L’attuale dinamica dei prezzi del petrolio potrebbe ben presto trasformarsi in una questione politica, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
Il prezzo del petrolio è nuovamente al centro dell’attenzione economica mondiale, avvicinandosi ai massimi degli ultimi 10 mesi. Questo incremento è stato motivato in particolare dalla ridotta disponibilità di petrolio e da un’ottimistica prospettiva riguardante la domanda proveniente dalle principali economie globali.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) ha fatto notare che il prossimo trimestre potrebbe sorgere un significativo deficit di offerta, stimato a oltre 3 milioni di barili al giorno. Tale situazione rappresenterebbe potenzialmente il più grande deficit di petrolio dal lontano 2007. Secondo il rapporto dell’organizzazione, i suoi 13 membri hanno prodotto una media di 27,4 milioni di barili fino ad oggi, ovvero 1,8 milioni di barili in meno rispetto a quanto richiesto dai consumatori. Nel prossimo trimestre, l’OPEC stima che saranno necessari ben 30,7 milioni di barili al giorno per coprire la crescente domanda.
Tuttavia, questo obiettivo potrebbe rivelarsi difficile da raggiungere, poiché l’Arabia Saudita e la Russia, due dei maggiori produttori di petrolio al mondo, hanno recentemente deciso di estendere i tagli alla produzione fino alla fine dell’anno. Questo potrebbe avere implicazioni significative sui prezzi globali del petrolio e sulla stabilità dei mercati energetici. [...]
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