I padroni riescono a decifrare le emozioni dei loro amici a quattro zampe? Talvolta ci sembra di sì, eppure la scienza dice che non è così facile capire cosa provano davvero.
Un vecchio detto dice che il cane è il miglior amico dell’uomo e, effettivamente, sembra essere così. Da secoli, infatti, questo animale ci accompagna in tutto ciò che facciamo, offrendoci un aiuto prezioso e deliziandoci con la sua compagnia.
In particolare, gli italiani sembrano essere particolarmente legati ai loro amici a quattro zampe tant’è che, secondo gli ultimi dati ufficiali, ben il 36% delle famiglie italiane possiede almeno un cane.
Un legame indissolubile e che non nasconde segreti, quindi, quello tra cane e padrone, ma attenzione a non peccare di presunzione. Secondo recenti studi, infatti, comprendere a fondo le emozioni e il comportamento del nostro animale domestico non è così facile come sembra.
Capire cosa provano i cani è difficile, lo rivela uno studio
Quante volte dopo aver offerto un croccantino al nostro cane abbiamo assistito alla sua reazione gioiosa accompagnata da vivaci scodinzolate? Non c’è dubbio, lo abbiamo fatto felice. O almeno è quello che crediamo.
Infatti, anche se la comunicazione tra uomo e cane può sembrare intuitiva, la verità è che spesso ci basiamo più sul contesto che sui segnali del cane stesso. Questo, indubbiamente, può portarci a leggere male le sue emozioni.
Lo hanno dimostrato Holly Molinaro e Clive Wynne, esperti in psicologia e comportamento animale presso l’Arizona State University. Il loro studio ha evidenziato come la percezione umana delle emozioni canine sia fortemente influenzata da elementi esterni, piuttosto che dal comportamento reale dell’animale.
I due ricercatori hanno mostrato a numerosi partecipanti alcuni video di cani ripresi in situazioni diverse. Alcune di queste erano positive, ad esempio ricevere un premio in cibo o vedere il guinzaglio del padrone, altre erano più spiacevoli, come un rimprovero o la presenza di un’aspirapolvere rumorosa. Poi, in un secondo scenario sperimentale, i due hanno addirittura manipolato i video per rendere ambigua la situazione agli spettatori, senza però cambiare la reazione dei cani.
Il risultato è stato davvero sorprendente. Le persone, infatti, hanno interpretato le emozioni dei cani in base alla situazione visibile nel video, non al linguaggio corporeo dell’animale. In pratica, hanno detto che il cane era felice quando lo vedevano vicino al guinzaglio, anche se la sua reazione era stata identica a quando lo credevano spaventato dall’aspirapolvere.
Il problema dell’antropomorfismo
Un errore molto comune, è quello di attribuire agli animali con cui viviamo a stretto contatto emozioni e reazioni tipicamente umane. Uno dei casi più noti e familiari è quello della “faccia colpevole” di un cane che, quando rimproverato, ci sembra quasi chiedere scusa. In realtà, però, potrebbe aver imparato a mostrare quell’espressione solo per evitare altri rimproveri e non è realmente “pentito”.
Secondo i due ricercatori, quindi, il primo passo per comprendere meglio il comportamento dei nostri cani è riconoscere i propri limiti: non siamo così bravi a leggere le emozioni dei nostri animali come crediamo.
Osservare meglio per capire meglio
Dalle conclusioni di questo esperimento nasce un consiglio fondamentale per imparare a conoscere meglio il nostro amico a quattro zampe. Per migliorare la comunicazione con lui, infatti, bisognerebbe smettere di guardare solo il contesto o di proiettare su di lui le emozioni umane e ricordare che, pur essendo un amico fedele, rimane una specie molto lontana da noi, per indole e comportamento.
Al contrario, serve prestare maggior attenzione al suo linguaggio corporeo fatto di un’infinità di sfaccettature diverse tra cui i movimenti della coda, i cambiamenti nella postura, la posizione delle orecchie e altri aspetti altrettanto importanti. Sono questi gli elementi che davvero possono aiutarci a comprendere cosa sta provando il cane in un determinato momento.
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