Francia, Germania e Regno Unito si preparano a una guerra contro la Russia visto il disimpegno degli Usa con Trump: l’Italia si smarca, ma anche noi faremo la nostra parte.
La guerra in Ucraina secondo molti potrebbe finire a gennaio 2025 quando, a seguito della vittoria alle elezioni presidenziali dello scorso 5 novembre, Donald Trump tornerà a essere a tutti gli effetti il presidente degli Stati Uniti.
Il passaggio di consegne con Joe Biden è previsto per il 20 gennaio e, dopo quella data, Donald Trump potrebbe presentare il suo piano di pace a Vladimir Putin: stando a quanto si apprende, il papello pensato dal tycoon potrebbe soddisfare Mosca, meno invece Volodymyr Zelensky che però potrebbe avere poca voce in capitolo.
La guerra così finirà con la Russia che ottiene il 20% del territorio ucraino e la certezza che Kiev non entrerà a far parte della Nato? Il sentore è che non sarà questo il finale del conflitto che ormai dura da oltre mille giorni.
Se fosse vero che per il cessate il fuoco ormai sarebbe questione solo di settimane, non si capisce perché sia da una parte sia dall’altra ci si stia preparando non alla pace, ma un’escalation potenzialmente anche nucleare.
Il timore è che il 2025 sarà l’anno del disinteresse degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina - Trump vorrebbe focalizzare soldi e armi in Asia -, con l’Europa chiamata così ad affrontare da sola una guerra contro la Russia che al momento avrebbe difficoltà a vincere.
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L’Europa da sola nella guerra alla Russia
Senza girarci troppo attorno, gli Stati Uniti dopo aver provocato questa guerra per procura sarebbero pronti ora ad abbandonare l’Ucraina - devastata e indebitata - al suo destino, comunque dopo aver sostituito il gas russo destinato all’Europa con il ben più caro GNL a stelle e strisce.
Nei piani di Donald Trump anche la ricostruzione dell’Ucraina spetterebbe interamente al Vecchio Continente, mentre colossi americani della finanza americana come BlackRock e JP Morgan da tempo hanno firmato accordi con Kiev per dare la loro consulenza.
Stando a quanto si apprende dalla stampa internazionale, in Europa tutto farebbe pensare a un’escalation più che a una imminente fine della guerra grazie all’avvento di Trump alla Casa Bianca.
Per Le Monde infatti Francia e Regno Unito sarebbero pronto a inviare propri soldati al fronte. “Mentre il conflitto entra in una nuova fase di escalation - si legge -, sono state riattivate le discussioni sull’invio di truppe occidentali e di società di difesa private sul suolo ucraino”.
Un’indiscrezione questa che non è stata smentita da Londra e Parigi, mentre la Germania sarebbe già avanti: oltre a cercare di individuare possibili bunker, un documento segreto denominato “Operationsplan Deutschland” andrebbe a delineare le misure concrete che le forze armate tedesche e il governo intendono adottare in caso di una guerra contro la Russia.
Un funzionario della Nato invece ha spiegato all’Ansa che “la situazione attuale della sicurezza in Europa richiede molti più soldati di quelli al momento disponibili nei vari eserciti alleati o che nostri modelli attuali sono in grado di assicurare”.
Dall’altra parte la Russia dopo aver mostrato di quali missili - potenzialmente anche nucleari - è in possesso, ha stretto un accordo militare con la Corea del Nord e per l’Ue starebbe ricevendo droni dalla Cina.
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Cosa fa l’Italia?
Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, lo scorso giugno ha detto che “dobbiamo essere in grado di affrontare una guerra entro il 2029”. I tempi però potrebbero essere tristemente più celeri.
Per il tenente colonnello tedesco Jörn Plischke al momento “la Russia produce attualmente 25 carri armati al mese, la Germania tre all’anno”; non a caso in tutta Europa ci si sta velocemente adeguando a un’economia di guerra.
E l’Italia? Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha ribadito che i soldati italiani non saranno impegnati in Ucraina, anche se a centinaia sono da tempo schierati nel fianco orientale dello schieramento Nato in Europa.
Se davvero la guerra dovesse allargarsi, difficilmente l’Italia potrebbe tirarsi indietro dal fare la propria parte: nonostante l’aumento della spesa militare, anche le nostre forze armate non sarebbero in grado di affrontare un conflitto moderno al pari dei sistemi anti-missilistici nostrani.
In questo scenario così complesso, non resta che aspettare di capire quali saranno le mosse di Donald Trump una volta tornato alla Casa Bianca: se non ci sarà un accordo con la Russia per un cessate il fuoco, un’escalation appare essere drammaticamente inevitabile.
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