La crescita del prezzo del petrolio sembra inarrestabile e preoccupa la possibilità che questa possa innescare un nuovo vento inflazionistico.
I recenti rialzi del prezzo dei futures del petrolio, giunti inaspettatamente, insieme all’apprezzamento anche delle altre materie prime appartenenti al comparto energetico, come il Natural Gas, hanno sorpreso molti trader, che erano ormai convinti che il 2023 sarebbe stato un anno piuttosto stabile per questo settore di mercato. Queste aspettative si sono dimostrate infondate, alla luce dei recenti tagli dell’offerta messi in atto dai vari attori del mercato e dell’andamento stagionale positivo del petrolio e delle altre materie prime energetiche.
La possibilità di ulteriori aumenti nei livelli dei prezzi ha suscitato preoccupazioni anche tra gli esperti macroeconomici riguardo alla possibilità che ciò possa generare ulteriori pressioni inflazionistiche. In sintesi, la situazione appare piuttosto delicata.
Cosa possiamo attenderci dal petrolio e, di conseguenza, quale potrebbe essere l’impatto sull’indice dei prezzi al consumo nei vari Paesi?
Petrolio: cosa sta spingendo in alto le quotazioni?
Le aspettative di ulteriori tagli alla produzione di petrolio sembrano in parte diventare realtà per i Paesi produttori. A quanto pare, sia l’Arabia Saudita, che la Russia, il secondo esportatore di petrolio più grande al mondo, hanno concordato di ridurre le esportazioni di petrolio. Preoccupa anche il lato della domanda, la quale, nonostante le difficoltà economiche evidenziate dal mercato del lavoro, rimane abbastanza stabile e solida negli Stati Uniti, che è un importante consumatore. Anche in Europa, nonostante la contrazione del settore manifatturiero, le aspettative di consumo sono alimentate, soprattutto se accompagnate da prospettive di stabilizzazione dell’economia cinese, il che creerebbe buone premesse per ulteriori aumenti dei prezzi del petrolio.
Anche in questo caso, l’attenzione mediatica resta focalizzata sulla Cina e sulla risposta del governo alle recenti turbolenze economiche. Nel frattempo, nei mercati occidentali, c’è ancora fiducia che la Fed potrebbe effettivamente mantenere i tassi invariati per evitare di frenare eccessivamente l’economia statunitense. In sintesi, le prospettive economiche si sono ulteriormente evolute rispetto a solo qualche settimana fa, alimentando manie speculative sui mercati, compreso quello delle materie prime energetiche, la cui volatilità è principalmente influenzata dall’indice di volatilità del petrolio (OVX), che è in forte aumento.
Cosa aspettarsi dall’inflazione?
Il rialzo del prezzo del petrolio può comportare un aumento del tasso d’inflazione. Il motivo principale di questa relazione è che il petrolio è una delle materie prime fondamentali nell’economia globale e ha un impatto significativo sui costi di produzione e sui prezzi dei beni e dei servizi. Le aziende che utilizzano il petrolio come input per la produzione di beni e servizi vedono aumentare i loro costi quando il prezzo del petrolio aumenta. I prezzi più alti dei carburanti possono comportare aumenti nei costi di trasporto, che a loro volta possono influenzare i prezzi dei beni di consumo. Questo potrebbe quindi alimentare notevolmente le aspettative sull’inflazione.
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