Il mondo sotto la lente, 5 motivi di allarme dall’economia globale

Violetta Silvestri

10/02/2024

5 temi per capire dove sta andando l’economia globale: perché sono diversi gli allarmi che provengono da dati ed eventi appena accaduti nel mondo?

Il mondo sotto la lente, 5 motivi di allarme dall’economia globale

Il mondo sotto la lente dei dati e degli eventi economici appena successi svela almeno 5 temi da monitorare, che allarmano sul futuro globale.

La settimana appena trascorsa ha lasciato alcune tracce rilevanti sul percorso di ripresa ancora accidentato, tra rischi potenziali e ostacoli reali al tentativo di rilancio dopo la pandemia e nonostante le guerre e le tensioni geopolitiche in corso.

In 5 punti, dove sta andando l’economia globale?

1. Banche centrali

Le principali banche centrali del mondo non devono abbassare la guardia nella lotta contro l’inflazione poiché è troppo presto per dire se i forti aumenti dei tassi di interesse abbiano contenuto le pressioni sui prezzi, ha affermato l’OCSE.

Pur riconoscendo che l’inflazione globale diminuirà più rapidamente nella maggior parte delle economie rispetto alle stime precedenti, l’organizzazione ha allertato sulle minacce ancora incombenti che possono spingere in alto i prezzi. Questo è proprio il grande dilemma che affligge attualmente le banche centrali: iniziare a tagliare i tassi per sostenere un po’ di più la ripresa debole, oppure essere prudenti su un’inflazione non ancora al 2%? L’interrogativo è ancora sospeso, mentre le tensioni geopolitiche lanciano allarmi inflazionistici.

La banca centrale australiana ha lasciato i tassi di interesse ai massimi da 12 anni e ha segnalato che un ulteriore inasprimento resta possibile. L’India ha mantenuto i tassi stabili, ma con una politica aggressiva. Anche Tailandia, Islanda, Serbia, Uganda, Polonia e Messico hanno lasciato i tassi invariati. Il Kenya ha registrato un aumento superiore alle attese e la Nigeria ha aumentato i tassi di interesse sul debito a breve termine. La Repubblica Ceca e il Perù hanno tagliato i tassi.

2. Caos Mar Rosso

Le principali compagnie di navigazione avvertono che la situazione della sicurezza nel Mar Rosso continua a peggiorare, nonostante gli sforzi dell’Occidente per limitare gli attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen.

La percezione del rischio da parte delle compagnie di navigazione è importante perché è ciò che determinerà il ritorno delle navi nella regione. Tutti gli armatori hanno affermato che continueranno a reindirizzare le loro navi finché non sarà sicuro viaggiare nel Mar Rosso.

3. Deflazione Cina

I prezzi al consumo cinesi sono scesi dello 0,8% il mese scorso, il livello più alto dopo la crisi finanziaria globale, esercitando pressioni sul governo affinché intensifichi il sostegno a una ripresa economica traballante che sta agitando i mercati.

L’indice dei prezzi alla produzione è diminuito del 2,5%, segnando 16 mesi consecutivi di deflazione per i costi di produzione.

4. Economia Usa

Secondo i nuovi dati pubblicati venerdì, alla fine dello scorso anno l’inflazione statunitense era più o meno la stessa di quanto inizialmente riportato dopo aver incorporato le revisioni annuali.

La revisione senza sorprese rappresenterà un sollievo per i funzionari della Federal Reserve in cerca di ulteriori prove del fatto che le pressioni sui prezzi si stanno riducendo in modo marcato prima di iniziare a tagliare i tassi di interesse.

Lo scorso anno il deficit commerciale statunitense si è ridotto in modo più evidente dal 2009, poiché il valore dei beni importati è diminuito e il surplus dei servizi è aumentato. Il deficit commerciale della nazione con la Cina lo scorso anno è calato del 27% a 279,4 miliardi di dollari non rettificati, il più piccolo dal 2010.

Le famiglie americane hanno contratto più debiti alla fine dello scorso anno, e alcuni di questi prestiti stanno andando sempre più in sofferenza, secondo i dati della Federal Reserve Bank di New York. Sebbene i tassi di insolvenza complessivi negli Stati Uniti rimangano al di sotto dei livelli pre-Covid, quelli delle carte di credito e dei prestiti auto sono ora più alti.

5. Germania ed Europa in profonda crisi

La produzione industriale tedesca ha esteso il suo crollo al settimo mese consecutivo a dicembre, sottolineando la fragilità della più grande economia europea.

Il livello complessivo della produzione è ora il più basso da giugno 2020 e, escludendo lo shock della pandemia, l’ultima volta che è stato così debole è stato nel 2010.

Le economie europee risultano essere in pessima salute secondo un sondaggio di esperti che ha mostrato elevati rischi di recessione dovuti ai conflitti geopolitici e all’aumento dei costi energetici. Nella zona euro, le probabilità di due trimestri consecutivi di calo della produzione entro la fine dell’anno sono più alte in Germania e nei Paesi Bassi.

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