Cosa prevede la normativa italiana riguardo agli home restaurant e quali sono le comunicazioni necessarie, come la Scia.
Gli home restaurant sono un’opzione per coloro che desiderano provare a iniziare una carriera nel campo dell’industria della ristorazione, oppure una soluzione per chi non riesce o non vuole sostenere i costi legati all’organizzazione e alla gestione di un ristorante classico. Pur essendo una scelta che porta con sé diverse semplificazioni, l’apertura di un ristorante casalingo non implica comunque l’eliminazione dei diversi obblighi da dover rispettare per poter essere in regola.
Pur essendo una nuova tipologia di business, e trovandosi quindi in una situazione di «semi vuoto» normativo, anche l’apertura di un home restaurant prevede che venga rispettato un iter preciso, per permettere la sicurezza alimentare dei clienti e degli eventuali collaboratori. Nello specifico, proprio per andare a risolvere i problemi legati alla mancanza di leggi apposite, nel 2017 è stato approvato in Senato il disegno di legge n.2647, per poi venire bloccato pochi mesi dopo dall’antitrust, ed è ancora in attesa delle modifiche necessarie.
Cosa sono gli home restaurant
Un home restaurant è un’alternativa a un classico ristorante per chi vuole lavorare in questo campo. Si tratta della possibilità di fare della propria cucina il centro nevralgico della struttura, utilizzando il resto della casa come ristorante a tutti gli effetti. Utilizzando la propria abitazione come un locale, si andrà a risparmiare sull’apertura di un secondo luogo, avendo così la possibilità di tagliare i costi, come quello dell’affitto.
Si avrà inoltre una notevole autonomia, potendo infatti scegliere e gestire ogni aspetto organizzativo, e altri vantaggi.
Per quanto a volte la scelta di aprire un home restaurant possa apparire come un modo facile per arrotondare a fine mese, questo implica anche il rispetto di diversi adempimenti che prevedono prima di tutto il possesso di alcuni requisiti, oltre che doversi occupando dell’invio di tutta la documentazione richiesta, come la Scia sanitaria riservata alle attività del settore.
I requisiti necessari
Nonostante la mancanza di una normativa apposita, si può fare riferimento alle disposizioni già esistenti in materia relative a chi si occupa della vendita e somministrazioni di alimenti e bevande.
Questo significa che per poter aprire un’attività di home restaurant prima di tutto è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti:
- essere in possesso di un diploma di scuola superiore o di uno triennale di un istituto professionale attinente, oppure di una laurea triennale;
- aver esercitato nel settore alimentare o frequentato corsi in materia per almeno due anni, anche non continuativi;
- possedere tutti i requisiti di onorabilità e professionalità che vengono indicati nell’art. 71 del D. Lgs. 59/2101.
Trattandosi dell’apertura di un’attività è consigliabile affidarsi alla consulenza di un commercialista, quantomeno per quel che riguarda la gestione dei diversi adempimenti fiscali, oltre che procedere con la stesura di un business plan per avere più chiaro il proprio modello e possibilità in questo campo.
La Scia sanitaria
Nel momento in cui si andrà ad aprire un home restaurant, così come per qualsiasi attività di questa tipologia, è necessario procedere con l’invio della Scia sanitaria, ovvero la comunicazione di inizio attività riservata a queste attività. Si tratta di una comunicazione da inviare al Comune in cui si andrà ad aprire. A questa dovrà essere allegata la notifica sanitaria dell’Asl, che va a sostituire la vecchia autorizzazione sanitaria.
Nel caso in cui non si fosse in possesso della notifica dell’Asl l’invio della Scia non potrà essere considerato valido e non sarà quindi possibile procedere con l’apertura dell’attività fino alla risoluzione dei problemi che sono stati riscontrati. Si tratta infatti di un requisito fondamentale per le attività che si occupano della manipolazione di alimenti, il che include anche gli home restaurant.
L’attestato rilasciato dall’Asl va a confermare la presenza e il rispetto di tutte le norme igienico sanitarie richieste dalla legge.
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Attestato HACCP
È richiesto per legge che coloro che si occupano della manipolazione di alimenti frequentino un apposito corso e superino l’esame per poter entrare in possesso dell’attestato HACCP. Chi già lavora, o ha lavorato, nel campo della ristorazione è probabile che ne sia già in possesso, ma si può ottenere in breve tempo anche frequentando e dando l’esame
completamente online.
Bisognerà fare attenzione alla scadenza dell’attestato e rinnovarlo se e quando necessario. In particolare regioni diverse possono avere tempistiche differenti. Questo significa che nel caso in cui si scegliesse di aprire la propria attività in una regione diversa da quella in cui lavorava, dovrà informarsi al riguardo.
Partita Iva e codice Ateco
Trattandosi di un’attività sarà necessario anche procedere con l’apertura di una partita Iva e la scelta del codice Ateco corretto per identificare il lavoro nel proprio home restaurant, e poter anche procedere con il corretto versamento dei contributi all’Inps.
Tuttavia, se l’attività fosse saltuaria, si potrebbe anche utilizzare la modalità della ritenuta d’acconto, entro i limiti stabiliti per legge. Siccome la questione della “saltuarietà” del lavoro può risultare comunque piuttosto fumosa, soprattutto nel momento in cui si hanno dei dubbi sarà opportuno rivolgersi a un commercialista per una consulenza, in modo da evitare eventuali problemi fiscali.
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