Maggio è considerato un mese negativo per gli indici globali. Abbiamo preso in considerazione le performance del quinto mese dell’anno dal 1928 per comprenderne maggiormente le dinamiche
A metà di maggio 2020, le quotazioni dell’S&P 500 veleggiano in territorio leggermente negativo segnando, al momento della scrittura, un -2,91% rispetto allo scorso aprile. Ci siamo quindi chiesti se il detto “sell in may and go away” si possa verificare anche quest’anno.
Il mese di maggio e lo S&P 500
Elaborazione Ufficio Studi di Money.it su dati Bloomberg
Abbiamo analizzato le performance dell’S&P 500 (indice) dal 1928 al 2019, in modo tale da avere uno storico profondo per poter trarre delle possibili conclusioni, a prescindere dell’incertezza causata dalla pandemia di Coronavirus.
Dalla serie di dati considerata, abbiamo subito notato come il 57,61% dei mesi analizzati abbia una performance positiva: solo il 42,39% risulta negativo.
Il motivo che fa associare maggio e la negatività potrebbe quindi trovarsi nelle performance. In media, il quinto mese dell’anno ha una performance del -0,47%. Lo sbilanciamento è evidente, e implica che se avvengono discese a maggio queste sono molto più negative se paragonate alle salite. Traducendo in dati, in media il quinto mese dell’anno è negativo del 5,3% ed è positivo per il 3,09%.
In conclusione, ciò che rende maggio così pericoloso non è la frequenza dei ribassi, ma la loro intensità.
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