Dopo la richiesta per il Chapter 11, il noto produttore di contenitori per alimenti ha 30 giorni per trovare un acquirente.
Quali sono i motivi dietro il fallimento di Tupperware? Il noto produttore di contenitori per cibo fondato negli anni ’50 ha fatto richiesta di protezione dal fallimento ai sensi del Chapter 11. Significa che l’azienda è in bancarotta? Non proprio: il ceo Laurie Ann Goldman vuole tentare il tutto per tutto ristrutturando l’azienda. Per questo motivo ha richiesto al tribunale del Delaware l’autorizzazione per continuare a operare durante la procedura fallimentare. Allo stesso tempo, continua a cercare un acquirente che si faccia carico dei debiti, ma ha solo 30 giorni di tempo per vendere l’azienda.
Cerchiamo di capire cosa significa la richiesta per il Chapter 11 e quali conseguenze per le azioni.
Tupperware verso il fallimento. Ecco cosa sta succedendo
Negli ultimi anni, la situazione finanziaria di Tupperware “è stata gravemente influenzata dal difficile contesto macroeconomico”, ha dichiarato l’ad Goldman al margine dell’annuncio di fallimento.
Dopo un’impennata delle vendite durante la pandemia, l’iconica azienda dai tappi colorati ha progressivamente perso slancio, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e delle spedizioni, oltre all’aumento del costo della manodopera.
Nel 2023, l’ad aveva messo in luce una cattiva situazione finanziaria, sollevando dubbi sostanziali sulla capacità dell’azienda di continuare ad operare. Tuttavia, l’ingresso di un nuovo team dirigenziale lo scorso anno ha dato il via per un tentativo di rilancio dell’azienda con l’implementazione di un piano strategico per modernizzare le attività e aumentare l’efficienza per stimolare la crescita.
Da allora “l’azienda ha compiuto progressi significativi e intende proseguire questo importante lavoro di trasformazione”, ha sottolineato Goldman, che ha richiesto al tribunale l’approvazione di un piano di vendita dell’attività, al fine di proteggere il suo marchio e “favorire ulteriormente la trasformazione di Tupperware in un’azienda incentrata sulla tecnologia e incentrata sul digitale”.
Secondo i documenti depositati presso il tribunale, Tupperware detiene attività per un valore compreso tra 500 milioni e 1 miliardo di dollari e passività per un valore compreso tra 1 miliardo e 10 miliardi di dollari. Il totale dei creditori sono tra 50.000 e 100.000. Secondo i calcoli dell’azienda, i creditori in passato avevano garantito gran parte del debito, pari a quasi 812 milioni di dollari, per una cifra compresa tra 15 e 30 milioni di dollari.
Tra le filiali internazionali, solo la svizzera Tupperware Products AG sta dichiarando fallimento, secondo i documenti del tribunale statunitense. Non vengono menzionate, invece, altre filiali europee.
La storia di Tupperware inizia nel 1946, quando il chimico Earl Tupper “ebbe un’illuminazione mentre creava stampi in una fabbrica di materie plastiche subito dopo la Grande Depressione”.
Cosa succede alle azioni Tupperware
Con la richiesta per il Chapter 11, l’azienda in difficoltà evita la liquidazione delle attività impedendo a chiunque di poterle aggredire, ma deve elaborare un piano di ristrutturazione per ridurre l’indebitamento. Si tratta quindi di una sorta di “amministrazione controllata” per aiutare l’impresa a migliorare la situazione di cassa di breve periodo.
Nel 2024 le azioni Tupperware sono scese del 75% e martedì hanno chiuso a circa 50 centesimi l’una, con un crollo del 57,5% rispetto alla seduta precedente. Generalmente, infatti, la richiesta per il Chapter 11 fa perdere all’azienda la maggior parte, se non tutto, del loro valore e la società potrebbe essere cancellata dalla borsa.
Se l’azienda dovesse riuscire a risollevarsi, anche le azioni potrebbero sopravvivere, oppure l’azienda potrebbe annullare le azioni esistenti ed emetterne di nuove.
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