Il crollo fino al 13% di questi BTP (e non solo) è una grande occasione

Stefano Vozza

1 Gennaio 2025 - 20:18

La correzione dei prezzi dei bond Matusalemme potrebbe costituire un’opportunità di ingresso in ottica di medio termine

Il crollo fino al 13% di questi BTP (e non solo) è una grande occasione

Non di sole cedole e tassi di interesse vive l’investitore in obbligazioni, sovrane o corporate che siano. A seconda degli orizzonti temporali e degli obiettivi di fondo, è possibile spaziare tra più strategie operative alternative.

Mettiamoci nei panni degli investitori di medio termine che non disdegnano e/o ricerchino attivamente il gain da plusvalenza oltre alla cedola. Ovviamente stiamo parlando di investitori ad elevata propensione al rischio, con timeframe di medio termine e relativamente esperti di finanza (non per forza traders, insomma).

Ora, su quali titoli eventualmente spostare l’attenzione? Sui bond lunghi, ovvero su titoli ad elevata sensibilità anche al solo cambio di view e/o di sentiment dominante sul mercato. Al riguardo, il recente crollo fino al 13% di questi BTP e titoli di Stato potrebbe fare la fortuna nel 2025 quando i tassi sono attesi in ulteriore discesa.

Variabili macroeconomiche e prezzi/rendimenti dei titoli di Stato

I bond sovrani sono considerati investimenti molto sicuri in merito all’incasso delle cedole e al rimborso finale. Tuttavia, dall’emissione fino a scadenza i loro prezzi sul mercato oscillano al rialzo e al ribasso in base all’andamento di più variabili macroeconomiche. Di quali si tratta? In base al bond di turno può trattarsi del rischio emittente come di quello valutario, ma il principale per tutti resta quello legato all’andamento dei tassi di interesse.

Non è un caso, infatti, che le intenzioni operative (in termini di timing) lanciate al mercato dalle Banche Centrali a dicembre abbiano raffreddato i corsi dei bond. Il riferimento è soprattutto a quelli lunghi, i c.d. Matusalemme la cui durata residua è assai lontana nel tempo. Infatti maggiore è la vita residua, più elevata è la duration e più “ingessata” la cedola (cioè è fissa e costante e non indicizzata) maggiore ne risulterà la fluttuazione dei corsi.

Il crollo dei prezzi di alcuni titoli di Stato sul mercato delle obbligazioni

Per rendercene conto vediamo 3 bond lunghissimi di tre Stati sovrani differenti, ossia (in ordine alfabetico) Austria, Francia e Italia. In tutti i casi noteremo come i corsi siano oggi crollati rispetto ai picchi di inizio dicembre.
L’Austria Tf 0,85% (ISIN AT0000A2HLC4) ha data scadenza al 30 giugno 2120 e una duration modificata di 46 circa. La cedola annua può dunque dirsi trascurabile, oltre che decisamente ingiusta in rapporto alla durata (100 anni complessivi in origine).

Di contro, i suoi corsi sul mercato secondario sono (a dir poco!) da montagne russe. Il titolo vanta un massimo e un minimo storico rispettivamente a 139 (dicembre 2020) e a 34,34 centesimi (ottobre 2023), più di 1 € di differenza in meno di 3 anni.

Non si tratta di “tanta strada” ma di “tantissima e pure di più”, al cui pensiero vengono i brividi. Approcciare al bond presuppone quindi cognizione di causa ed elevata propensione al rischio. Ancora, limitando l’analisi a questo mese c’è che l’Austria 2120 è passato dall’high di 48,57 del 2 dicembre al low di 42,15 di venerdì 27. In soldoni, una discesa del 13,218% da un estremo all’estremo.

Il crollo fino al 13% di questi BTP e titoli di Stato potrebbe fare la fortuna nel 2025

A grandi linee, i trend di lungo e di breve periodo si ripetono anche con i bond Matusa degli altri due Stati sovrani dell’Eurozona.
L’OAT Tf0,5% con ISIN FR0014001NN8 emesso dal Governo francese, ha duration a quasi 36 e data scadenza al 25/95/2072. Anche qui i picchi di dicembre sono stati 39,03 il 06/12 e 33,95 lunedì 30, cioè un –13,01% dall’high al low.

Stesso copione per il BTP Tf 2,15% del Tesoro (ISIN IT0005441883) in scadenza il 1° marzo 2072 e con duration a 24 circa. Gli estremi segnati dai corsi del titolo a dicembre sono stati di 68,43 e 63,36, –9,26%.

Ora, i prezzi che scendono si accompagnano da sempre a una risalita dei rendimenti. Non solo, ma anche a una possibile opportunità di ingresso per chi non si cura della cedola, non ha fretta e già pregusta i futuri, nuovi tagli dei tassi di riferimento BCE. Se le attese al riguardo non saranno disattese, è evidente che in un futuro ad oggi ignoto i corsi torneranno a riapprezzarsi. Di quanto e quando? In misura diretta (ma inversa) alle prossime sforbiciate del costo del denaro, e nei tempi che la BCE riterrà congrui per la sua politica monetaria.

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