Ancora guerra commerciale a pesare sui mercati globali: l’Asia in rosso in vista delle ritorsioni della Cina contro gli USA. Cosa aspettarsi, e quando?
La guerra commerciale sembra essere rientrata nel vivo per sfortuna dei mercati, tornati a scambiare in rosso anche nella prima seduta della nuova settimana.
Nella giornata di venerdì 10 maggio Donald Trump ha alzato i dazi contro la Cina dal 10% al 25%, mentre il Dragone dal canto suo ha parlato di un’imminente ritorsione.
Sono stati proprio i timori di retaliation (e di escalation della tensione) a pesare nuovamente sui mercati finanziari e, nello specifico, sull’azionario asiatico, dove la maggior parte degli indici è tornata a perdere più del singolo punto percentuale. La guerra commerciale si è ufficialmente riaccesa e con essa le preoccupazioni degli investitori, tornati ad allontanarsi dagli asset più rischiosi.
Tutti gli occhi saranno ora puntati sulla Cina che da un momento all’altro potrebbe introdurre le attese contromisure contro gli USA di Donald Trump. Quando arriveranno le ritorsioni e cosa prevederanno?
Guerra commerciale: i colloqui sono falliti
Nonostante i colloqui USA-Cina siano proseguiti a Washington anche dopo i nuovi dazi di Donald Trump, nel corso del fine settimana la delegazione asiatica ha lasciato la città senza alcuna speranza di trovare un accordo commerciale.
La tensione è esplosa la scorsa settimana, nel momento in cui gli Stati Uniti hanno accusato Pechino di aver cancellato alcune importanti intese trovate nei negoziati precedenti. Da quel momento in poi la guerra commerciale è tornata a far tremare i mercati e le minacce di Trump si sono concretizzate venerdì con l’aumento delle tariffe esistenti al 25%.
La Cina non è rimasta a guardare e ha minacciato la prossima introduzione di contromisure. Per il momento pare che Pechino non tornerà sui suoi passi e ignorerà le richieste di Trump di ristabilire la parte degli accordi cestinata.
Quali contromisure in arrivo dalla Cina?
Molto probabilmente le ritorsioni arriveranno sotto forma di maggiori pressioni sulle aziende americane operanti in Cina. Per questo motivo in molti hanno già stimato l’introduzione di vincoli più stringenti per le approvazioni e i controlli sulle importazioni.
“Mi aspetto aspetto che la Cina reagirà e lo farà nel modo più adeguato possibile, cosa che non includerà solo le importazioni”,
ha affermato Susan Shirk, ex vice Segretario di Stato durante l’amministrazione Clinton, aggiungendo:
“Penso che i nostri agricoltori e le nostre esportazioni agricole in Cina saranno presi di mira perché questo è ciò a cui Trump tiene di più politicamente.”
Secondo alcuni osservatori, un altro modo in cui la Cina potrebbe vendicarsi dei dazi di Trump potrebbe essere la svalutazione della valuta nazionale. Sul tavolo delle ritorsioni potrebbero finire anche il citato settore finanziario, quello turistico e ancora quello culturale.
Non è chiaro quando le ritorsioni cinesi verranno introdotte. I mercati, però, hanno già reagito con ribassi superiori al singolo punto percentuale in Asia. L’impatto della guerra commerciale è stata ancora una volta deciso ed evidente.
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