Il debito dell’Italia sarà il più alto d’Europa nel 2027

Violetta Silvestri

17/05/2024

L’Italia avrà il debito più alto d’Europa in soli 3 anni: la profezia di Scope richiama l’attenzione sul vero punto debole del nostro Paese.

Il debito dell’Italia sarà il più alto d’Europa nel 2027

La maledizione del debito non sembra abbandonare l’Italia. Il suo livello di indebitamento pubblico sarà il maggiore di tutta l’Europa grande in soli tre anni, secondo Scope Ratings, che ha incalzato affinché il Governo attui un piano credibile per rimettere in ordine le finanze pubbliche.

Nonostante discrete stime sulla crescita, da diverse istituzioni e agenzie continuano a elevarsi toni allarmanti sul debito e sul deficit italiani, da sempre punti deboli del Belpaese.

Nelle ultime previsioni economiche, la Commissione Ue ha evidenziato che il disavanzo in Italia è visto crescere e il debito/Pil restare su quote molto elevate, a differenza di altre nazioni poco virtuose e del Sud Europa, come Grecia, Portogallo, Spagna, dove le due voci sono attese in diminuzione.

La profezia di Scope allerta l’Italia sul debito

Con un spread sotto controllo, un Governo piuttosto stabile e prestazioni economiche in miglioramento, anche se non eccellenti, l’Italia sembra legata a scenari più ottimisti.

Tuttavia, non si vedono all’orizzonte grandi passi in avanti sulla zavorra del debito pubblico. Secondo Scope, entro il 2027, il debito del Paese in proporzione al Pil supererà quello della Grecia. Si tratta di un risultato più rapido di quanto previsto dal Fondo monetario internazionale, che prevede un simile risultato nel 2028.

Il rapporto debito/il è sceso significativamente più del previsto lo scorso anno al 137,3%, ma quel vantaggio si sta ora invertendo, una traiettoria riconosciuta nelle previsioni ufficiali.

“Il governo italiano deve ideare e attuare un piano credibile di risanamento fiscale a medio termine per stabilizzare il debito pubblico, date le sfide legate agli alti costi degli interessi, agli eccessivi incentivi fiscali passati e ai ritardi nella spesa del piano di ripresa che favorisce la crescita”, ha scritto Eiko Sievert, un analista presso Scope.

Secondo lui il Paese avrà bisogno di un risparmio cumulativo di 135 miliardi di euro nei prossimi cinque anni per il suo saldo primario, la misura che mette a confronto le entrate con la spesa, prima dei costi degli interessi. Questo calcolo presuppone una crescita media annua dell’1% e un’inflazione al 2%.

“Migliorare l’efficienza e la qualità della spesa pubblica, rafforzare la sostenibilità del sistema pensionistico e migliorare la conformità fiscale sarà fondamentale”, ha affermato Sievert.

L’Italia non ha quindi ancora convinto gli osservatori più attenti che i conti pubblici possono finalmente tornare a quadrare.

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