Stando all’ultimo rapporto Sipri le nove potenze atomiche avrebbero pronte all’uso 3.904 testate, con Russia e Usa in testa: cosa deve succedere per una guerra nucleare.
La guerra nucleare in questo momento storico è percepita in due maniere diametralmente opposte: una catastrofe possibile e sempre più vicina, oppure un utile spauracchio che serve da deterrente per evitare un conflitto mondiale.
Due versioni entrambe valide visto che, se da un lato l’attivismo militare delle grandi potenze è sotto gli occhi di tutti da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, dall’altro lo spettro di una guerra nucleare ha evitato finora un intervento diretto da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati occidentali tra cui anche l’Italia.
Il problema di fondo è che neanche il più incallito scommettitore in questo momento giocherebbe un centesimo su come potrebbe evolvere il machiavellico attuale scenario geopolitico internazionale, con tante delicate situazioni che sembrerebbero intrecciarsi tra di loro tanto che Papa Francesco ha coniato il termine “ terza guerra mondiale a pezzettini ”.
Infatti non c’è solo la guerra in Ucraina a preoccupare, ma anche quella in Terra Santa che presto potrebbe infiammare tutto il Medio Oriente, senza contare le decine di conflitti locali in Africa che vedono i vari blocchi di potere come attori non protagonisti e la questione Taiwan, con la Cina che si sta mostrando sempre più aggressiva nei confronti dell’isola ribelle.
In questo scenario l’ultimo rapporto del Sipri (Stockholm international peace research institute) diffuso lo scorso 24 settembre 2024, ha cercato di mappare gli arsenali atomici esistenti al mondo, evidenziando come sia aumentato il numero delle testate attive e pronte all’uso come se una possibile guerra nucleare sia drammaticamente imminente.
Guerra nucleare: 4.000 testate pronte all’uso
Lo spettro di una guerra nucleare da decenni è la miglior arma di deterrenza per evitare un conflitto che veda impegnate direttamente le maggiori potenze economiche e militari. Il quadro dipinto dal Sipri però non è rassicurante.
Considerando tutte e nove le potenze nucleari ufficiali o meno - Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Cina, Francia, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele -, nel mondo attualmente ci sono 9.585 testate atomiche di cui 3.904 operative.
A preoccupare molto l’istituto svedese è che nell’ultimo anno sono aumentate di cento unità le testate nucleari pronte a essere utilizzate, segno inconfutabile di un aumento della tensione militare.
Gli Stati Uniti così avrebbero 1.770 armi nucleari pronte all’uso su un totale di 3.708, la Russia 1.710 su 4.380, la Francia 280 su 290 e il Regno Unito 120 su 225. Anche la Cina per la prima volta ha messo in stato di allerta delle testate.
La Russia poi di recente ha modificato la propria dottrina nucleare, con le testate che possono essere utilizzate come “misura estrema e ultima risorsa a scopo di difesa” in questi casi:
- rispondere a una possibile minaccia critica alla sovranità e all’integrità territoriale della Russia o della Bielorussia;
- un’aggressione da parte di uno Stato non nucleare con il coinvolgimento o il sostegno di uno Stato nucleare, sarà considerata come un attacco congiunto.
In sostanza se l’Ucraina dovesse attaccare il territorio russo utilizzando un missile occidentale, Mosca potrebbe rispondere scatenando una guerra nucleare. Se non si trattasse di una mossa dettata dalla deterrenza dovremmo iniziare ad avere paura.
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