione feroce e ingiustificata, rimettendoci la vita.

Chi ha ucciso Giò Giò e perché

L’omicidio di Giovanni Battista Cutolo è un episodio drammatico su tanti punti vista, in primo luogo per la tragica fine di un ragazzo così giovane in modo del tutto incolpevole (anche se la vittima non lo è mai), ma l’assurdità e la futilità delle circostanze in cui si è consumato il delitto non fanno che lasciare l’amaro in bocca.

Anthony Mucci, attualmente detenuto in Spagna per rapina e accusato di essere complice dell’assassinio, avrebbe scatenato una brusca e violenta lite nel pub in cui si trovava con un amico. Una lite oltre che immotivata anche piuttosto violenta in cui proprio i due aggressori, a colpi di sedie e prevaricazione, stavano avendo la meglio su un amico di Giò Giò, quest’ultimo non direttamente coinvolto.

Naturale, ma in quel contesto eroico, intervenire per difendere l’amico, nel tentativo di risparmiargli almeno il peggio, limitando i danni. Finito il pestaggio, quando la situazione apparentemente si era calmata, un terzo amico, oltretutto minorenne (che non aveva nemmeno preso parte allo scontro) tira fuori una pistola a spara a Giò Giò. Il suo cadavere viene poi ritrovato all’alba dello stesso giorno, nei pressi di Piazza del Municipio.

Il ragazzo che ha sparato (ci sono le riprese delle videocamere, oltre che un’ammissione di colpa) aveva 16 anni all’epoca dei fatti, 17 ad oggi. Racconta di averlo fatto per sbaglio, cioè senza la volontà di uccidere. La veridicità di questa informazione a livello processuale sarà ancora da valutare, ma possiamo notare che di norma il nesso causale tra uno sparo e le sue conseguenze è chiaro ai più. A maggior ragione quando i colpi di pistola sono 3, peraltro quando la fase di conflitto è terminata, i dubbi diventano enormi.

Pare che il minore abbia infatti sparato 3 volte, di cui una anche alle spalle della vittima, per poi tornare a casa a giocare a carte. Comparirà in udienza nel mese di marzo, quindi è decisamente presto per sapere di più, ma le ricostruzioni riportate al pubblico sono queste.

Lo stesso ragazzo, peraltro, era già stato coinvolto in una cruenta aggressione, avendo accoltellato un coetaneo all’età di 13 anni. L’accusa di tentato omicidio non portò però da nessuna parte, non essendo ancora penalmente imputabile. Intanto il presunto complice è stato arrestato in Spagna per rapina, ma presto la Procura italiana dovrà sciogliere la riserva sulla sua posizione rispetto all’omicidio.

Si sottolinea per dovere di onestà che in Italia ci sono tre gradi di giudizio e che non si può parlare di colpevolezza prima che sia una sentenza del giudice a confermarla. Non si può parlare di pene, aggravanti o qualsiasi altro aspetto relativo alla valutazione penale del fatto. Quanto alla narrazione dei fatti pura e semplice, non sembrano esserci dubbi sul fatto che sia stato il 17enne a far fuoco con una propria arma (o perlomeno una pistola che aveva con sé).

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