La guerra tra Israele e Hamas rischia sempre più di diventare un conflitto mondiale: ecco cosa può succedere e quali sono i rischi per l’Italia.
La guerra in Israele quali conseguenze potrebbe avere per l’Italia? Per rispondere a questa domanda bisogna scindere - come avvenuto nel caso del conflitto in corso da oltre 610 giorni tra Russia e Ucraina - tre effetti diretti e indiretti.
Giorgia Meloni, in qualche modo anche nella telefonata scherzo realizzata a sua insaputa dai due comici russi, da quando è di stanza a Palazzo Chigi sempre ha ribadito, sia nelle parole sia nei fatti, la sua totale fedeltà atlantica.
L’Italia così nella guerra tra Russia e Ucraina è schierata in maniera granitica dalla parte di Kiev e, in quella più recente tra Israele e Hamas, con lo Stato ebraico sottolineando più volte il diritto di Tel Aviv a difendersi.
Neanche di fronte al recente bombardamento del campo profughi di Jabalia, l’Italia ha mosso una leggera critica nei confronti di Israele, il tutto mentre l’Onu ha definito il raid “sproporzionato” ipotizzando che possa costituire “un crimine di guerra”.
Nel frattempo dallo Yemen stanno piovendo missili verso Israele, mentre quelli lanciati da Hezbollah non hanno mai smesso di minacciare il territorio israeliano: un allargamento della guerra appare essere sempre più dietro l’angolo, con gli Stati Uniti pronti a difendere anche militarmente il suo storico alleato.
In questo scenario assai complesso e preoccupante, i rischi per l’Italia sembrerebbero essere molteplici, a partire dalle ripercussioni economiche fino ad arrivare al possibile coinvolgimento militare o all’incubo di attentati terroristici.
L’Italia e i rischi della guerra in Israele
La paura maggiore che serpeggia nel Belpaese è che l’Italia presto possa ritrovarsi a essere coinvolta direttamente in una guerra. Un timore che si è palesato al momento dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e che ora si è rafforzato visto il caos in Terra Santa.
In Israele però la Nato difficilmente interverrà, visto che la Turchia che è il secondo esercito dell’Alleanza atlantica si è schierata apertamente dalla parte di Hamas, oltre al fatto che nessun membro al momento sembrerebbe essere minacciato dal punto di vista dell’integrità territoriale.
Questo non toglie che gli Stati Uniti presto potrebbero entrare in guerra specie se l’Iran dovesse fare la prima mossa, ma gli americani sarebbero pronti ad aiutare Israele anche in caso di un massiccio bombardamento da parte degli Hezbollah.
Nel caso gli Stati Uniti potrebbero utilizzare le loro basi dislocate in Italia per colpire i loro obiettivi, senza dimenticare che nel nostro Paese sono presenti circa 12.000 soldati americani sparsi in un po’ tutto lo Stivale.
Nei giorni scorsi uno dei leader di Hamas ha dichiarato che “l’Italia è partner nell’aggressione contro il nostro popolo, dal momento che purtroppo ha scelto la destra, la parte destra della storia”.
Il ministro Antonio Tajani di recente però ha rassicurato i cittadini in merito a possibili attentati terroristici ma, dopo quello che è successo in Francia e in Belgio, l’allerta è massima.
Infine c’è l’aspetto economico, anche se nell’ultima settimana è sceso il prezzo sia del gas sia del petrolio: se la guerra dovesse infiammare tutto il Medio Oriente, a quel punto il trend potrebbe invertirsi considerando anche le sanzioni occidentali alla Russia che sono sempre in vigore.
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