Cosa rischia la Francia secondo Moody’s

Violetta Silvestri

9 Luglio 2024 - 15:20

La Francia dal destino politico ancora incerto rischia di peggiorare la sua situazione fiscale e debitoria. Cosa può accadere secondo l’analisi di Moody’s?

Cosa rischia la Francia secondo Moody’s

Sebbene il temuto terremoto finanziario post-voto non ci sia stato in Francia, il Paese rimane ad alto rischio instabilità secondo Moody’s.

Secondo l’agenzia, il rating sovrano francese è minacciato dalle tensioni politiche, che se non risolte nel breve termine possono causare un peggioramento sostanziale dei parametri fiscali e del debito.

La società ha avvertito, in una nota pubblicata l’8 sera, che le prospettive della nazione potrebbero essere abbassate da stabili a negative se ci fosse un deterioramento nell’accessibilità dei costi del servizio del debito maggiore rispetto ai pari.

Dopo il ballottaggio di domenica 7 luglio, una maggioranza chiara per definire un nuovo esecutivo non c’è. Le finanze francesi (e gli investitori obbligazionari) sono quindi rimaste nel limbo finché non emergerà una maggiore certezza su chi governerà il Paese e su come affronterà il suo carico di debito.

Da una parte, Il parlamento francese in stallo ha rassicurato i mercati, come hanno scritto gli analisti della Deutsche Bank, poiché rende difficile l’attuazione di qualsiasi politica più radicale, dato che né l’estrema sinistra né l’estrema destra sono in grado di attuare il loro programma sulla base di questi numeri.

Tuttavia, nelle contrattazioni di martedì 9 luglio il Cac francese viaggia in rosso. L’incertezza sul futuro inizia a pesare, oltre ad allertare gli strateghi sulla tenuta dei conti pubblici.

Moody’s lancia un allarme debito in Francia, cosa si teme?

I risultati delle elezioni hanno messo la Francia “in una situazione senza precedenti”, hanno scritto gli analisti di Moody’s, tra cui Sarah Carlson, descrivendo le implicazioni fiscali dell’impasse come negative per il credito. “Un indebolimento dell’impegno al consolidamento fiscale aumenterebbe le pressioni al ribasso sul credito, ha spiegato.

L’elevato onere del debito della Francia accresce la sua esposizione a costi di finanziamento più elevati e potrebbe portare a un aumento più rapido del previsto dei pagamenti degli interessi sui titoli della nazione, ha avvertito Moody’s. La sostenibilità del debito ha un peso forte nella valutazione del profilo di credito della Francia da parte dell’azienda.

Mentre i tassi di interesse in Europa stanno iniziando a scendere, con la banca centrale della regione pronta a tagliare ancora entro la fine dell’anno, i costi di indebitamento della Francia sono aumentati da quando il mese scorso il presidente Emmanuel Macron ha deciso di indire elezioni anticipate.

Martedì 9 luglio, i rendimenti dei titoli francesi a 10 anni sono saliti di cinque punti base, attestandosi al 3,22%, portando il loro premio di rischio rispetto agli asset tedeschi più sicuri a 64 punti base, rispetto ai circa 50 punti base registrati prima della convocazione del voto.

Un’inversione delle riforme finanziarie attuate dal 2017 da Macron e dai suoi alleati potrebbe danneggiare ulteriormente il rating del Paese potrebbe tradursi “in implicazioni materialmente negative a medio termine per il potenziale di crescita della Francia e/o la sua traiettoria fiscale”, hanno scritto gli analisti di Moody’s.

La questione di chi formerà il Governo e di quali partiti comporranno la maggioranza sarà dunque cruciale. Non solo in termini di stabilità, ma anche di contenuti. C’è da aggiungere che la sconfitta di Macron alle elezioni europee è stata anche guidata dallo scontento della popolazione nei confronti della sua politica e difficilmente le promesse di Mélenchon della sinistra verranno completamente annacquate in un pur necessario compromesso. Tre punti sintetizzano le sue priorità: abrogazione del pensionamento a 64 anni, congelamento dei prezzi, aumento del salario minimo.

Ad aprile, Moody’s ha confermato la Francia con il rating Aa2, il terzo più alto, e con un outlook stabile. Tutto può cambiare con una crescente sfiducia nei confronti della spesa pubblica e della lotta al debito della Francia.

Tuttavia, pensare di mettere da parte in modo definitivo la lotta alle disuguaglianze socioeconomiche, esacerbate negli ultimi anni, è altrettanto fuorviante. Soprattutto in Paesi come la Francia, dove la rivolta civile non è così impensabile.

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