Ucraina-Russia, Putin è all’angolo? «Ha sbagliato i calcoli, ecco cosa faranno gli oligarchi. Fase pericolosissima». Intervista a Villa

Emiliana Costa

01/03/2022

La guerra lampo in Ucraina si è trasformata in un conflitto casa per casa e Putin è sempre più isolato. Che succederà adesso? Intervista a Matteo Villa, analista dell’Ispi.

Ucraina-Russia, Putin è all’angolo? «Ha sbagliato i calcoli, ecco cosa faranno gli oligarchi. Fase pericolosissima». Intervista a Villa

Sesto giorno di guerra in Ucraina, pioggia di missili su Kharkiv e bombe su Kiev. L’invasione lampo del presidente russo Vladimir Putin si è trasformata in un conflitto casa per casa. Gli abitanti di Kiev stanno resistendo oltre ogni previsione e con coraggio difendono la loro terra. Dall’inizio dell’invasione, sono 352 le vittime civili, tra cui 14 bambini. Lo ha reso noto il ministero della Sanità ucraino.

Il primo tentativo di negoziati è andato in fumo e le sanzioni occidentali in Russia iniziano a mordere. Il capo del Cremlino per la prima volta sembra all’angolo. Qual è lo scenario che si prospetta ora? Putin può arrivare davvero a utilizzare il nucleare o si tratta di un’arma politica? Ne abbiamo parlato con Matteo Villa, analista dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi).

Cosa sta succedendo in Ucraina? Putin ha sbagliato i suoi calcoli, non ha più nulla da perdere (c’è chi dice sia malato) o ha un piano che ci sfugge?

Il piano c’era ma gli è andata male, 190 mila persone attorno al confine confermano che l’intenzione di Putin fosse quella di invadere l’Ucraina. Aveva in mente una guerra lampo con l’obiettivo di deporre Zelensky e istallare un presidente amico. Anticipando la reazione occidentale e le sanzioni pesantissime. A quel punto avrebbero trattato. Ma ha sbagliato i calcoli. Non si aspettava una resistenza così forte e una reazione europea così unita e rapida. Il presidente dell’Ungheria Orban, amico di Putin, avrebbe potuto essere il suo cavallo di Troia. Le sanzioni scattano solo se c’è un’animità. Venerdì scorso, quattro giorni fa, sembrava ci fossero fratture tra gli occidentali. Ma sono state immediatamente risanate.

A Mosca i bancomat sono già a secco. Cosa rischia a lungo termine la Russia con le sanzioni?

Le sanzioni su Swift sono diventate simboliche, ma non sono le più pesanti. Le due più significative sono il congelamento delle attività all’estero delle grandi banche russe e il blocco degli assett della Banca centrale. Sono due giorni che la Borsa di Mosca non apre. Siamo vicini al tracollo. Putin non si aspettava questa situazione. Da un lato pensava di conquistare Kiev in poco tempo e dall’altro credeva che la paura occidentale dell’aumento dei prezzi delle bollette frenasse le sanzioni. A lungo termine, si rischia il fallimento del debito. Ci vorrà ancora del tempo perché la Russia ha un debito pubblico molto basso, attorno al 20% del Pil. Ma siamo vicini alla crisi finanziaria del 98. Le corse ai bancomat mettono in difficoltà la Banca centrale che può solo stampare rublo, creando inflazione. Si stima nelle prossime settimane un’inflazione al 70%, sempre più vicino all’iperinflazione. Spirale da cui è difficile tornare indietro.

Come mai Putin mette a rischio la stabilità economica del suo stesso paese per l’attacco all’Ucraina? È davvero disposto a tutto?

Ormai ci ha messo la sua faccia. È difficile raggiungerlo anche per negoziare. Macron ha provato, ma il Cremlino ha smentito subito di aver parlato con la Francia di de-escalation. A questo punto ci sono due ipotesi: la prima, che Putin capisca di essere all’angolo e inizi a trattare oppure l’assedio a oltranza.

Gli oligarchi iniziano a smarcarsi da Putin. Il presidente russo potrebbe essere fatto cadere dall’interno?

È questa la partita che sta giocando adesso l’Occidente: «Se io metto alle strette tutti gli oligarchi, chi crolla prima? Putin o noi?». Non ci sarà un golpe, ma sarà fatto ragionare. Anche se è dura. Negli ultimi anni Putin si è allontanato dalla sua élite economica e si è avvicinato alla sua élite ideologica. Si è visto con il Covid. Nessuno in Russia immaginava che ordinasse l’invasione vera. Si aspettavano l’occupazione del Donbass, l’indipendenza, sanzioni non pesanti. Evitando in questo modo che l’Ucraina potesse entrare nella Nato. Non solo gli oligarchi cominciano a smarcarsi. Lo schiaffo più grosso a Putin sta arrivando dalle grandi imprese che stanno abbandonando la Russia, come BP e Shell.

Qual è l’obiettivo ultimo di Putin?

Anche se Putin riuscisse a conquistare l’Ucraina, avrebbe un paese che lo odia. Non si capisce se puntasse a un’occupazione permanente o all’instaurazione di un governo amico. L’idea staliniana di dividere l’Ucraina in due (una parte russa e una parte occidentale), ventilata dall’intellighenzia russa, sarebbe stata controproducente per lo stesso Putin. A quel punto non avrebbe potuto impedire che la parte occidentale finisse nell’orbita dell’Alleanza Atlantica. È difficile capire se la paranoia lo abbia fatto sentire accerchiato dalla Nato.

Putin per vincere sarebbe realmente disposto a usare il nucleare?

Il nucleare è un’arma politica. Il rischio esiste perché è nelle mani del presidente, nelle mani di una sola persona. Ma è difficile pensare che una persona anche se paranoica sganci l’atomica. Sarebbe la sua fine. È chiaro che non ce n’è nessuna intenzione, non è stato compiuto nessun passo operativo per il lancio di una bomba. Il Pentagono ha comunicato che dai satelliti non è emerso niente.

Nulla di fatto con il primo tentativo di negoziati. Qual è ora il possibile scenario?

Purtroppo l’assedio. Per qualche giorno ci sarà solo l’assedio. Putin tenterà il tutto per tutto per conquistare Kiev. Se non ce la fa, sarà costretto a trattare. Siamo nella fase più pericolosa della guerra. Sarà pesantissimo.

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