Governo Draghi ottiene il voto di fiducia in Senato, M5S perde pezzi

Alessandro Cipolla - Mario D’Angelo

17/02/2021

Il governo Draghi ha superato il primo ostacolo con una delle più larghe maggioranze di sempre: passa la fiducia in Senato.

Governo Draghi ottiene il voto di fiducia in Senato, M5S perde pezzi

Il primo voto di fiducia per il governo Draghi, quello in Senato, è stato conquistato con una schiacciante maggioranza. Nella mattinata di mercoledì 17 durante il suo intervento, Mario Draghi ha illustrato ufficialmente il suo programma di governo, spiegando cosa intende fare per affrontare i prossimi mesi così impegnativi per il Paese.

Governo Draghi: passa il voto di fiducia in Senato

La giornata è stata lunghissima, con il voto finale che si è protatto fino oltre le 23 di mercoledì anche a causa dei numerosi interventi di senatori votanti in dissenso dal proprio gruppo.

I voti espressi sono così ripartiti: con 304 senatrici e senatori presenti, 262 sono stati i voti favorevoli, 40 i contrari, e 2 gli astenuti.

Una prova estremamente facile, quella di Draghi a Palazzo Madama, che con buona probabilità sarà ripetuta domani alla Camera dei Deputati.

I fari rimagono puntati sul Movimento 5 Stelle: sono stati molti i senatori pentastellati a votare contro la fiducia, ma forse non abbastanza da far pensare a una scissione.

Nonostante le defezioni, il Governo Draghi è il terzo esecutivo con più Sì nella fiducia iniziale. Aveva ottenuto più voti favorevoli Monti (281) e Andreotti IV (267).

Governo Draghi, M5S perde pezzi

Dramma nel Movimento 5 Stelle: sono stati 15 i senatori a votare in dissenso con il proprio gruppo contro il Governo Draghi. Si tratta di Angrisani, Abate, Ortis, Moronese, Morra, Mininno, Giannuzzi, Lezzi, Lannutti, La Mura, Mantero, Granato, Corrado, Crucioli, Di Micco. Molti di loro, dichiarando la propria intenzione di voto, sono stati durissimi nei confronti del Governo nascente.

Mattia Crucioli, ad esempio, ha detto che il “vero scopo della scesa in campo [di Draghi] è garantire che i fondi del Recovery vengano spese nell’interesse di banche e grandi imprese, in barba a piccole imprese e cittadini”.

Gianluigi Paragone, che con il suo Italexit potrebbe catalizzare gli scontenti, ha definito Draghi un “incappucciato della finanza”.

Danilo Toninelli e Ettore Licheri hanno parlato di una fiducia che non sarà incondizionata, con degli interventi che sono parsi, a tratti, ai limiti dell’opposizione, ma alla fine sono stati numerosi i senatori grillini a non lasciarsi convincere.

Il M5S non è stato l’unico a perdere dei pezzi. Anche Elena Fattori di LeU, ha votato contro il suo gruppo e contro il Governo: “Presidente, il suo doveva essere il governo dei migliori, ma vicino a lei siede l’archeologia della politica di questo Paese”.

Fiducia, tensione sulla Rai e show di Ciampolillo

Momenti di tensione dopo l’accusa del senatore di Fratelli d’Italia Alberto Albioni: “Dobbiamo denunciare un fatto gravissimo, veramente molto grave. Durante la dichiarazione di voto del presidente Ciriani, l’unico ad aver dichiarato il voto contrario al nascente Governo, la Rai ha interrotto la dichiarazione e ha mandato la pubblicità. Se questa è una prova di regime, ci siamo perfettamente dentro”.

Casellati, dopo aver verificato, ha tuttavia dichiarato che non vi era nulla di irregolare, perché la diretta era già passata su Rai3.

Il senatore Lello Ciampolillo ha dato di nuovo spettacolo. Dopo un battibecco con Casellati, cui non risultava iscritto a parlare, ha focalizzato il suo intervento non sulla fiducia al governo Draghi ma sull’attacco a Salvini e la difesa delle sue battaglie sulla xylella. Poco dopo è risultato assente alla prima chiama, per poi arrivare per un soffio a votare alla seconda.

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