Governo, il M5S perde pezzi e il PD gli chiede il conto

Mario D’Angelo

08/01/2020

Con il governo a rischio per l’instabilità del M5S, il segretario dem Zingaretti alza la voce. Tre i punti da discutere prima di gennaio: prescrizione, legge elettorale e decreti sicurezza

Governo, il M5S perde pezzi e il PD gli chiede il conto

Non è casuale il tempismo con cui il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha invitato il Movimento 5 Stelle al compromesso. La forza politica fondata da Beppe Grillo - arrivata al secondo esecutivo - sta raggiungendo una maturità nervosa, fatta di dissenso ed espulsioni. E gli alleati di governo presentano il conto.

M5S instabile, Zingaretti alza la voce

Nel corso di una puntata di Otto e Mezzo intitolata “Zingaretti alza la voce”, il segretario dem ha elencato tre fondamentali punti che il PD vuole portare a casa, pena la caduta del Conte bis: legge elettorale proporzionale, revisione della riforma Bonafede sulla prescrizione e modifica dei decreti sicurezza.

Sono 10, fra deputati e senatori, i parlamentari pentastellati che rischiano l’espulsione per le mancate restituzioni. Quelli indietro, per la verità, sono 47 (su 315 eletti), ma i probiviri stanno in queste ore vagliano la posizione di coloro che non versano un euro da almeno un anno.

L’instabilità del M5S rappresenta un pericolo anche per la tenuta di governo. La fuoriuscita dei senatori, in particolare, potrebbe costituire un problema perché a Palazzo Madama la maggioranza è più risicata. Al Senato, inoltre, c’è già stata un’espulsione eccellente. Ed è per questo che il PD, all’alba del nuovo anno, non ha esitato a piantare alcuni paletti.

Governo, riforma della legge elettorale verso il proporzionale

Primo fra tutti è la riforma della legge elettorale. Alla trasmissione di La7 Zingaretti ha detto che “il Rosatellum [quella attuale, ndr] è una delle peggiori leggi elettorali mai fatte”, e dunque va cambiata prima della prossima tornata.

I due azionisti di maggioranza del governo sono già d’accordo sulla direzione da prendere - quella proporzionale - ma Zingaretti ha imposto un’ulteriore condizione: la soglia di sbarramento al 5%. Il PD, partito a vocazione maggioritaria (o almeno questa è l’ambizione del segretario) ne trarrebbe beneficio.

Zingaretti: “Non può esserci fine processo mai”

Il secondo punto è quello della durata dei processi. Zingaretti invita gli alleati del M5S a scendere a compromessi. Il PD ha presentato una proposta di legge per correggere il tiro della riforma Bonafede della prescrizione “per garantire una durata ragionevole dei processi”.

“Perché in Italia oltre al ‘fine pena mai’ non può esserci anche il ‘fine processo mai’”, aggiunge il segretario dem.

A gennaio modifica ai decreti sicurezza

Ultimo ma non meno importante punto (almeno da un punto di vista politico) è la modifica - non l’abolizione - dei decreti di sicurezza, una delle leggi-bandiera del precedente governo M5S-Lega.

Come ha già annunciato la ministra dell’Interno Lamorgese, i decreti Salvini si cambiano a gennaio. E non chiamiamoli ‘decreti sicurezza’ perché con la sicurezza non avevano niente a che fare”, ha detto perentorio Zingaretti.

Iscriviti a Money.it