I 7 investimenti peggiori della storia

Davide Galasso

23 Marzo 2025 - 14:21

Ecco quali sono stati i 7 investimenti più disastrosi e controproducenti mai fatti nel corso della storia

I 7 investimenti peggiori della storia

Gli investimenti sono stati considerati fin dall’antichità metodi validi ed efficaci per guadagnare.

Proprio per questo, l’essere umano è sempre alla ricerca di nuovi modi per investire, con la speranza di trovare la strategia più efficace e poter arricchire così le proprie tasche.

Come sappiamo, però, una caratteristica di molti investimenti è quella di non garantire al 100% un ritorno economico in grado di coprire la cifra spesa e, nei casi più sfortunati, l’investitore si ritrova a perdere tutto senza ricevere nulla in cambio.

Nel corso dei secoli, ci sono stati numerosi esempi di investimenti che si sono rivelati a dir poco disastrosi e alcuni di questi sono davvero particolari.

Ecco allora quali sono i 7 peggiori investimenti di sempre di cui siamo a conoscenza.

I 7 investimenti peggiori della storia

1) Investimenti sui tulipani

Il caso dei tulipani è uno degli esempi più noti di investimento senza lieto fine. L’evento risale alla prima metà del 1600, dove nei Pesi Bassi avviene uno dei primi casi di bolla speculativa della storia moderna.

A quei tempi, infatti, i bulbi di tulipano erano divenuti una vera e propria merce di lusso in Olanda ed avevano raggiunto dei prezzi astronomici.

Per rendere meglio l’idea di come questo mercato sfuggì dal controllo, basti pensare che alcune persone erano arrivate ad acquistare dei singoli tulipani a prezzi equivalenti a quelli di una casa ad Amsterdam.

La vicenda, però, ebbe un brutto epilogo nel 1637 quando un crollo improvviso del prezzo dei fiori portò alla rovina finanziaria molti investitori, incapaci di risanare gli altissimi debiti accumulati.

2) La ferrovia del Congo

Ci spostiamo in Belgio, dove verso la fine del 1800 il re Leopoldo II decise di costruire una lunga ferrovia nella lontana colonia del Congo, con l’intento di sfruttare le risorse di questo paese.

Il sovrano allora, visto che il progetto era molto costoso, cercò il sostegno di vari investitori interessati a dei profitti potenzialmente elevati.

Tuttavia, le condizioni di lavoro disumane, insieme a una cattiva gestione, portarono il progetto ad un totale fallimento arrivando addirittura sull’orlo di una crisi umanitaria, con i finanziatori che videro i loro profitti quasi vaporizzati.

3) NFT

Alcuni anni fa si registrò un vero e proprio boom nell’acquisto di NFT, acronimo di Non-fungible Token.

Alcuni investitori particolarmente fiduciosi arrivarono a pagare anche milioni di dollari per ottenere alcune tra le immagini digitali che, secondo le previsioni di alcuni esperti, avrebbero visto il loro valore moltiplicarsi incredibilmente nel corso del tempo.

Furono molti, ad esempio, i vip che dichiararono di aver acquistato NFT; tra questi, ad esempio, anche Justin Bieber che investì su alcune «Bored Apes», ovvero delle «scimmie annoiate» appartenenti alla famosa collezione divenuta simbolo di questi token.

Purtroppo però, non molto tempo dopo, gran parte del mercato NFT subì un crollo, lasciando a mani vuote tantissimi speculatori digitali. Anche gli investimenti del cantante non furono risparmiati tant’è che Bieber perse quasi il 95% della somma investita.

4) Polaroid

Fondato nel 1937, Polaroid fu un brand capace di rivoluzionare il mondo della fotografia grazie alle nuove fotocamere a pellicola, che permettevano di poter scattare e sviluppare delle foto in pochi minuti.

Per decenni, l’azienda fu a capo del settore ma con l’avvento delle fotocamere digitali, avvenuto nei primi anni ’90, non si riuscì più ad affrontare il cambiamento tecnologico in corso.

Divenuta quindi incapace di reinventarsi in alcun modo, l’azienda dichiarò bancarotta mandando in fumo tutti gli investimenti degli azionisti.

5) Lo schema Ponzi di Madoff

L’idea e la messa in pratica del più grande schema Ponzi della storia è attribuibile a Bernard Madoff, un banchiere statunitense ed ex-presidente della borsa valori di Nasdaq, divenuto poi un truffatore.

Per anni, Madoff ha promesso a coloro che gli affidavano grandi somme di risparmi dei rendimenti costanti e particolarmente elevati, senza però rivelare mai le strategie alla base del suo metodo.

Il truffatore, infatti, non investiva realmente il denaro che riceveva ma lo utilizzava per pagare i profitti ai clienti precedenti, mantenendo in questo modo solamente un illusione di un’attività redditizia.

Nel 2008, però, la verità venne a galla e fu arrestato dalla polizia federale con l’accusa di truffa per un valore stratosferico, di quasi 65 milioni di dollari.

6) La catena di Blockbuster

La catena di Blockbuster, simbolo di una generazione, rappresenta un altro dei grandi fallimenti del mondo degli investimenti.

Questa era una grande azienda che ha dominato per anni il mercato della distribuzione, del noleggio e della vendita di film e serie tv.

Fondata a Dallas nel lontano 1985, si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo superando l’apice di oltre 5.000 punti vendita nei soli Stati Uniti ed un totale di 84.300 dipendenti sparsi tra USA e vari Paesi europei, tra cui Regno Unito, Spagna, Portogallo, Svizzera e Italia.

Tuttavia, l’arrivo dei nuovi servizi di streaming, come Netflix, segnò l’inizio della crisi di Blockbuster, culminato poi nel 2010 quando l’impresa dichiarò bancarotta con miliardi di dollari persi dagli investitori coinvolti nel progetto.

7) Il Giovedì Nero di Wall Street, 1929

Il 24 ottobre 1929 è passato alla storia come una delle giornate peggiori per gli investitori statunitensi.

A questa data risale infatti il crollo più drastico della Borsa di Wall Street, un evento talmente catastrofico che segnò l’inizio della famosa “grande depressione”.

A seguito di una serie di speculazioni sregolate da parte di alcuni azionisti, la mattina di quel giovedì si osservò un crollo della borsa di New York mai registrato prima, con delle conseguenza catastrofiche per tutto il mercato azionario e le vite di migliaia di persone.

Molti azionisti persero tutti i loro investimenti e quasi 13 milioni di azioni vennero vendute in un singolo giorno, lasciando sul lastrico intere famiglie.

Si registrarono inoltre, purtroppo, diversi casi di suicidio da parte di borsisti disperati che di fronte a tale crollo rimasero senza speranza, scegliendo la via più drastica.

Proprio per questi motivi quella giornata è tutt’ora ricordata come “Giovedì Nero”, termine utilizzato per descrivere al meglio i concetti di pessimismo, oscurità e rovina finanziaria legati a quell’evento, divenuto l’esempio principale di come il mondo degli investimenti possa essere pericoloso.

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